Boeri (INPS): “La crisi ha colpito i più poveri, nostra spesa sociale non all’altezza”

Nella giornata di oggi il Presidente dell’Inps Tito Boeri ha presentato alla Camera dei deputati l’annuale Rapporto sulla situazione previdenziale. Quest’anno c’era grande attesa soprattutto per la bozza di proposta di riforma del sistema pensionistico, che Boeri ha spiegato di aver già sottoposto all’esecutivo. Si tratterebbe di una proposta di riforma complessiva, che prevede una serie di modifiche all’assetto del sistema pensionistico e del welfare italiano: una “flessibilità sostenibile”, una rete di “protezione sociale dai 55 anni”, l’unificazione delle “posizioni assicurative”, modifiche ai tassi di rendimento e ai trattamenti pensionistici complementari. Ovviamente per i dettagli bisognerà ancora attendere, anche per capire quali saranno le ricadute in termini di costi e come in questa riforma verrà integrato il “regalo” della Consulta. In ogni caso Boeri ha precisato che i cambiamenti saranno fatti “non per esigenze di cassa, ma per ricercare maggiore equità, tanto fra le generazioni diverse che all'interno di ciascuna generazione”.
Ma nel corso del suo intervento Boeri ha analizzato anche il particolare momento che sta vivendo il Paese, che lentamente e faticosamente si avvia a lasciarsi alle spalle una lunga e provante crisi economica. Nel rapporto Inps, infatti, si spiega come “la crisi si è concentrata sul 10% più povero della popolazione, lasciando in eredità la povertà, non la disuguaglianza in quanto tale”. In effetti, “la nostra spesa sociale e il nostro sistema fiscale guardano poco ai cittadini più poveri” e dunque è necessario che di tali squilibri si tenga conto. In tal senso ci sono dei segnali positivi, a partire dalle nuove assunzioni con contratti stabili (“Nei primi 4 mesi 2015 la quota di nuove assunzioni con contratti stabili sul totale di assunzioni è quasi il doppio rispetto a dicembre 2014”), anche se “preoccupa la crescita dei voucher per il lavoro accessorio che sembrano spesso corrispondere a unici impieghi piuttosto che a secondi lavori”.
Anche per rispondere a tali sollecitazioni l’INPS dovrà essere ristrutturata, con una “forte riorganizzazione dell’apparato centrale dell’Inps e della dirigenza”, che non risponderà ad una logica “autoreferenziale di assorbimento di dirigenti”, ma al miglioramento e all’intensificazione dei rapporti con la clientela.