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Manovra 2026

Bonus Casa al 50% anche nel 2026, ma non per tutti: cosa ha detto il ministro Giorgetti sulla Manovra

Il bonus ristrutturazione al 50% per i lavori edilizi resterà, nel 2026, ma “in modo selettivo” e solo sulle prime case. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervenendo in audizione sul Dpfp al Senato. Non si sa ancora chi potrà ancora accedere alla detrazione l’anno prossimo, se spunteranno nuovi requisiti.
A cura di Luca Pons
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Il bonus Ristrutturazioni, o bonus Casa, resterà al 50% ancora per un anno invece di scendere al 36% dal 2026. Ma non tutti potranno esserne beneficiari. Lo ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, parlando in commissione Bilancio al Senato, durante le audizioni sul Documento programmatico di finanza pubblica. L'intenzione è "riproporre e prorogare la detrazione al 50%", ha confermato il ministro. Ma questo verrà fatto "in modo selettivo". Giorgetti non ha specificato cosa intenda, e quali saranno gli eventuali nuovi paletti – probabilmente ancora da stabilire nella stesura della legge di bilancio.

Il bonus Ristrutturazioni è una misura storica, in vigore dal 1999. Da alcuni anni vale il 50%: ovvero, permette di ottenere un rimborso fiscale pari alla metà di quanto si spende per fare dei lavori in casa, con un tetto massimo di spesa di 96mila euro (e quindi un rimborso massimo di 48mila euro). La scorsa manovra, però, aveva deciso di dare il via a un progressivo ribasso.

Quest'anno, infatti, il bonus è rimasto al 50% per le prime case, mentre è sceso al 36% per le seconde case. Dal 2026 avrebbe dovuto abbassarsi ulteriormente: 36% per le prime case e 30% per le seconde. Il ministro Giorgetti, però, ha confermato che questo calo è se non altro rimandato di un anno: "È nostro intendimento riproporre e prorogare la detrazione al 50%, in modo selettivo, in particolare sulla prima casa".

Difficile capire, al momento, se quel "in modo selettivo" significhi che saranno fissati dei criteri da rispettare per poter accedere allo sconto fiscale maggiore. O se, più semplicemente, si trattasse di un modo per dire che il 50% resterà comunque disponibile solamente per le prime case, e non per gli altri tipi di immobili. Un primo testo della manovra è atteso già la prossima settimana (deve arrivare in Parlamento entro lunedì 20 ottobre), e questo potrebbe chiarire diversi dubbi.

Certo è che già da qualche tempo nel governo Meloni c'era chi spingeva per questa decisione – probabilmente per cercare di aiutare il settore edilizio, che con la fine del Superbonus 110% ha visto un calo importante dei fatturati. Già a settembre Vannia Gava, viceministra all'Ambiente, aveva detto che erano in corso i lavori insieme al Mef per mantenere il bonus Ristrutturazioni al 50% per un altro anno. I soldi, evidentemente, si sono trovati.

Un'altra novità che la viceministra Gava aveva anticipato era la possibilità di riscuotere i crediti fiscali in cinque anni, invece che in dieci. Ad esempio, se si ha diritto a un rimborso fiscale da 15mila euro, scalarlo dalla dichiarazione dei redditi in cinque ‘rate' annuali da 3mila euro l'una invece che in dieci rate da 1.500 euro, per rendere il bonus più "immediato e conveniente". Ma si trattava solamente di un'ipotesi, e su questo il ministro Giorgetti non ha detto nulla ieri in audizione. Né una conferma, né una smentita, quindi.

Il ministro dell'Economia ha invece aggiunto che, sempre in ambito edilizio, si investirà sulla "riqualificazione energetica degli immobili pubblici", come scuole, ospedali, sedi istituzionali. E anche sul sostegno "ai soggetti fragili". Questo potrebbe significare che ci saranno nuove agevolazioni e incentivi riservate a chi si trova in difficoltà economiche, o anche che saranno potenziate quelle già esistenti.

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