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La Global Sumud Flotilla è una missione civile, che nasce per colmare l’indifferenza e l’inettitudine di governi e istituzioni di fronte al genocidio palestinese, di fronte a una popolazione massacrata che continua a morire sotto le bombe o per la fame. C’è il tentativo di portare aiuti umanitari in una lingua di terra dove anche le Nazioni Unite hanno messo in chiaro che ci sia in corso una carestia. Ma non solo: è un atto politico. Centinaia di persone che con i loro corpi provano a sfondare l’assedio, a dire che c’è una parte di mondo che non è disposta a rimanere a guardare questo orrore.
La Flotilla è partita in parte da Barcellona e Genova nei giorni scorsi, domenica diverse imbarcazioni partiranno anche da Catania. E questa volta a salpare ci saranno anche dei parlamentari, quattro parlamentari italiani. Arturo Scotto, deputato del Pd, Annalisa Corrado, eurodeputata sempre del Pd, Bendetta Scuderi, eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra, e Marco Croatti, senatore del Movimento Cinque Stelle.
È stata una scelta importante, che ha coinvolto trasversalmente le opposizioni, che hanno deciso di essere presenti, di non lasciare un vuoto. Infatti a bordo ci sono o salperanno in questi giorni anche politici francesi e spagnoli, ad esempio. Il centrosinistra italiano alla fine non sarà da meno, ci sarà. Questi parlamentari cercheranno di fare da scudo alle centinaia di attivisti, giornalisti, operatori umanitari che stanno cercando di raggiungere Gaza. Cercheranno di aggiungere un certo grado di tutela, rispetto a un governo israeliano che, con il ministro della Sicurezza nazionale Ben Gvir, ha già detto che tratterà l’equipaggio della Flotilla come se fossero tutti dei terroristi.
Per questa ragione la Spagna, il governo di Pedro Sanchez, ha deciso di dare protezione diplomatica a tutto l’equipaggio spagnolo. Così, dopo l’annuncio dei parlamentari italiani, la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, ha deciso di mandare una lettera alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, chiedendole appunto di fare qualcosa di simile, di tutelare con il suo governo gli italiani imbarcati.
In questa lettera Schlein ha sottolineato come quella della Global Sumud Flotilla sia una missione umanitaria nata dal basso, non violenta e pacifica, che si svolgerà nel pieno rispetto del diritto umanitario internazionale. E poi ha precisato che ci sarà anche una delegazione italiana a prendervi parte, con numerosi cittadini e anche quattro parlamentari della Repubblica. E conclude: “Le chiedo di tenermi informata su quanto il governo italiano intende fare per garantire la tutela e sicurezza per tutto l’equipaggio della missione umanitaria, in caso di necessità”.
Questa mattina Meloni ha risposto. Una risposta in quattro punti su quella che è la posizione del governo rispetto alla Flotilla e le iniziative messe in campo per proteggere l'equipaggio italiano.
Primo punto: Meloni dice che per raggiungere l’obiettivo di questa missione, cioè consegnare aiuti umanitari ai palestinesi, sarebbe stato meglio avvalersi di canali alternativi, più efficaci nella consegna (ha scritto proprio così) visto anche che le piccole barche della Flotilla non possono trasportare poi così tanti viveri.
Secondo punto: tra questi canali alternativi c’è quello del governo italiano, l’iniziativa Food For Gaza.
Terzo punto di Meloni: avvalersi dei canali già attivi evita di esporre gli attivisti della Global Sumud Flotilla ai rischi che inevitabilmente ci sono in zone di crisi, evitando così anche ai vari governi di farsi poi carico dell’onere di garantire la loro sicurezza.
Prima di passare al quarto e ultimo punto che la presidente del Consiglio evidenzia nella sua risposta, vanno dette due cose. Dire che ci sono canali alternativi, più efficaci e già attivi, vuol dire vivere su un altro pianeta e aver deliberatamente chiuso gli occhi di fronte alle immagini e alle testimonianze che continuano ad arrivare da Gaza. Anche le Nazioni Unite lo hanno detto chiaramente: nella Striscia c’è una gravissima carestia in corso, le persone muoiono di fame. Ci sono state decine e decine di casi di addirittura persone uccise dai militari israeliani mentre erano in fila per ritirare del cibo e altri aiuti umanitari.
I pacchi internazionali lasciati cadere dal cielo abbiamo visto come funzionano. Rischiano di essere pericolosi per la popolazione – anche qui ci sono stati casi di persone rimaste uccise, schiacciate – e non prevedono alcuna strategia di distribuzione: lasciano che le persone vi si accalchino sopra, come fossero animali, con tutti i rischi che questo comporta.
La Global Sumud Flotilla nasce proprio perché la risposta dei governi e delle istituzioni è assente o completamente marginale rispetto alla realtà della situazione. Per cui questi tre punti, con anche la precisazione sugli oneri che i governi dovranno affrontare per tutelare i propri cittadini, sono semplicemente allucinanti. Quei cittadini stanno facendo, con i loro corpi, con le loro persone, quello che dovrebbero fare i governi e le istituzioni. Perché gli aiuti umanitari sono il minimo indispensabile per prevenire l’annientamento di una popolazione. E non stanno arrivando, punto.
Ma veniamo all’ultimo punto. Meloni scrive: “In ogni caso, preso atto che l’iniziativa possa avere anche una finalità di natura simbolica o politica, e che quindi si intende portare avanti a prescindere da quanto sopra esposto, il Governo italiano assicura che saranno adottate tutte le misure di tutela e di sicurezza dei connazionali all’estero in situazioni analoghe, come sempre garantito finora”.
Ecco, quest’ultima cosa è importante. Perché lascia intendere che l’equipaggio italiano potrà contare su una qualche forma di protezione, di immunità. Di questo ne ho parlato anche con Arturo Scotto, il deputato del Pd che nei prossimi giorni si imbarcherà con la Flotilla, e lui mi ha detto che contano sulle parole della presidente del Consiglio. E si aspettano quindi che le sue azioni, quando verrà il momento, siano conseguenti.
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