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Assegno Unico 2026, il nuovo calendario dei pagamenti e cosa cambia per gli importi: il messaggio Inps

Con il 2026 l’Assegno unico universale entra nel nuovo anno con piccoli ma concreti cambiamenti: gli importi aumentano grazie alla rivalutazione legata all’inflazione e le fasce Isee si allargano, permettendo a più famiglie di ottenere somme più alte. L’Inps ha già fissato il calendario dei pagamenti, ma il vero passaggio decisivo resta il rinnovo dell’Isee: senza una nuova Dsu, anche chi avrebbe diritto a importi maggiori rischia di ricevere solo l’assegno minimo.
A cura di Francesca Moriero
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Con l'arrivo del nuovo anno cambia l'Assegno unico universale per i figli. L'Inps ha infatti reso noto il calendario dei pagamenti per il 2026, mentre un decreto interministeriale ha fissato la rivalutazione degli importi, legata all'andamento dell'inflazione. Un doppio passaggio che rende ancora più centrale l'aggiornamento dell'Isee: senza una nuova Dsu, infatti, si rischia di ricevere l'importo minimo, anche se si avrebbe diritto a somme più alte. Il 2026 si apre dunque con assegni leggermente più consistenti e con fasce di reddito rimodulate, un effetto diretto dell'aumento del costo della vita certificato dall'indice dei prezzi al consumo.

Cosa cambia per l'Assegno Unico con la rivalutazione legata all'inflazione

Il riferimento normativo è il decreto sulla perequazione delle pensioni, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 novembre, che si applica anche all'Assegno unico. Per il 2026 la rivalutazione è dell'1,4%, più alta rispetto allo 0,8% del 2025. Questo aumento ha un duplice effetto: da una parte incrementa gli importi mensili dell'assegno, dall'altra amplia le fasce Isee, permettendo a più famiglie di accedere a importi maggiori. Le nuove somme entreranno in vigore dal 1° gennaio 2026.

Chi ci guadagna di più con le nuove soglie Isee 2026

La prima fascia di reddito sale fino a 17.468,51 euro, contro i 17.227,33 euro del 2025; questo significa che alcune famiglie che oggi si collocano negli scaglioni immediatamente successivi, nel 2026, a parità di reddito, rientreranno automaticamente nella fascia più favorevole. Anche il limite oltre il quale spetta l'importo minimo viene spostato in avanti: nel 2026 riguarderà gli Isee superiori a 46.582,71 euro, mentre nel 2025 la soglia era ferma a 45.939,56 euro; chi si trovava appena sopra quel valore e riceveva il minimo, dal prossimo anno potrà beneficiare di un assegno leggermente più alto.

Sul fronte degli importi, l'Assegno massimo per figlio passa da circa 201 euro a 203,8 euro, mentre quello minimo cresce da 57,5 a 58,3 euro al mese. Incrementi contenuti, ma che diventano chiaramente più significativi per i nuclei numerosi o per chi ha diritto alle maggiorazioni.

I nuovi importi dell'Assegno Unico: di quanto aumenta dal 2026

A crescere sono anche proprio le maggiorazioni previste dalla normativa. Quelle "fisse", uguali per tutte le fasce Isee, aumentano automaticamente: salgono gli importi riconosciuti per i figli con disabilità, per i figli non autosufficienti sotto i 21 anni e per le madri under 21. Restano invece legate al valore dell'Isee le maggiorazioni per i figli successivi al secondo e il bonus destinato al secondo percettore di reddito: anche in questo caso la rivalutazione porta a piccoli aumenti, soprattutto per le famiglie collocate nelle fasce più basse.

Il nuovo calendario dei pagamenti Inps

Sul fronte operativo, l'Inps ha comunicato le date di accredito dell'assegno unico per tutto il 2026: i pagamenti saranno distribuiti tra la seconda metà di ogni mese, da gennaio a dicembre, con l'ultima erogazione prevista a metà dicembre. Resta invariata la regola generale: la prima rata viene pagata nell'ultima settimana del mese successivo alla presentazione della domanda, mentre eventuali conguagli – a credito o a debito – vengono accreditati insieme alla rata ordinaria.

Perché è importante rinnovare l'Isee per l'Assegno Unico

Il nodo centrale resta l'Isee: l'attestazione in corso scade il 31 dicembre 2025 e la nuova Dsu deve essere presentata nei tempi corretti per consentire all’Inps di calcolare l'importo spettante. In assenza di un Isee aggiornato, l'assegno viene erogato nella misura minima, con il rischio di perdere mesi di importi più alti.

Il 2026, dunque, non porta rivoluzioni, ma piccoli aggiustamenti che possono fare la differenza: assegni leggermente più alti, soglie Isee più ampie e un calendario già fissato. A patto, però, di non arrivare impreparati all’appuntamento con il rinnovo dell'Isee.

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