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Manovra 2026

Aumenta l’assicurazione RC Auto con la Manovra 2026, chi rischia di pagare di più

Una proposta di Fratelli d’Italia prevede di far salire l’imposta sull’assicurazione contro il rischio infortunio del conducente. Oggi spesso si paga il 2,5%, cioè lo standard per la polizza contro gli infortuni. Ma FdI chiede di applicare il 12,5%. Il costo ricadrebbe sui clienti e sulle assicurazioni stesse. L’emendamento è tra i segnalati alla legge di bilancio.
A cura di Luca Pons
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Dal 2026 potrebbe aumentare la tassa sulle assicurazioni contro gli infortuni in auto. Normalmente si paga un'aliquota uguale a quella contro gli infortuni, pari al 2,5%. Il centrodestra però, basandosi su un'interpretazione dell'Agenzia delle Entrate, vorrebbe portarla al 12,5%, che è l'imposta che si paga già sull'assicurazione RC Auto. Con un effetto anche retroattivo. La proposta è tra gli emendamenti segnalati alla legge di bilancio 2026, a prima firma della senatrice Nocco, di Fratelli d'Italia.

La proposta in Manovra per alzare le tasse sulle assicurazioni infortuni auto

La proposta in questione si riferisce al testo unico sui tributi erariali minori, varato lo scorso anno dal governo Meloni, che ha sostituito in gran parte la legge del 1961 sulle assicurazioni. Sia nella norma vecchia che in quella nuova si legge che la tassa da pagare sulle assicurazioni RC Auto è del 12,5%, e che questa aliquota si applica anche "alle assicurazioni di altri rischi inerenti al veicolo o al natante".

Da decenni c'è un dibattito sul modo in cui è formulata questa norma. In particolare, lo scontro riguarda le assicurazioni contro gli infortuni in auto. Vanno tassate come polizze contro gli infortuni (quindi al 2,5%) o come polizze relative agli "altri rischi" riguardanti l'auto (12,5%)?

Su questo interviene la proposta di FdI in manovra. L'emendamento afferma che "per assicurazioni di altri rischi inerenti al veicolo o al natante si intendono comprese le assicurazioni relative ad ogni rischio collegato direttamente o indirettamente al veicolo o al natante, incluso quello relativo al rischio infortunio conducente". Un chiarimento che, però, potrebbe costare ai clienti.

Chi dovrà pagare e quando

Secondo i calcoli del partito di Giorgia Meloni, questo cambiamento porterebbe lo Stato a incassare circa 100 milioni di euro in più all'anno. Non solo: si potrebbe applicare anche retroattivamente, negli ultimi dieci anni (prima scatta la prescrizione), per un incasso complessivo da un miliardo di euro. Questi soldi andrebbero versati dai cittadini assicurati, mentre le assicurazioni sarebbero tenute ad anticiparli in quanto sostituto d'imposta: per questo, anche le compagnie assicurative cercheranno di contrastare la norma.

Visto che, come detto, l'aumento si applicherebbe anche in modo retroattivo, la proposta di FdI prevede anche una procedura per mettersi in regola. Coloro che hanno pagato il 2,5% invece del 12,5% in questi anni dovrebbero comunicarlo all'Agenzia delle Entrate entro il 31 maggio 2026, e poi versare spontaneamente il dovuto entro il 16 novembre, in una sola soluzione o in tre rate annuali.

Lo scontro tra le assicurazioni e il Fisco dal 1983

Come accennato, la questione di quante tasse vadano pagate sulle assicurazioni contro il rischio infortuni in auto non è nuova. Nel 1983 il ministero delle Finanze, interpellato proprio dalle compagnie assicurative, fece sapere che si poteva pagare l'imposta più bassa.

Questa interpretazione, però, è stata messa in discussione dall'Agenzia delle Entrate negli scorsi anni, quando ha iniziato una serie di accertamenti sui versamenti degli ultimi dieci anni. Ora, sulla base dell'azione del Fisco, il centrodestra prova ad assicurarsi dei soldi in più nella legge di bilancio.

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