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Le polemiche sul Comune di Bologna e le pipe gratis per il crack non hanno alcun senso

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I titoli che si sono letti in queste ore, sulla distribuzione di pipe per il crack gratis, possono sembrare un po’ strani, se non viene raccontato tutto il contesto. Partiamo da una premessa: l’approccio che punta solo a condannare, a emarginare, senza provare a comprendere la complessità di un tema come quello delle dipendenze e degli stupefacenti, non è mai servito. Non ha mai cambiato nulla, non ha mai tutelato la salute delle persone o aiutato a ridurre i consumi. Che è invece quello che vuole provare a fare il Comune di Bologna.

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Quello annunciato è un programma di riduzione del danno, così è stato definito. Un modo per limitare i danni alla salute, appunto, evitando strumenti improvvisati e condivisi tra più persone, e allo stesso tempo intercettare i consumatori cercando di avviare un percorso per diminuire sempre di più il consumo, fino a smettere. Ad aver annunciato tutto questo è stata l’assessora alla Salute del Comune di Bologna, Matilde Madrid, che ha spiegato che nelle prossime settimane verranno distribuite gratuitamente 300 pipe sterili, in alluminio, ai consumatori abituali di crack, che sono seguiti dai servizi sociali. Un progetto che dovrebbe costare 3.500 euro.

Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’azienda sanitaria bolognese, in città a giugno c’erano 581 persone in carico al Comune che consumavano crack. Un numero in crescita, rispetto agli anni precedenti, che ha fatto sì che le autorità locali decidessero appunto di intervenire. Come? Appunto con la distribuzione di pipe sterili gratuite, una cosa che permette di ridurre le infezioni causate proprio dall’utilizzo di materiali di fortuna, spesso improvvisati e condivisi tra più persone. Lattine, bottigliette di plastica e altri oggetti che riscaldati rischiano di provocare danni anche molto gravi. Ma non è solo questo. In questo modo si rafforzerebbe un percorso che punta a ridurre sempre e sempre di più il consumo, fino ad abbandonarlo totalmente.

Insomma, da un lato la tutela della salute nell’immediato e poi un progetto di contrasto al consumo di queste sostanze. Questo non perché al Comune di Bologna siano particolarmente ottimisti, ma perché c’è già stata una sperimentazione su piccola scala, con 40 persone, tra aprile e luglio dell’anno scorso. Da questa iniziativa, fatta insieme all’Università di Bologna, erano emersi dei benefici concreti: le persone coinvolte avevano effettivamente ridotto il consumo e, non condividendo più i materiali, avevano riscontrato molti meno problemi respiratori o di infezioni alla bocca. C’erano state molto meno patologie collegate anche al consumo e allo stesso tempo erano aumentate le persone che chiedevano supporto per uscire dalla dipendenza. Forse perché si era creato un rapporto di fiducia con le autorità, con gli assistenti sociali: era cambiato il paradigma, da un approccio di condanna e di marginalizzazione, a un accompagnamento, una comprensione.

Ci sono anche altri studi che hanno dimostrato come queste politiche non incentivano il consumo di droghe, che è quello che invece sta sostenendo la destra. C’è un report che ogni anno viene pubblicato da Harm Reduction International che spiega proprio questo. E che tra l’altro sottolinea come anche l’Italia sia uno di quei Paesi che dal 1994 adotta questo tipo di politiche.

In un'intervista con Fanpage.it l’assessora bolognese ha spiegato come il principio di riduzione del danno sia previsto dai LEA, i livelli essenziali di assistenza stabiliti nella sanità pubblica italiana. Il Comune non ha fatto altro che applicare questo principio, anche appunto sulla base dei risultati condotti da questo studio fatto l’anno scorso di cui vi parlavo prima. L’assessora in questa intervista ha anche risposto alle critiche della destra, dicendo sostanzialmente che possiamo anche essere tutti d’accordo sul fatto che drogarsi fa male, ma che con le paternali non si è mai risolto nulla.

Dall’altra parte ovviamente non la pensano così. E sono scoppiate le polemiche. Tra l’altro proprio nello stesso giorno in cui, dopo aver partecipato al Meeting di Rimini, Giorgia Meloni è andata a fare una visita a San Patrignano, la comunità per ex tossicodipendenti fondata da Vincenzo Muccioli. Fratelli d’Italia ha annunciato una denuncia all’amministrazione per istigazione al consumo. Stefano Cavedagna, che è un parlamentare europeo del partito di Meloni, ha detto di voler denunciare il sindaco Lepore e la sua giunta per incitazione al consumo e allo spaccio di droghe. Poi ha aggiunto: "Distribuire pipe gratis per consumare crack, usando soldi pubblici, è inaccettabile e pare una vera istigazione a delinquere. Il Comune sembra aiutare lo spaccio anziché combatterlo, in una città già ai primi posti in Italia per traffico di sostanze”.

Fratelli d’Italia ha anche annunciato un ricorso alla Corte dei Conti per l’uso dei fondi comunali. E anche la Lega è partita all’attacco. Non poteva certo mancare il post contro la droga di Matteo Salvini, che sui suoi social infatti ha scritto: “Pipe per il crack distribuite dal Comune di Bologna, a spese dei contribuenti? Questa è follia. La droga è morte e fa schifo. Va fermata, non incentivata”. Sulla stessa linea pure Giuseppe Valditara, il ministro dell’Istruzione, che ha parlato di “forze politiche irresponsabili che favoriscono l’uso delle droghe e legittimano la cultura del degrado”.

L’elenco di accuse e condanne potrebbe essere ancora lungo. Il punto è che un po’ tutti gli esponenti della destra stanno criticando a suon di slogan, dimenticando però che le politiche di riduzione del danno sono diffuse in Italia e a Bologna nello specifico da anni, è un approccio consolidato che va avanti da decenni e che si sta dimostrando efficace. Molto più che una dichiarazione fine a sé stessa per cui la droga fa male.

Come ha ribadito l’assessora Madrid anche sui suoi social, è molto comodo e semplice dire che drogarsi non va bene, però poi bisogna anche fare i conti con la realtà. Con il fatto che le persone che soffrono di dipendenza si possono supportare e accompagnare in un percorso. Oppure si possono lasciare per strada continuando a ripetere qualche slogan.

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"Nel caso te lo fossi perso" è il Podcast daily per i Sostenitori di Fanpage.it che, ogni giorno, fa il punto sulla notizia più importante del momento, quella da non perdere, per aprire gli occhi sul mondo. L’appuntamento è dal lunedì al venerdì alle 18.00, con la nostra giornalista, Annalisa Girardi.

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