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Ambiente, sanità, scuola: a cosa serve la patrimoniale

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Pagare le tasse è universalmente sgradito. È un sentimento comune, rafforzato da decenni in cui il messaggio, a livello globale e nazionale, è stato che le tasse sono un male. Ma c'è di più: la frustrazione aumenta quando vediamo lo Stato Sociale, faticosamente costruito nel dopoguerra, smantellato pezzo dopo pezzo.

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Ospedali con liste d'attesa interminabili e personale ridotto all'osso. Scuole pubbliche dove i genitori devono provvedere alla carta igienica o pagare contributi "volontari" per attività che dovrebbero essere curricolari. In sostanza, mentre il welfare frutto delle grandi battaglie operaie degli anni '50 e '60 raggiunge un punto che speriamo essere il più basso, lo Stato smette di assolvere ai suoi compiti fondamentali. E il problema non è la quantità di tasse, ma come vengono percepite e dove vanno.

Il Fantasma del Prelievo e la Reazione Isterica

Venerdì scorso abbiamo parlato a più riprese di disuguaglianza e, di conseguenza, di tassa patrimoniale. Non è la prima volta, ed è un argomento che scatena ogni volta una levata di scudi. La semplice menzione di questa parola, che evoca un incubo economico, ha costretto persino la Premier Giorgia Meloni a rassicurare pubblicamente il proprio elettorato, promettendo: "non applicheremo mai una tassa sul patrimonio".

Eppure, a dispetto delle isterie e del dibattito polarizzato, i sondaggi dicono altro: una gran parte degli italiani è favorevole alla patrimoniale, inclusi molti elettori di destra che pure votano Fratelli d'Italia.

Ma appena si parla di aumentare il carico fiscale per le banche, per i grandi proprietari immobiliari, o per chi detiene un ingente patrimonio liquido, ecco che si invoca il ritorno del comunismo. Si parla di voler "mettere le mani nelle tasche degli italiani", senza considerare che una patrimoniale, se progressiva, è innanzitutto una tassa di solidarietà. In un momento di crisi sociale, economica e di riarmo, è doveroso chiedere a chi ha di più di contribuire di più.

Tra Crisi e Feudalismo del Capitale

Il dibattito si scontra con il trauma storico del 1992, quando il governo di Giuliano Amato, nel pieno di una profonda crisi monetaria, impose un prelievo forzoso del 6 per mille su tutti i conti bancari. Quello fu un prelievo emergenziale e una tantum, un'azione non rituale dettata dal panico finanziario.

Eppure, in Europa, le imposte sui patrimoni esistono e vengono declinate in modo strutturale: non come emergenze, ma come parte del sistema fiscale ordinario. Avvengono a livello locale in Germania, in Francia (sugli immobili) e in Spagna, colpendo soprattutto i grandi patrimoni immobiliari.

In Italia, invece, si discute se aumentare le tasse su attività come i B&B – che tolgono immobili dal mercato degli affitti lunghi – mentre l'affitto a tempo breve dilaga e le famiglie vengono espulse dalle città per i costi insostenibili. Con oltre 40.000 sgomberi all'anno, spesso per morosità incolpevole derivante da lavori poveri, la forbice della disuguaglianza non fa che allargarsi.

In un contesto dove la redistribuzione della ricchezza è un'utopia moderna, è utile ricordare un dato che ci riporta al Medioevo del capitale, non a quello ideologico, citando uno studio di due economisti della Banca d’Italia riportato in un articolo del Sole24Ore del 2016:

"I Bernardi sono più ricchi dei Grasso, a Firenze è così da seicento anni. Negli ultimi sei secoli sono cambiate solo le proporzioni: oggi chi porta il primo cognome guadagna il 5% in più di chi ha il secondo e conserva un 10% in più di ricchezza. In circa 25 generazioni le cose non sono cambiate, le famiglie più ricche nella Firenze del Rinascimento sono le più ricche nel 2011; gli stessi autori di questo studio, i due economisti della Banca d’Italia Guglielmo Barone e Sauro Mocetti, si sono stupiti dei risultati".

Forse è arrivato il momento di una redistribuzione vera del patrimonio, uscendo dal feudalismo del capitale globale.

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Il podcast daily di Valerio Nicolosi per Fanpage.it: ogni mattina alle 7, una finestra sul mondo per capire cosa davvero sta accadendo. Politica estera, conflitti internazionali, migrazioni, politica interna e tematiche sociali raccontate dal giornalista con chiarezza e approfondimento. Con la voce di esperti e reportage direttamente dal campo - Palestina, Ucraina, Mediterraneo, Africa, Stati Uniti, America Latina e molto altro - SCANNER porta le storie dove accadono, per offrirti ogni giorno un’informazione completa, immediata e dal vivo.

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