Buoni pasto, con la legge di Bilancio la soglia esentasse dei ticket elettronici passa da 8 a 10 euro

Sale la soglia di esenzione fiscale dei buoni pasto, da 8 a 10 euro per quelli elettronici. Nella manovra economica che è stata approvata venerdì 17 ottobre in Consiglio dei ministri, e che sarà inviata al Parlamento tra la prossima settimana e quella successiva (il percorso in Aula quest'anno inizierà dal Senato), ci sono alcune novità che vanno a favore delle famiglie e dei lavoratori. Oltre alle pensioni minime, che aumenteranno di 20 euro al mese, anche se contemporaneamente la soglia d'età richiesta per l'uscita dal lavoro aumenta per tutti di un mese dal 2027 e di due mesi dal 2028 – ci sono alcune misure riguardano natalità e welfare.
In tutto la legge di Bilancio per quest'anno vale 18,7 miliardi di euro, e le risorse vengono concentrate sul taglio dell'Irpef per il ceto medio, su un pacchetto di misure per la famiglia da 1,6 miliardi e sulleassunzioni di medici e infermieri. C'è anche la rottamazione quinquies, ma questa volta sarà più selettiva, con 54 rate bimestrali per 9 anni.
E ancora, il bonus per le mamme lavoratrici salirà da 40 a 60 euro mensili, e vengono potenziati anche il congedo parentale e il congedo per malattia dei figli minori. È stata poi esclusa la prima casa dal calcolo dell'Isee, e vengono confermate per il 2026 le detrazioni sulle ristrutturazioni edilizie in vigore quest'anno, e cioè al 50% per la prima casa. Tra le novità, anche la soglia esentasse dei buoni pasto per i dipendenti che passa da 8 euro a 10 euro.
La soglia di esenzione sale, ma solo per quelli elettronici. Resta invece a 4 euro l'esenzione per i buoni cartacei. La misura nella legge di Bilancio, scriver la Repubblica, impatta sui tre milioni e mezzo di lavoratori (di cui 700mila pubblici) che usufruiscono dei ticket, che foraggiano un mercato da 4,5 miliardi di euro. Le aziende chiedevano al governo un intervento che andasse in questa direzione, per due ragioni: gli ultimi ritocchi sull'esenzione dei ticket risalivano al 2020, ma da allora l'inflazione è aumentata, e ormai per una pausa pranzo non si spendono meno di 12 euro e mezzo; inoltre nel panorama europea la media di esenzione per i ticket è di 11 euro.
La misura era richiesta alla luce di diverse considerazioni. In primo luogo, la situazione era stata aggiornata per l’ultima volta nel 2020 ma da lì in avanti l’inflazione si è abbondantemente seduta alla tavola degli italiani. E per questo le aziende chiedevano una revisione dei livelli di esenzione, facendo presente che ormai il costo di una pausa pranzo è nell’ordine dei 12 euro e mezzo. Ulteriore argomento, il fatto che in Europa ci si sia ormai attestati a una media di esenzione di 11 euro.
Il governo ha fatto "un grande sforzo per mettere più soldi nelle tasche degli italiani", ha detto ieri Giorgia Meloni in un'intervista al Sole 24 ore. "Al taglio dell'Irpef si aggiunge una serie di misure finalizzate a rafforzare il potere d'acquisto dei lavoratori e delle famiglie. Dalla defiscalizzazione dei premi di produttività, potenziata con questa legge di bilancio, all'allargamento dei fringe benefit e all'innalzamento a dieci euro dell'esenzione per i buoni pasto. Quindi, penso che sia stato fatto un grande sforzo per mettere più soldi nelle tasche degli italiani".
"L'annuncio dell'aumento della soglia esentasse dei buoni pasto elettronici da 8 a 10 euro è una misura di welfare moderna e concreta, che sostiene il potere d'acquisto dei lavoratori e allo stesso tempo alleggerisce i costi per le imprese. Un provvedimento che coniuga equità sociale e competitività economica, in piena coerenza con la visione del Governo Meloni. Continua la strategia virtuosa del Governo sui buoni basto: dopo aver inserito nel ddl concorrenza il tetto del 5% alle commissioni, l'annuncio del Presidente Meloni ribadisce la volontà dell'esecutivo e di Fratelli d'Italia di restituire ai buoni basto quel valido strumento di welfare aziendale stimolando allo stesso tempo il suo utilizzo presso bar e ristoranti", ha commentato il deputato di Fratelli d'Italia Silvio Giovine, membro della commissione Attività Produttive alla Camera dei deputati e primo firmatario dell'emendamento al ddl concorrenza con cui è stato previsto tetto del 5% alle commissioni sui buoni pasto.