Cambia la tassa sui Paperoni, quanto dovranno pagare i super ricchi in Italia con la Manovra 2026

Aumenta la somma da pagare, ma non vengono inseriti requisiti più stringenti. Queste sono le modifiche che il governo Meloni ha inserito nella manovra 2026 per la cosiddetta tassa sui super ricchi: chiunque sposta la residenza in Italia, per quindi anni può pagare un'unica imposta che copre tutti i suoi redditi prodotti all'estero (non quelli prodotti in Italia), a prescindere dalla quantità. L'importo è stato di 200mila euro fino a quest'anno, mentre salirà a 300mila euro dall'anno prossimo. In più, tutti i familiari stretti – coniuge, figli, fratelli e sorelle, generi e nuore, suoceri e suocere – che spostano a loro volta la residenza in Italia possono scegliere di pagare una tassa ancora più bassa: 25mila euro attualmente, che diventeranno 50mila euro dal 2026.
La tassa era stata lanciata dal governo Renzi. Era nota anche come "norma CR7", perché tra i vari super-ricchi che si sono convinti a spostarsi in Italia per risparmiare sulle tasse c'è stato probabilmente anche il calciatore Cristiano Ronaldo, passato alla Juventus nel 2018. Nel 2024, il governo Meloni aveva alzato l'importo dai 100mila euro originali a 200mila euro.
Ora si prospetta un altro aumento: dall'anno prossimo i ricconi che si trasferiscono nel nostro Paese (non quelli che l'hanno già fatto, perché l'incremento non è retroattivo) potranno pagare 300mila euro all'anno, sempre per quindici anni. Resta comunque una cifra bassa, per chi ha redditi multimilionari o miliardari. Anche se l'imposta aumenta, però, le modifiche inserite nella manovra non rispondono ad alcune criticità alla base della tassa per i super ricchi. Principalmente, il fatto che i requisiti per ottenere questo grosso sconto sulle imposte sono piuttosto generici.
Può approfittarne chiunque sposti la residenza in Italia, e il regime agevolato può cessare in anticipo solo se i soldi non vengono pagati, del tutto o in parte. Di fatto, l'unico paletto da rispettare è che non bisogna essere stati residenti in Italia per almeno nove dei dieci anni precedenti.
Come la Corte dei Conti ha sottolineato quest'estate, finora la norma ha avuto successo, nel senso che un numero crescente di persone si è spostato in Italia per approfittarne. Da quanto è stata lanciata l'hanno richiesta circa 3.900 persone (poco meno di 3mila ‘Paperoni' con i familiari al seguito), e quasi 1.500 di queste sono arrivate solo nel 2023. Un segnale che, anche alzando la soglia a 200mila euro, la tassa è rimasta interessante. Cosa che probabilmente ha spinto il governo ad alzarla ancora, per aumentare un po' gli incassi.
Il problema è che in altri Paesi che prevedono norme simili c'è anche un ulteriore paletto: la persona che approfitta della tassazione agevolata deve anche investire una parte dei suoi soldi nel Paese in cui si è trasferita. La Corte aveva fatto notare che l'Italia "non esige – e nemmeno misura – un effettivo collegamento con investimenti produttivi". Insomma, i ‘Paperoni' si trasferiscono in Italia, e pagano poche tasse, ma non è chiaro se portino altri benefici. E anche la nuova modifica inserita nella manovra 2026 non farà nulla per risolvere il problema.