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Il Sudan sta vivendo un incubo di cui il mondo non vuole, o non può, prendere atto. E, paradossalmente, è il mezzo più freddo e distante che ci restituisce la cruda realtà: l'occhio del satellite.
La Verità Crudele dal Cielo e dai Social
Se da un lato inorridiamo di fronte alle immagini sfrontatamente diffuse sui social media dalle stesse Forze di Supporto Rapido (RSF) – immagini che documentano con agghiacciante vanto l'esecuzione a sangue freddo di civili e l'avanzare di una brutale pulizia etnica – dall'altro, la conferma più inquietante giunge dall'alto.
Una ricerca condotta dai ricercatori dell'Università di Yale, basata su immagini satellitari, distanti e neutre per definizione, squarcia il velo dell'indifferenza. Proprio come in passato il satellite ha mostrato l'entità della devastazione a Gaza, oggi rivela l'indicibile in Sudan: la vastità del massacro è tale che persino le chiazze di sangue dei civili sono visibili dallo spazio. Una visione così vasta e orribile dovrebbe bastare a far inorridire l'intera comunità internazionale.
La Guerra Dimenticata e gli Interessi Regionali
Questa guerra civile è stata a lungo dimenticata e ignorata, ma non è priva di attori e sostenitori. Mentre l'attenzione globale era altrove, il conflitto è stato alimentato e sostenuto da potenze regionali – in primis Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti – i cui interessi convergono sul controllo dell'accesso al Mar Rosso. Questo vitale snodo commerciale è una fonte di ricchezza strategica che queste potenze stanno cinicamente sfruttando, trasformando il Sudan in una pedina sacrificabile nel loro gioco egemonico.
Le Radici Profonde del Conflitto
Non possiamo, tuttavia, ignorare le responsabilità storiche e coloniali che hanno gettato le basi per l'attuale tragedia. I confini disegnati a tavolino dalle potenze coloniali hanno freddamente tracciato linee sulla mappa, ignorando deliberatamente etnie, religioni e gruppi che abitavano quei territori. Questa eredità di confini artificiali ha creato nazioni fragili e inclini a conflitti intestini, esacerbando le tensioni interne che oggi sfociano in violenza etnica.
Come Siamo Arrivati a Questo Punto?
Il conflitto è il risultato di una lotta per il potere tra due fazioni militari chiave in Sudan: l'Esercito sudanese (SAF) guidato dal Generale Abdel Fattah al-Burhan e le Forze di Supporto Rapido (RSF) guidate da Mohamed Hamdan Dagalo (Hemedti).
Il Contesto: Le tensioni sono esplose nell'aprile 2023, principalmente a causa di un disaccordo sui tempi e i termini per l'integrazione delle RSF nell'esercito regolare.
La Lotta per il Controllo: Questo disaccordo sulla transizione verso un governo civile dopo il colpo di stato del 2021 è rapidamente degenerato in una guerra aperta per il controllo dello stato e delle sue vaste risorse. Le RSF hanno rafforzato la loro posizione grazie al sostegno finanziario e militare esterno, spesso agendo come forza mercenaria per gli interessi regionali (come in Yemen e Libia).
L'Impatto: Il risultato è la peggiore crisi umanitaria del pianeta, con milioni di sfollati, e un conflitto che in aree come il Darfur ha assunto i connotati spaventosi di una pulizia etnica, di cui le immagini satellitari sono la terrificante testimonianza.
È giunto il momento che la comunità internazionale non si limiti a "inorridire", ma agisca: per fermare il massacro e per recidere i fili che collegano le ambizioni regionali al sangue sparso in Sudan.
 
 
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