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Quando si tratta di vaccini e di obbligatorietà, la Lega è sempre pronta a dare battaglia. Dopo aver passato gli anni della pandemia a contestare l’obbligo di vaccinazione anti-Covid – nonostante l’intera comunità scientifica insistesse sul fatto che fosse l’unico modo per limitare il contagio, se non volevamo continuare a chiuderci in casa e tagliare ogni contatto con gli altri, con il mondo estero – ora il Carroccio ha trovato un nuovo modo per strizzare gli occhi ai No Vax. Prima con le polemiche sulla commissione vaccini e poi rilanciando l’idea di togliere l’obbligo vaccinale.
In particolare, è Claudio Borghi a farlo. Esponente della Lega di lunga data, è sempre stato particolarmente critico sui vaccini, nonostante la comunità scientifica non si stanchi mai di ripetere quanto sia fondamentale questo strumento di prevenzione per la salute individuale e pubblica. Repubblica stamattina ha pubblicato un articolo in cui ha ricordato come Borghi già l’anno scorso, nel 2024, avesse presentato un emendamento al decreto legge sulle liste d’attesa in cui proponeva proprio di far saltare l’obbligo vaccinale. E poi, sempre in questo articolo, ha citato delle nuove dichiarazioni di Borghi. Che ha detto: “Ci riproveremo, certo. Così ci allineeremo con gli altri Paesi, visto che a livello internazionale quello che ha fatto l’Italia è l’eccezione, non certo la regola. Vogliamo evitare qualsiasi obbligo vaccinale, ma sarà necessario l’accordo con gli alleati”.
Ecco, l’accordo con gli alleati però sicuramente manca. Forza Italia ha sempre sostenuto l’importanza di affidarsi alla comunità scientifica, e di conseguenza l’obbligo vaccinale. Appena qualche giorno fa, intervenendo sul caos della commissione vaccini di cui parleremo tra poco, Licia Ronzulli, esponente di Forza Italia nonché vicepresidente del Senato, ha detto in un’intervista con La Stampa che bisogna smetterla di legittimare i no vax e va invece sgomberato il campo da qualsiasi ambiguità. A proposito di ambiguità, su questo tema sicuramente Fratelli d’Italia è ambiguo, probabilmente perchè ci sono posizioni diverse al suo interno. E anche dentro alla Lega in realtà non tutti vedono le cose allo stesso modo di Borghi. Il governatore del Veneto Luca Zaia, per fare un esempio su tutti, per esempio ha sempre sostenuto l’importanza di vaccinarsi.
Sicuramente è diversa la posizione di Matteo Salvini. Che alcuni giorni fa aveva detto che dirsi dubbiosi su un obbligo vaccinale che non esiste nella maggior parte dei Paesi europei non fosse antiscientifico, ma una cosa di buon senso. Il leader della Lega era intervenuto rispetto alle polemiche che vanno avanti ormai da alcune settimane su questa commissione sui vaccini, il Nitag, che più precisamente sarebbe il Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni.
Cosa è successo: lo scorso 5 agosto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha rinnovato questo organismo con lo scopo di dare supporto tecnico nella definizione delle politiche vaccinali nazionali. Che cosa si intende, nel concreto? Ad esempio monitorare quelle che sono le malattia per cui è possibile fare prevenzione e come stanno andando le campagne vaccinali in corso, ma anche studiare strategie per spingere la popolazione a vaccinarsi lì dove c’è diffidenza. E poi altri compiti più tecnici, come la definizione del calendario vaccinale e l’aggiornamento del piano nazionale sulle vaccinazioni.
Fin qui tutto regolare e in realtà niente di nuovo, visto che un Nitag era già stato nominato durante il governo Draghi. Il problema ha riguardato più che altro alcune delle nuove nomine. In particolare due esperti che, secondo diverse organizzazioni scientifiche e parte anche dell’opposizione politica, sarebbero pericolosamente vicini al mondo no vax: si tratta di Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite, che sono rispettivamente un professore nella scuola di osteopatia di Pisa e un ex professore associato dell’università di Verona.
L’ex ministra Lorenzin della salute, quella che ha introdotto l'obbligo vaccinale per una decina di virus e malattie nel 2017, ha commentato queste nomine dicendo che non si capisce come mai all’interno di un organismo con un compito così delicato siano stati inseriti profili piuttosto controversi, che senza mezzi termini hanno già messo in dubbio l’affidabilità dei dati e hanno criticato apertamente le politiche vaccinali.
È stata lanciata una raccolta firme, che ne ha già raccolte oltre 35 mila, per chiedere che venisse revocata la nomina di questi due esperti, in quanto – e leggo dalla petizione – “non vantano una solida produzione scientifica in ambito vaccinale, né riconoscimento accademico in materia di immunizzazione” e “in passato hanno pubblicato e promosso contenuti pseudoscientifici, mettendo in dubbio la sicurezza e l’efficacia dei vaccini e sostenendo teorie prive di fondamento”.
Insomma, ci sono state polemiche e polemiche e alla fine il ministro ha deciso di revocare tutte le nomine. Una cosa che, se ha soddisfatto alcuni, ha sicuramente dato fastidio ad altri. Tipo alla Lega. Salvini ha detto: “Io ho letto le interviste di questi due medici che non conosco, che non si definiscono no-vax, che soprattutto per l’obbligo vaccinale nei confronti dei minori avevano dei dubbi, che avevano e hanno milioni di italiani e migliaia di medici. Quindi non ci sono dei dogmi. E da un comitato consultivo di venti persone azzerare chi non la pensa come il mainstream non mi sembra scientificamente corretto”.
E poi Salvini se l’è presa anche con il ministro, dicendo che ha deciso di testa sua prima nominando e poi azzerando la commissione. Una prova, secondo il leader leghista, che qualcosa al ministero non stia funzionando. Sulla stessa onda anche il ministro dell’Agricoltura, in quota Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida, che ha detto in un’intervista con Il Foglio che – e cito – “la storia insegna che non sempre il pensiero scientifico dominante è quello giusto” e che, sì ok statisticamente è così ma si deve lasciare spazio anche a tesi diverse e non soffocarle.
Per l’opposizione, però, con queste uscite gli esponenti del governo stanno solo trasformando la scienza nell’ennesima crociata da bar, senza rispetto per la salute dei cittadini e le competenze della comunità scientifica. Ad ogni modo, dei nuovi membri del Nitag se ne parlerà fra qualche settimane. Ed è probabile che riscoppi la polemica.
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