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La Flotilla e la scelta di proseguire: come la marcia pacifista a Sarajevo nel 1992

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Immaginate di essere nel dicembre 1992, parte dei 500 pacifisti italiani e stranieri che diedero vita alla storica marcia su Sarajevo. La loro azione ruppe simbolicamente l'assedio serbo, un blocco che sarebbe durato altri quattro anni, ma che grazie a quell'iniziativa ottenne un'attenzione mediatica internazionale cruciale.

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Immaginate che il vostro governo vi dicesse: "Fermatevi in Croazia. Proveremo noi a rompere l'assedio, cercheremo altre soluzioni con il sostegno della Chiesa cattolica." Nessuno di quei 500 avrebbe risposto di sì. I loro corpi e la loro vita erano stati messi totalmente in gioco in quella battaglia non violenta per spezzare l'assedio.

La Depoliticizzazione e la Rinascita del Dibattito

Dopo la caduta del Muro di Berlino, siamo entrati in un mondo depoliticizzato. Termini come "politico" e "ideologia" hanno assunto un'accezione negativa. Spesso, quando mi chiedono un libro "non di parte" o un giornale "non ideologico," e persino il dichiararsi "apolitico" è visto come un pregio. Con la fine della Prima Repubblica e l'arrivo della Seconda, la cultura politica in Italia si è progressivamente affievolita.
Abbiamo partiti post-ideologici, abbiamo giornali che si dichiarano neutrali.
Il neo-liberismo si è fatto sistema unico e la non-ideologia è il modo più pavido per sostenerlo.

Oggi, però, stiamo vivendo una fase diversa. Lo sciopero a sostegno del popolo palestinese e le proteste in corso da due anni hanno riportato il dibattito politico al centro del Paese. Lo sta facendo anche la destra, con il "nuovo ordine mondiale sovranista" promosso dai movimenti di estrema destra. La sinistra, pur dovendosi ancora riorganizzare, trova nella battaglia per la Palestina un collante importante per lo storico movimento anticoloniale.

La Flotilla e la Questione delle Acque palestinesi

È in questo contesto che si inserisce la vicenda della Global Sumud Flotilla. Ieri, la Flotilla ha ricevuto la proposta di lasciare gli aiuti umanitari a Cipro e accettare la mediazione del governo italiano, che voleva incassare la vittoria politica di aver fermato l'azione. Ma il movimento, che va ben oltre l'opposizione parlamentare italiana e rappresenta 44 paesi, con persone a bordo che non rispondono ai partiti, ha deciso di proseguire la sua marcia.

Ieri, in Parlamento, si è tenuto un dibattito importante un’informativa urgente del Ministro della Difesa, Guido Crosetto. Due cose mi hanno colpito:

La richiesta implicita di aiuto: la voce di Crosetto ha tradito un'emozione importante: la paura. Ha rivolto un appello diretto all'opposizione: "Fermate la Flotilla, perché sappiamo che può succedere qualcosa di grave a quelle persone."

La seconda cosa che mi ha colpito è l'utilizzo di un termine che non rispecchia né il diritto internazionale né le risoluzioni delle Nazioni Unite, definendo le acque di fronte a Gaza come "acque israeliane".

Crosetto ha detto che le fregate italiane accompagneranno la Flottiglia solo fino alle acque internazionali, e che una volta entrate nelle "acque israeliane," nulla si potrà più fare. Le acque davanti a Gaza sono invece acque territoriali palestinesi, come confermato da diverse risoluzioni internazionali.

Questo è un segno importante dei nostri tempi: il Ministro della Difesa non esce dal blocco di alleanze e dal sostegno che il governo italiano sta dando al governo israeliano. Se fossimo nel Novecento, la politica sarebbe protagonista. Invece, dopo decenni in cui ci hanno detto che il mercato veniva prima di tutto, oggi la politica viene svuotata di significato.

Abbiamo delegato la politica interna al libero mercato, usando il debito pubblico come una clava contro lo Stato sociale. Abbiamo delegato la diplomazia alle alleanze militari e al commercio di armi, rendendola un affare più per fondazioni legate all'industria bellica come Leonardo che per il Ministero degli Esteri (la Farnesina).

La Global Sumud Flotilla ha fatto una scelta politica netta, quella di rompere l'assedio imposto a Gaza, mettendo al centro i diritti umani. Ieri scegliendo di andare avanti lo ha ribadito.

È per questo che merita il nostro ringraziamento.

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SCANNER è il podcast daily di Valerio Nicolosi per Fanpage.it: ogni mattina alle 7, una finestra sul mondo per capire cosa davvero sta accadendo. Politica estera, conflitti internazionali, migrazioni, politica interna, migrazioni e tematiche sociali raccontate dal giornalista con chiarezza e approfondimento. Con la voce di esperti e reportage direttamente dal campo - Palestina, Ucraina, Mediterraneo, Africa, Stati Uniti, America Latina e molto altro - SCANNER porta le storie dove accadono, per offrirti ogni giorno un’informazione completa, immediata e dal vivo.

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