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Approvato il dl Ponte, Floridia: “Governo ha a cuore solo affari e poltrone della Stretto Messina Spa”

Il governo “ha a cuore soltanto l’affare Ponte, cioè la riattivazione di società, poltrone e rapporti che sono già costati allo Stato oltre 300 milioni e chissà quanto costeranno da adesso in poi per queste spinte propagandistiche”. Lo dice Barbara Floridia a Fanpage.it, commentando il via libera del Senato al decreto Ponte.
A cura di Annalisa Girardi
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"Il governo non vuole davvero realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina, ma ha a cuore soltanto l’affare Ponte, cioè la riattivazione di società, poltrone e rapporti che sono già costati allo Stato oltre 300 milioni e chissà quanto costeranno da adesso in poi per queste spinte propagandistiche", lo dice a Fanpage.it Barbara Floridia, senatrice del Movimento Cinque Stelle, originaria di Messina, parlando del via libera al decreto Ponte. Dopo la ratifica della Camera, oggi infatti anche il Senato ha approvato con 103 voti a favore (e 49 contrari) il provvedimento che definisce l’assetto della Stretto di Messina Spa, la società incaricata dei lavori, e riavvia la progettazione dell'opera per collegare Sicilia e Calabria.

La maggioranza dice che si tratta di un'opera strategica e fondamentale per il Paese, ma per Floridia il governo sta solo pensando al tornaconto economico: "Lo dimostra il fatto che si sono inspiegabilmente interrotti gli opportuni e consigliati approfondimenti sulle possibili alternative di collegamento, stabili e dinamiche, che sarebbero risultate di gran lunga meno onerose del Ponte a campata unica, le innumerevoli criticità irrisolte, il mancato reperimento degli oltre 15 miliardi necessari".

E, parlando con Fanpage.it, muove anche una critica di metodo: "L'affare ponte non poteva attendere, da qui la decisione di bypassare il Parlamento con un decreto legge sulla cui conversione è stata imposta la questione di fiducia". Non solo il Parlamento e le opposizioni hanno avuto poco spazio nel dibattito sul Ponte sullo Stretto, conclude Floridia, ma anche gli enti locali interessati non sono stati interpellati a dovere: "Per non parlare dello schiaffo ai cittadini con l'omissione del dibattito pubblico e l’esclusione degli Enti locali interessati. Tutto al fine di tenere impegnato Salvini mentre la Meloni si occupa indisturbata di cose evidentemente più importanti. Facciano pure, i cittadini non dimenticheranno".

La senatrice Cinque Stelle oggi è anche intervenuta in Aula, in dichiarazioni di voto, per annunciare quello contrario del suo partito. "Non siete capaci di mettere a terra opere per cui i soldi ci sono, come pensate di realizzare quest'opera faraonica per cui i soldi non ci sono? Mi sembra il governo dell'assurdo. Il ministro Salvini ha detto che se nel Rinascimento ci fossero stati i Cinque Stelle oggi non avremmo le chiuse sui Navigli… beh, se nello stesso periodo ci fosse stata la Lega forse non avremmo proprio avuto il Rinascimento", ha detto in Aula. Per poi concludere: "Un governo serio affronterebbe questo discorso seriamente, in un territorio così a rischio di frane. Ultimamente abbiamo purtroppo visto i disastri che possono accadere".

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