PODCAST

Perché la maggioranza ha litigato sulle pensioni e le misure nella Manovra

Immagine
Audio wave

Segui Nel caso te lo fossi perso.
Ascolta la notizia più importante del giorno.

Immagine

Oggi la legge di Bilancio è arrivata in Aula al Senato, dovrà essere approvata, poi mandata alla Camera e approvata anche lì per il via libera definitivo. Tutto questo avverrà entro il 31 dicembre, come alla fine si riesce a fare ogni anno. Il percorso, però, è quasi sempre abbastanza accidentato. E quest'anno non è stato da meno, anzi. Il livello dello scontro si è alzato talmente tanto che la Lega ha minacciato di non sostenere il maxi emendamento del governo alla Manovra. Quindi, in soldoni, di non sostenere la legge di Bilancio del proprio ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti che è appunto un esponente del Carroccio. Alla fine è servita una riunione d’urgenza convocata da Giorgia Meloni e poi un nuovo emendamento per provare a mettere tutti d’accordo.

Ti è piaciuto questo episodio di NEL CASO TE LO FOSSI PERSO?

Oggi Matteo Salvini cerca di minimizzare, dice che non c’è nessun rischio di crisi di governo, ma che semplicemente “alcuni tecnici avevano previsto nei prossimi anni di allungare l’età per andare in pensione, di mettere altri mesi sulla schiena degli italiani”. E a questo Salvini ha detto di aver detto di no e che per lui sarebbe stato inaccettabile aggravare le condizioni per andare in pensione.

Se tra questi tecnici del Mef che volevano fare cose inaccettabili ci fosse anche il ministro Giorgetti, Salvini non l’ha detto. Ma sta di fatto che si è rischiato davvero di arrivare allo scontro frontale in maggioranza, a causa di alcune misure sulle pensioni. Precisamente: l’abolizione del riscatto degli anni di laurea ai fini pensionistici e l’allungamento delle finestre pensionistiche, cioè quel periodo di tempo tra la maturazione dei requisiti necessari per l’uscita dal lavoro e l’effettiva erogazione del primo assegno.

Cosa è successo con la Lega e le pensioni

Per farla breve: il governo aveva presentato un emendamento con delle modifiche anche sul versante delle pensioni in modo da recuperare delle risorse da poter destinare alle imprese. Lo aveva fatto all'ultimo, quando in realtà il testo era già abbastanza definito. Basti pensare che il Consiglio dei ministri aveva approvato la legge lo scorso 17 ottobre, quindi più di due mesi fa ormai. Ma chiaramente fino a quando non c’è l’approvazione in Aula tutto è possibile e così c’era stato un tentativo di rendere il sistema pensionistico meno dispendioso, recuperando al tempo stesso risorse per le imprese. Ma è scoppiato il finimondo.

Del resto, le pensioni sono un tema che negli anni è diventato un cavallo di battaglia per la Lega. Comunque Salvini continua a ripetere come fosse un mantra che l’obiettivo finale è sempre Quota 41. Certo, poi bisogna fare i conti con la sostenibilità per le casse dello Stato, una cosa che Giorgetti si ritrova a fare costantemente, ma che per altri esponenti del Carroccio non è poi così tanto un punto centrale. Negli ultimi giorni questa doppia anima leghista ha creato qualche problema, un cortocircuito che poi è rientrato certo, ma che ha comunque costretto Meloni a convocare un vertice tra i leader della maggioranza per calmare le acque.

La reazione delle opposizioni

Le opposizioni ovviamente non si sono fatte scappare l’occasione. Elly Schlein, la segretaria del Partito democratico, ha detto che il governo ha fatto “una manovra tagliando le pensioni, sulla pelle di chi ha lavorato una vita” e che “il governo si è spaccato e Giorgia Meloni, dopo giorni di silenzio, prova a raccontare un paese che non esiste, sostenendo che gli italiani sarebbe pure felici di questa legge di Bilancio”.

Il riferimento qui è a un altro evento che ha infiammato lo scontro negli ultimi giorni. Ma questa volta uno scontro esterno al governo, tra maggioranza e opposizione. Affari Italiani ha realizzato un sondaggio da cui risulta appunto che il 58,9% degli italiani approva la Manovra, la quarta del governo Meloni. E il TG1 ha rilanciato questo sondaggio. Una cosa che ha fatto infuriare i parlamentari del Pd in Commissione vigilanza, che hanno accusato il governo di voler indebolire il servizio pubblico (comunque in legge di Bilancio c’è un taglio di 10 milioni di euro alla Rai per il 2026) e nel frattempo di volerlo piegare alla propaganda.

In una nota i parlamentari dem hanno scritto: “Ancor più grave è che il principale telegiornale del servizio pubblico rilanci come notizia un sondaggio commissionato da una testata privata, trasformandolo in uno strumento di legittimazione politica della Manovra. Il Tg1 non può diventare un megafono del governo: indebolire economicamente la Rai e usarne l’informazione per operazioni di consenso è una deriva pericolosa”.

I problemi per Meloni non finiscono qui

Lo scontro, da stamattina, però si è spostato sui banchi del Senato. I tempi per discutere questa Manovra però sono strettissimi. Chiaramente non si parlerà solo di pensioni, ma anche del taglio dell’Irpef – che è la principale misura di questa legge di Bilancio da 18 miliardi e mezzo di euro – di rottamazione delle cartelle, misure per le imprese, i tagli a diversi fondi e il recupero di alcune risorse dalle banche.

Da qui alla fine dell’anno si discuterà di questo. Ma c’è un altro scoglio che il governo deve affrontare prima che arrivi il 2026. E si chiama decreto Ucraina. Serve per confermare il sostegno a Kiev, anche in termini di invio di armi. Un altro fronte su cui la Lega è pronta a stare sulle barricate.

Se questo contenuto ti è piaciuto, clicca su "segui" per non perderti i prossimi episodi.

Se vuoi accedere ad altri contenuti esclusivi e sostenere il nostro lavoro, abbonati a Fanpage.it!

Immagine

Segui Nel caso te lo fossi perso.
Ascolta la notizia più importante del giorno.

api url views
Immagine

Segui Nel caso te lo fossi perso.
Ascolta la notizia più importante del giorno.