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Quello sull’Ucraina è stato un vertice decisamente singolare. E non solo per la portata storica, perché c’era una folla di leader riunita alla Casa Bianca per porre fine alla guerra. Ma anche perché è stato un evento pieno zeppo di fuorionda, gaffe e momenti decisamente poco istituzionali. Ma non per questo insignificanti, da un punto di vista diplomatico e politico.
Il primo ha riguardato sicuramente tutta l'attenzione che c'è stata per l'outfit di Zelensky. Durante il precedente e disastroso incontro di febbraio alla Casa Bianca tra Trump e Zelensky una delle innumerevoli critiche che erano state fatte al presidente ucraino riguardava proprio come fosse vestito. Un giornalista gli aveva chiesto perchè non si mettesse un completo per le occasioni ufficiali, al posto della sua solita mise militare. E pure Trump aveva rincarato la dose. Ecco, questa volta Zelensky è arrivato con un completo tutto nero, e Trump lo ha subito apprezzato, facendogli i complimenti per come fosse vestito. Poi, nello Studio Ovale, quello stesso giornalista dell’altra volta gli ha fatto anche lui i complimenti per l’eleganza. Cosa si può dedurre da tutto questo? Che Zelensky è stato cauto e ha voluto evitare qualsiasi cosa potesse far innervosire i suoi interlocutori, a partire proprio dal suo abbigliamento.
In generale Zelensky si è mostrato molto cordiale, ringraziando ripetutamente Trump per l’incontro e per la disponibilità. E Trump gli ha risposto alla stessa maniera, mostrandosi amichevole e sorridente. Tutt’altro rispetto a febbraio, insomma.
Non è stato un trattamento riservato a Zelensky. Trump si è prodigato in lusinghe e sviolinate anche verso i leader europei che erano presenti al vertice. E ci sono stati anche complimenti non del proprio politici. Ad esempio, del cancelliere tedesco Friedrich Merz ha detto che è un suo amico e ha un’abbronzatura fantastica. E del presidente finlandese Alexander Stubb ha detto che aveva un aspetto magnifico, il migliore di sempre. In realtà quest’ultimo complimento potrebbe essere stato il tentativo di salvare una gaffe. Infatti, quando è arrivato a parlare di Stubb, sempre per presentarlo ai giornalisti, ha iniziato a chiedere dove fosse, perché non lo vedeva. Ma ce l’aveva letteralmente davanti.
Tra i momenti più informali ce n’è stato anche uno catturato da una foto abbastanza esplicativa, che è stata postata sui social. Si vede Trump che mostra a Zelensky e Macron la sua collezione di cappellini MAGA, cioè quei cappellini con il frontino che è solito indossare con la scritta Make America Great Again.
A proposito di Trump che mostra cose. Sempre sui social è stata anche diffusa, sempre dall’amministrazione Trump, una foto del presidente che mostra a Zelensky una gigantesca mappa dell’Ucraina, dove erano evidenziate le regioni occupate. Come se Zelensky non avesse ben chiaro quali sono i territori del suo Paese invasi dai russi. Forse Trump gliela ha fatta trovare per spingerlo a delle concessioni territoriali, in ogni caso Zelensky ha reagito bene, dicendo (scherzando) di volersela tenere. E Trump gli ha assicurato che gliene farà avere una.
Un'attenzione speciale poi va prestata ai fuorionda. Ad esempio, mentre i leader stavano per prendere posto al tavolo ed erano ancora presenti telecamere e giornalisti nella stanza. i microfoni della CNN hanno captato uno scambio tra il presidente statunitense e quello francese, in cui si sente Trump dire queste parole: “Penso che Putin voglia fare un accordo per me, capisci che voglio dire? Per quanto possa sembrare folle”. Insomma, Trump si stava vantando di avere una particolare influenza sul presidente russo. Molti commentatori non sono troppo d’accordo su questo, anzi sostengono che sia Putin a manipolare e giostrarsi Trump un po’ come vuole, per ottenere ciò che gli interessa. Per come stanno andando i negoziati, questa seconda interpretazione sembrerebbe la più veritiera.
E infine, ci sono anche stati due fuorionda in cui la nostra presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ammesso di non amare le domande dei giornalisti. Cosa abbastanza nota tra gli addetti ai lavori, visto che Meloni raramente rilascia interviste o si concede alle domande dei cronisti nei punti stampa. Ecco, mentre il presidente finlandese stava parlando del fatto che Trump avesse brevemente aperto le porte del vertice alla stampa, Meloni gli ha detto: “Ma a lui piace, gli piace sempre. Io non ci voglio mai parlare con la stampa italiana”.
E poi più tardi, quando Trump ha chiesto agli altri leader se volessero rispondere a qualche domanda, Meloni gli ha sussurrato: “Meglio di no, andremmo per le lunghe”. Peccato però, che il microfono abbia registrato tutto.
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