PODCAST

Salvini rispolvera la teoria della remigration e cavalca il complottismo della destra europea

Immagine
Audio wave

Segui Nel caso te lo fossi perso.
Ascolta la notizia più importante del giorno.

Immagine

Le parole esatte di Matteo Salvini sono state: “L’Europa sta permettendo a troppi immigrati, soprattutto islamici, di entrare nel nostro Paese e di distruggere il nostro tessuto sociale, valoriale ed economico. Il problema non è il dio, è pretendere che chi arriva a Bari, a Lecce, a Foggia, a Brindisi, a Taranto, a Trani rispetti la nostra cultura, i nostri simboli, la nostra religione e Costituzione. Quelli che non sono disposti a farlo, cristianamente e generosamente, fuori dalle palle, tornino da dove sono arrivati. Non possiamo essere noi a cambiare in base ai capricci di chi arriva domani mattina”.

Ti è piaciuto questo episodio di NEL CASO TE LO FOSSI PERSO?

Dall’elenco delle città citate, capirete bene che il leader della Lega si trova in Puglia, precisamente a un comizio per la campagna elettorale delle regionali. Salvini ha usato la retorica dell’estrema destra europea e ha parlato esplicitamente di remigrazione. Ha detto: “Il termine remigration per blindare le frontiere e riaccompagnare coloro che commettono reati può e deve essere oggetto di discussione anche in Italia”.

La teoria della remigration

C’è una grande confusione, che però si sposa benissimo con la narrativa che arriva dritta alla pancia dell’elettorato di destra: Salvini parla di remigrazione e di espellere chi commette reati, però non identificarsi in una cultura mainstream non è mica un reato. Eppure per il vicepremier anche queste persone devono essere rispedite da dove sono venute. Sempre che siano arrivate da qualche parte, perché chi ha sostenuto il concetto di remigrazione è anche arrivato a teorizzare di deportare persone nate in quel posto, semplicemente con un background culturale o una religione diversa.

Quello della remigration è un concetto piuttosto antico, ma negli ultimi anni è stato ripristinato da alcuni partiti di estrema destra. Partiti come il tedesco AFD, Alternative fur Deutschland, il francese Generation Identitaire, l’austriaco FPO, Freiheitliche Partei Österreichs, hanno normalizzato questa parola, l’hanno resa legittima nel dibattito politico pubblico. L’hanno usata per mascherare i piani di deportazioni. In Paesi come appunto la Germania e l’Austria, dove questa parola – deportazione – è ancora fortemente associata al periodo nazista, alle deportazioni di massa degli ebrei – quella di remigration appare decisamente più morbida, meno pericolosa. Però nei fatti nei programmi elettorali di questi partiti sono state inserite, come se fosse ordinaria amministrazione, voci che parlano di riportare indietro gli immigrati. E magari anche i figli degli immigrati, se non si sono adattati alla cultura e alla religione europea. Insomma, possiamo trovare parole meno scomode, possiamo fare tutti i rebranding semantici che vogliamo, ma sempre di deportazioni di massa si parla.

Complotti e cospirazionismi vari sulla sostituzione etnica

L’idea della remigrazione va di pari passo con la teoria cospirazionista della sostituzione etnica, quell’allarme xenofobo e razzista lanciato dall’estrema destra che affonda le sue radici nel suprematismo europeo. Nella convinzione che ci sia un’identità europea, un classicismo cristiano, da proteggere contro l’ibridazione straniera, la contaminazione di una cultura e un’identità considerata, alla fine, inferiore. È la retorica dell’estrema destra più becera della minaccia dell’uomo nero, dell’invasore da respingere.

Il 2024 è stato un anno di elezioni, tra cui quelle europee, diverse nazionali, le presidenziali statunitensi. In Europa l’FPO ha proposto un commissario europeo alla remigrazione, negli USA Trump ha fatto una campagna elettorale parlando di deportare tutti i migranti, un piano che sta mettendo in pratica oggi. A settembre dell’anno scorso, a qualche settimana dal voto, Trump scriveva sui social (un post che poi ha fatto oltre 50 milioni di visualizzazioni): “Da presidente metterò immediatamente fine l’invasione dei migranti. Fermeremo tutti i voli degli immigrati, tutti gli arrivi illegali… e rinvieremo tutti i migranti illegali di Kamala ai loro Paesi, una cosa nota anche come remigrazione”.

I rapporti con l'estrema destra europea

La remigrazione è stata anche al centro del Remigration Summit che si è tenuto questa primavera a Gallarate, in provincia di Varese, un evento in cui i principali partiti della destra europea e individui e movimenti decisamente radicali si sono trovati nella stessa stanza. A Fanpage.it ce ne siamo occupati con un’inchiesta sotto copertura del nostro team Backstair, che ha svelato la rete dell’odio contro i migranti e le seconde generazioni nel nostro Paese.

Al Remigration Summit c’erano persone come Andrea Ballarati, un giovane militante che dopo essere stato associato a Casapound e Gioventù Nazionale ha fondato il movimento Azione, Cultura e Tradizione. Ma c’era anche l’estremista austriarco Martin Sellner, tra i principali teorici proprio della remigrazione e già espulso negli ultimi anni da diversi Paesi per motivi di sicurezza. Nella nostra inchiesta abbiamo mostrato come il sindaco leghista di Gallarate, Andrea Cassani, abbia deciso di ospitare l’evento dopo che molte strutture si erano rifiutate, per motivi abbastanza ovvi. Al nostro giornalista sotto copertura diversi esponenti regionali del partito hanno confermato il coinvolgimento nell’organizzazione di questo evento e in effetti tanti erano presenti. Ufficialmente per curiosità, ma è chiaro che questo non è un elemento marginale. È una conferma di vicinanza politica.

La visione sull'Europa

Il punto è che la visione sull’Europa di queste figure e movimenti è quella di un continente bianco e cristiano, dove non c’è spazio per culture e religioni differenti, dove l’accoglienza e la solidarietà non sono più dei valori, dove il razzismo più becero è pervasivo. Quel razzismo che deumanizza gli altri popoli, li descrive come primitivi, come altri e pericolosi.

Ecco che cosa c’è dietro la remigrazione, dietro le teorie di sostituzione etnica, dietro quella propaganda xenofoba che una parte politica prova a legittimare e normalizzare. Ed ecco perché le parole di Matteo Salvini, quando dice che devono andare tutti fuori dalle palle se non si adattano alla nostra cultura, sono pericolose. Non è buonsenso, non è patriottismo: è il razzismo più violento, è discriminazione pura.

Se questo contenuto ti è piaciuto, clicca su "segui" per non perderti i prossimi episodi.

Se vuoi accedere ad altri contenuti esclusivi e sostenere il nostro lavoro, abbonati a Fanpage.it!

Immagine

Segui Nel caso te lo fossi perso.
Ascolta la notizia più importante del giorno.

api url views
Immagine

Segui Nel caso te lo fossi perso.
Ascolta la notizia più importante del giorno.