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Aerei di carta e pizze da asporto tra le spese pazze in Regione Lombardia

La Corte dei Conti ha notificato 11 inviti a dedurre per altrettanti consiglieri regionali di Pdl e Lega.
A cura di A. P.
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Man mano che vengono fuori le note di spesa dei politici nostrani con le indagini di magistratura contabile e giudici ordinari, è sempre più mistero su come abbiano fatto le decine e decine di consiglieri regionali in tutta Italia a farsi rimborsare per anni spese che nulla avevano a che fare con il loro mandato, come invece prescrive la legge. In Regione Lombardia ad esempio la procura della Corte dei Conti, dopo aver analizzato tutto il materiale raccolto dalla Guardia di Finanza nelle sue ispezioni al Pirellone, ha notificato 11 inviti a dedurre per altrettanti consiglieri regionali di Pdl e Lega scoprendo spese come aerei di carta, pizze da asporto e parcheggi di un euro. Le persone che dovranno fornire spiegazioni alla Corte di Conti della Lombardia sono otto consiglieri regionali più i tre capigruppo che si sono alternati tra il 2008 e il 2012 alla guida dei partiti in questione e che hanno firmato i rimborsi. Secondo i magistrati contabili, infatti, nel periodo considerato avrebbero prodotto un danno erariale di oltre 500mila euro. Spese pazze secondo la Corte di Conti visto che tra i rimborsi figurano decine di ricariche telefoniche nonostante la Regione già pagava ai consiglieri un telefono cellulare con relativo contratto telefonico, ma vi sono anche rimborsi per carburante quando i consiglieri hanno già un rimborso chilometrico in cui questa spesa è compresa.

Non mancano poi spese che ancora più difficilmente si conciliano con quanto stabilito dalla legge, e cioè che i rimborsi sono strettamente legati all'attività di mandato. Alcuni consiglieri si sono fatti rimborsare ad esempio spese per cornici e tele stampate, bottiglie di Chardonnay e conto settimanale del macellaio. Le spese più cospicue però restano quelle per mangiare in ristoranti e pub con decine di persone al seguito, ma anche quelle per oggetti tecnologici. Come ha spiegato uno dei politici ancora in Consiglio regionale "La legge ce lo consentiva, e fin quando c'era abbondanza alla gente non interessava cosa ci facevamo rimborsare ".

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