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La Corte dei Conti non ha approvato la delibera del Cipess, quella che ad agosto dava di fatto il via libera al progetto definitivo per costruire il Ponte sullo stretto di Messina. Il Cipess è il Comitato per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile ed è un organo del governo che viene consultato per dare dei pareri e fare delle valutazioni sulla spesa riguardo alle grandi opere pubbliche, come appunto un ponte. E qualche mese fa aveva detto che si potesse partire con gli espropri e aprire i cantieri: un passaggio molto importante per l’inizio dei lavori, ma che comunque non concludeva l’iter delle approvazioni. Mancava infatti la pronuncia della Corte dei Conti, solo allora il progetto definitivo avrebbe potuto essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Cosa ha detto la Corte dei Conti sul Ponte
La Corte dei Conti si è pronunciata ieri sera e ha bloccato la delibera del Cipess. Non sappiamo bene il perché, le motivazioni saranno pubblicate nei prossimi giorni, entro un mese: nel comunicato c’è solo scritto che la sezione centrale della Corte, quella che opera il controllo di legittimità sugli atti del governo, non ha ammesso la delibera del Cipess dello scorso 6 agosto.
Anche se bisognerà aspettare le motivazioni integrali per capirci di più, qualcosa si può già dedurre. Il progetto del Ponte sullo stretto in questi anni ha avuto svariati problemi e in tanti, anche al di fuori del dibattito politico, hanno espresso dubbi e perplessità. Proprio la Corte dei conti, a settembre, aveva chiesto dei chiarimenti sul progetto, soprattutto in merito alle procedure. È quindi probabile che nel mirino ci siano le deroghe ai vincoli di protezione ambientale, che sono state istituite dal governo, ma potrebbe anche essere un problema legato all’aumento delle spese, ai costi lievitati dell’opera e di tutte quelle collegate.
La reazione del governo
Fatto sta che il governo non l’ha presa bene. La reazione di pancia di Giorgia Meloni è stata piuttosto dura e la presidente del Consiglio ha parlato di una ennesima ingerenza sulle decisioni del governo. Su X ha scritto:
La mancata registrazione da parte della Corte dei Conti della delibera CIPESS riguardante il Ponte sullo Stretto è l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento. Sul piano tecnico, i ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati per l’adunanza di oggi; per avere un’idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l’avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer. La riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti, entrambe in discussione al Senato, prossime all’approvazione, rappresentano la risposta più adeguata a un’intollerabile invadenza, che non fermerà l’azione di Governo sostenuta dal Parlamento.
La replica dei giudici alle accuse di ingerenza
Ma Meloni non è stata l’unica a prendersela con i giudici. Perché anche se contabili, sempre di giudici si tratta. Diversi esponenti della maggioranza si sono messi sulla stessa linea, alludendo al fatto che questa decisione fosse una sorta di ripicca per la riforma della giustizia che nelle stesse ore veniva approvata in Parlamento. Tanto che la stessa Corte dei Conti ha deciso di intervenire su queste polemiche, sottolineando che il suo parere è di natura giuridica, non entra nel merito delle scelte politiche, cioè quelle che hanno valutato l’opportunità di realizzare o meno il Ponte e hanno poi deciso di farlo.
La Corte dei conti tramite la Sezione di controllo di legittimità si è espressa, nella giornata di ieri, su profili strettamente giuridici della delibera CIPESS, relativa al Piano economico finanziario afferente alla realizzazione del “Ponte sullo stretto”, senza alcun tipo di valutazione sull’opportunità e sul merito dell’opera. Il rispetto della legittimità è presupposto imprescindibile per la regolarità della spesa pubblica, la cui tutela è demandata dalla Costituzione alla Corte dei conti. Le sentenze e le deliberazioni della Corte dei conti non sono certamente sottratte alla critica che, tuttavia, deve svolgersi in un contesto di rispetto per l’operato dei magistrati.
La posizione di Matteo Salvini
In tutto questo, inaspettatamente, a provare ad abbassare il livello dello scontro è stato Matteo Salvini. Dopo aver fatto una riunione a Palazzo Chigi con gli alleati di governo – quindi con Giorgia Meloni e con Antonio Tajani, che era collegato via video – Salvini ha detto che a questo punto il governo aspetterà che la Corte dei Conti dia tutte le motivazioni, spieghi quali sono i dubbi, e poi tornerà in Consiglio dei ministri per mettere a posto il provvedimento. Insomma, il leader della Lega conta di andare avanti per la sua strada, ma senza scontri frontali: il progetto andrà avanti togliendo i dubbi a chi di dovere e dopo 160 anni – ne è convinto – i cantieri partiranno.
Insomma, nessuna guerra aperta con la Corte dei conti. Un cronista di Fanpage.it gli ha chiesto se quindi l’ipotesi di una forzatura fosse tramontata: nelle scorse ore, infatti, era anche emersa l’ipotesi che il governo potesse tirare dritto, cioè tornare in Consiglio dei ministri e decidere di andare avanti anche senza il parere favorevole della Corte dei Conti, appellandosi a degli interessi pubblici superiori. Chiaramente questo complicherebbe un po’ le cose, perché vorrebbe dire mostrare il fianco a ricorsi su ricorsi, basati proprio su quel parere negativo ignorato. Però è un’opzione.
Cosa farà adesso il governo
Per ora il governo però non sembra avere intenzione di percorrere questa strada. Salvini ha risposto dicendo che lui rispetta le richieste e il lavoro di tutti, per cui darà tutte le risposte necessarie ed è convinto che i lavori partiranno, anche se con un po’ di ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista. Il primo cantiere non sarà più aperto a novembre 2024, ma a febbraio 2026.
Nel frattempo è anche arrivata anche la nota di Palazzo Chigi, che spiega come “si è convenuto di attendere la pubblicazione delle motivazioni della delibera adottata ieri dalla Corte dei Conti”. E ancora: “Solo dopo averne esaminato nel dettaglio i contenuti, il Governo provvederà a replicare puntualmente a ciascun rilievo, utilizzando tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento. Rimane fermo l’obiettivo, pienamente condiviso dall’intero Esecutivo, di procedere con la realizzazione dell’opera”.
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