Caso Almasri: chiesta l’autorizzazione a procedere contro Nordio, Piantedosi e Mantovano

Il relatore della Giunta per le autorizzazioni della Camera, Federico Gianassi (Pd), ha depositato la sua relazione sul caso di Njeem Osama Almasri, chiedendo che venga concessa l'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. I tre sono infatti indagati per il loro coinvolgimento nella controversa gestione del generale libico, arrestato in Italia e successivamente consegnato alle autorità libiche, nonostante la richiesta di arresto da parte della Corte Penale Internazionale (CPI) per crimini di guerra e contro l'umanità. Secondo Gianassi, i membri del Governo non avrebbero agito per tutelare un interesse costituzionalmente rilevante né un interesse pubblico superiore, ma avrebbero invece operato per "mero opportunismo politico". Nella relazione si parlerebbe poi anche di decisioni motivate da timori vaghi e non supportati da prove, segno – secondo il relatore – della vulnerabilità del Governo italiano rispetto alle pressioni di gruppi armati esteri.
La condotta dei tre esponenti dell'esecutivo, secondo Gianassi, avrebbe poi violato obblighi internazionali e compromesso il ruolo dell'Italia nel contrasto ai crimini di guerra. Viene poi esclusa l'applicabilità delle scriminanti previste dall'articolo 9 della legge costituzionale 1/1989, che regolano i casi in cui un ministro può essere protetto dall’immunità. Il relatore accusa infine il Governo di aver deliberatamente occultato la natura politica delle scelte compiute, definendole "il frutto di un calcolo politico censurabile e di un cedimento a pressioni esterne". Una strategia che, secondo Gianassi, ha compromesso la credibilità internazionale dell’Italia e minato il rapporto di fiducia tra Governo e Parlamento.
Il voto della Giunta è previsto per il 30 settembre.
Dario Iaia (FdI): "La relazione sul caso Almasri nasce da pregiudizi del relatore"
Dario Iaia, capogruppo di Fratelli d'Italia in Giunta per le autorizzazioni della Camera, ha commentato così la relazione finale sul caso Almasri: "Nulla di nuovo sotto il cielo, perché la relazione non è altro che la conseguenza dei pregiudizi che il relatore aveva già espresso nei confronti dei ministri, in particolare del ministro Nordio, che in una seduta aveva già subito un attacco molto pesante". Secondo Iaia, questa relazione sarebbe il risultato di una scelta che il suo gruppo politico non ha mai condiviso: la nomina, da parte del presidente della Giunta, di un relatore con "posizioni fortemente negative e pregiudiziali nei confronti dei ministri coinvolti". Per questo motivo, "la relazione è pregiudizievole e noi non ne condividiamo né i toni né i contenuti".
Il capogruppo di Fratelli d’Italia ha poi criticato anche la gestione complessiva della Giunta: "In passato, i video social o televisivi utilizzati venivano formalmente acquisiti agli atti e visionati dalla Giunta, mentre questa volta è stato utilizzato un video preso dal web senza un’adeguata procedura. Su questo faremo una segnalazione al Presidente della Camera". Iaia ha poi denunciato la diffusione, tramite agenzia, della notizia dell’acquisizione del parere del Procuratore Lo Voi, avvenuta prima che i membri della Giunta ne fossero informati, definendo questo comportamento censurabile.
Infine, ha confrontato la gestione attuale con quella precedente, ricordando che l’ex presidente Costa si dimise per correttezza e opportunità, mentre oggi "abbiamo un presidente che sta gestendo la Giunta con un approccio politico e personale, dimenticando che si tratta di un organismo tecnico che deve operare con la massima correttezza".