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È un dato di fatto risaputo: l'informazione e il giornalismo sono spesso la prima vittima di ogni conflitto. Eppure, dall'inizio dell'invasione russa su vasta scala in Ucraina nel 2022, abbiamo letto a più riprese narrazioni che oggi appaiono prive di riscontro nella realtà.
Si è ripetutamente affermato che la Russia fosse destinata a perdere e che non avrebbe retto il confronto con l'Ucraina. Sono circolati dettagli che mostravano una presunta impreparazione totale dell'esercito russo, come l'episodio – apparso in un articolo de Il Foglio – dei soldati russi che combattevano al fronte tra la neve senza calzini, un elemento che sottintendeva come Putin stesse mandando allo sbaraglio i suoi uomini. Oppure titoli come: "Putin perderà. La vittoria degli ucraini non passerà per un cessate il fuoco
Basta una ricerca su Google oggi con "Russia perderà la guerra" e consultando le notizie dell'ultimo anno, per imbattersi in titoli che parlavano di una Russia in caduta libera, di fake news su l'avanzata russa e di una facile vittoria ucraina.
Il Fronte e la Nuova Fase
Oggi, tuttavia, siamo di fronte a uno scenario diverso. Lungi dal voler giustificare Putin – per il quale non ho assolutamente nessuna simpatia – il racconto europeo di questa guerra appare totalmente falsato dalla realtà che si sta manifestando sul campo.
Oggi vediamo i russi avanzare, sia pure a poco a poco. Stanno avanzando a Pokrovsk, a Zaporizhzhia e lungo le linee del fronte. Esattamente un anno fa, mi trovavo in quei luoghi, mentre si preparavano le trincee per resistere a una nuova ondata. Già allora, si parlava della scarsità di uomini e di quanto i soldati non fossero quelli "giusti".
Ricordo di aver parlato in un ambulatorio vicino al fronte con un artigiano di Leopoli che lavorava il legno e che ormai non riusciva più a muovere le dita a causa dell'artrite. Accanto a lui, il suo comandante, di 25 anni più giovane, appena uscito dall'Accademia militare, mi confidava:
"Io con lui, con il quale sono diventato amico, e con gli altri uomini che ho, non posso combattere, non posso fare imboscate, perché non sono persone preparate e adatte alla guerra".
In Ucraina è morta una generazione di soldati. Basta recarsi nella piazza principale della capitale per rendersi conto di quanti ragazzi sono caduti durante l'invasione russa, osservando le bandierine e le foto esposte, e di quanto quel Paese abbia dovuto pagare per questa invasione su vasta scala.
Oggi non siamo di fronte all'epilogo, ma a una nuova fase. Come detto, l'esercito russo sta avanzando. Ieri è stato annunciato dall'Ucraina stessa – una notizia la cui veridicità non è in dubbio, dato che sarebbe un controsenso diffonderla altrimenti – che almeno 300 soldati sono dentro Pokrovsk e stanno cercando di accerchiare completamente la città.
La manovra russa mira verso Nord, con l'obiettivo di prendere questa città che un tempo contava 60.000 abitanti e che oggi è logisticamente strategica per dirigersi verso Dnipro, una delle città fondamentali dell'Ucraina e obiettivo della stessa avanzata russa.