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Giuliano Amato (contestato) a Pisa: “No al prelievo forzoso”

E’ tra i papabili per Palazzo Chigi, ma l'”inventore” del prelievo forzoso oggi ha assicurato che, se dovesse diventare premier, non riproporrebbe quella manovra “lacrime e sangue” che ha segnato la sua storia politica (e quella del Paese) nel ’92.
A cura di Biagio Chiariello
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E’ quello di Giuliano Amato uno dei nomi più accreditati per guidare il nuovo governo di larghe intese. Nome che gli italiani ricorderanno sicuramente per una delle spaccature tra politica e società civile più forti di cui si ha memoria nella storia della Repubblica italiana. Quel prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti bancari non è mai andato giù. All'epoca – era il 1992 – quell'operazione "lacrime e sangue" fu motivata dalla "situazione di drammatica emergenza della finanza pubblica”. Non che oggi il quadro sia più roseo, ma se Amato dovesse essere chiamato a guidare il Paese riproporrebbe quella misura tanto criticata? Alla domanda di una giornalista in questo senso, ha risposto (con velata ironia) così: "Lei quanti soldi ha in banca? Dica, dica…". L'ex premier lo ha detto oggi alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, di cui è presidente, mentre fuori dai cancelli gli studenti scandivano slogan contro i tagli del Governo all'Istruzione e chiedevano a gran voce di incontrare "il prossimo presidente del Consiglio". Poi torna più serio e chiarisce con un doppio "no" la sua contrarietà ad una eventuale patrimoniale sulle famiglie o a un prelievo forzoso. E comunque, dice Amato tentando di scacciare da sé l'immagine di quella famigerata manovra economica, "i Paesi con disavanzo pubblico devono contenere il deficit. Ma di solo contenimento del debito si può anche morire".

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