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Una nuova inchiesta per frode scuote l’Unione europea e scatena sovranisti e detrattori

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La prima domanda da porci per capire qualcosa in più di questa storia è: chi è Federica Mogherini? È una politica italiana di lungo corso: classe 1973, ha iniziato a militare nel Pci, poi nei Democratici di Sinistra e poi nel Pd. Oltre dieci anni fa è stata ministra degli Esteri nel governo di Matteo Renzi, per poi andare a Bruxelles, dove tra il 2014 e il 2019 è stata l’Alta rappresentante per la politica estera dell’Unione europea. Finita questa esperienza, è diventata rettrice del Collegio d’Europa, che è un prestigioso istituto post universitario a Bruges, specializzato in studi europei. Una scuola per i funzionari europei di domani, insomma, fondata ormai oltre 70 anni fa da personaggi del calibro di Alcide De Gasperi e Winston Churchill.

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E sono proprio le attività di questo Consiglio d’Europa a essere finite al centro dell’Eppo, cioè la Procura europea. Ieri sono state effettuate diverse perquisizioni, sia negli uffici che nelle case degli indagati, e Mogherini, Sannino e Zegretti sono stati fermati e interrogati.

Il sospetto è che Mogherini – insieme all’ambasciatore Sannino, che è l’ex direttore del Seae, il Servizio europeo per l’azione esterna (una sorta di ministero degli Esteri europeo), e a Cesare Zegretti, cioè il direttore dell’Ufficio formazione del Collegio – abbia utilizzato impropriamente dei fondi europei tra il 2021 e il 2022, proprio per finanziare il Collegio.

Cosa sappiamo sull'indagine: Mogherini e il Collegio d'Europa

Nel mirino ci sarebbe, nello specifico, l’assegnazione al Collegio d’Europa, da parte del Seae, del progetto per l’Accademia diplomatica dell’Unione europea, un progetto volto alla formazione di 50 giovani diplomatici. Il sospetto è che il Collegio – o almeno, alcuni dei suoi rappresentanti – abbiano ricevuto in anticipo informazioni importanti, prima ancora che il bando fosse pubblicato. In altre parole, che siano stati avvantaggiati e facilitati nell’aggiudicazione del bando.

La procura in particolare starebbe indagando sull’acquisto di un immobile, risalente al 2022. Oggi quell’immobile è lo studentato per gli allievi dell’Accademia, ma è stato comprato prima che venisse pubblicato il bando, che poneva proprio la realizzazione di alloggi appositi come un requisito per partecipare.

L'acquisto dell'immobile e il bando

In palio c’erano inizialmente alcune centinaia di migliaia di euro e, a partecipare al bando, sono stati in totale sei istituti di alto livello. A vincere è stato appunto il Collegio d’Europa, che ha ricevuto subito 130 mila euro e poi un'altra tranche da 600 mila per gli alloggi. L’anno dopo, nel 2023, il Collegio ha vinto nuovamente il bando, ricevendo oltre un milione e mezzo di euro. Stesso discorso per l’anno accademico in corso.

Ora si sta cercando di verificare se sono stati commessi reati, però potenzialmente ci sono accuse per frode negli appalti, corruzione, conflitto di interessi, violazione del segreto professionale. Chiaramente lo devono decidere i giudici se siamo o no in una situazione di questo tipo. Ma considerazioni del genere non fermano certo i detrattori dell’Unione europea.

Le reazioni da parte della Russia e dei sovranità

Tra i primi a lanciarsi sul nuovo scandalo è stata la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che ha subito commentato dicendo che l’Unione europea preferisce ignorare i propri problemi di corruzione, ma continua a dare lezioni agli altri ogni giorno. Ha anche detto che “ogni giorno milioni di euro scorrono attraverso canali di corruzione verso Kiev nell’Ue e da lì finiscono nelle tasche private”. Zakharova ha accusato Bruxelles di trasformare qualsiasi problema internazionale in un’opportunità di guadagno, ignorando nel frattempo i propri problemi e dando costantemente lezioni a tutti gli altri.

Ma anche il portavoce di Viktor Orban, premier ungherese, si è lanciato in un attacco, scrivendo su X: “Un altro giorno, un altro scandalo Ue”. E pure dall’Italia non ci siamo fatti mancare le polemiche. Ecco quello che ha scritto sui suoi social Roberto Vannacci: “Dopo lo Pfizer-gate, il Qatar-gate, il Green-gate, il ONG-gate, le valigie piene di soldi trovate nelle stanze di alcuni europarlamentari, i miliardi dati all'Ucraina e spesi in cessi d'oro, ville di lusso e yacht, i fondi elargiti agli Stati che ci inondano di immigrati e che massacrano i cristiani, ecco un altro settore che viene aperto alle indagini. Ma ci sarà un settore sano di questa Europa a trazione socialdemocratica?”.

C'è bisogno di trasparenza

Per il momento la Commissione rimane cauta, non si espone. Si è limitata a sottolineare che l’inchiesta riguarda la precedente legislatura, quando la carica di Alto rappresentante era ricoperta da Josep Borrell, che si è subito dichiarato estraneo ai fatti. Invece il Collegio d’Europa ha sottolineato che collaborerà con le autorità “nell’interesse della trasparenza”.

E forse, al di là di come finirà questa indagine, nell’Unione europea c’è bisogno di un po’ di trasparenza in più. In una fase in cui le le valige ripiene di contanti del Qatargate fanno da protagoniste, assieme al l’ombra delle ingerenze filorusse e il caso dei lobbisti legati a Huawei, arrivare fino in fondo, fare chiarezza, è d’obbligo.

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