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La citazione di Berlusconi della ministra Bernini e gli attacchi agli studenti che la contestavano

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Atreju, l’evento di Fratelli d’Italia: tra gli ospiti c’è la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, storica esponente di Forza Italia, proprio nei giorni del secondo appello del test di Medicina, il test del cosiddetto semestre filtro, cioè la riforma che il governo sta sperimentando da quest’anno per semplificare l’accesso a Medicina. Una riforma, però, fortemente criticata dagli studenti. Che erano presenti anche ad Atreju proprio per confrontarsi con la ministra.

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Cosa è successo? Che la ministra non ha fatto a tempo a prendere il microfono e iniziare il suo intervento e sono partite le contestazioni. Lei allora, dal palco, ha tirato fuori una citazione storica: “Eccoli qua, i nostri amici contestatori. Sapete come diceva il presidente Berlusconi? Siete sempre e solo dei poveri comunisti”.

"Siete sempre e solo dei poveri comunisti"

Quella citazione risale al giugno del 2009, pronunciata a Cinisello Balsamo, un paese alle porte di Milano, durante la campagna elettorale del PDL – il Popolo della Libertà – per le provinciali. Pronunciata, per ironia della sorte, da Piazza Gramsci. Erano altri tempi: Berlusconi era al suo quarto e ultimo governo, era il pieno della crisi finanziaria. Qualche mese prima c’era stato il devastante terremoto dell’Aquila, su cui comunque c’erano tante polemiche per la gestione degli sfollati e della ricostruzione. Era il periodo dei decreti anticrisi, dei decreti sulle intercettazioni, c’era il gigantesco dibattito sul fine vita con il caso di Eluana Englaro, si parlava di ritorno al nucleare.

Insomma, politicamente, non era un periodo particolarmente sobrio. E a Berlusconi non mancavano le contestazioni. Ma, appunto, erano altri tempi. Lui era un uomo di altri tempi: un uomo nato negli anni Trenta, che aveva vissuto il periodo della Guerra fredda, aveva attraversato un’epoca in cui effettivamente i liberali e i cattolici si scontravano politicamente con i comunisti.

Le contestazioni e la risposta di Bernini

Certo, poi Berlusconi i comunisti li vedeva ovunque. Non è detto che quel giorno di giugno, a Cinisello Balsamo, ci fossero dei comunisti a contestarlo. Ma quasi sicuramente non c’erano ieri ad Atreju a contestare la ministra Bernini: erano dei ragazzi e delle ragazze, studenti e studentesse di Medicina al primo anno, che protestavano a gran voce per una difficoltà, per una riforma che non trovano funzionale. Quindi, forse, quella citazione non era delle più azzeccate.

Bernini si è difesa dicendo di essersi confrontata a lungo con gli studenti, di averli ascoltati e di aver provato a rispondere dal palco, ma di essersi trovata di fronte a persone che non la volevano sentire e che non la facevano parlare.

Ma cosa le dicevano gli studenti? Nei video circolati sui social, di quel mezzo confronto prima del palco, si vedono i ragazzi ribadire di essere esasperati, di non farcela più, raccontano un malessere psicologico molto diffuso, dato dalla paura di dover ripetere l’anno a causa di questo semestre filtro.

Come funziona il semestre filtro a Medicina

Facciamo un passo indietro e partiamo dalle novità della riforma per l’accesso alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, messa a punto quest’estate. Dall’anno accademico in corso è stato tolto il test di ingresso così come lo conoscevamo, per accedere ai corsi. Di fatto però non è stato eliminato del tutto, ma spostato di tre mesi, in modo da dare prima a tutti la possibilità di partecipare al cosiddetto semestre filtro, al termine del quale, però, sono comunque previste delle prove. In particolare per tre materie base, cioè chimica, fisica e biologia, comuni a tutti e tre i corsi di laurea.

Questo test si è svolto in due appelli, un primo il 20 novembre e poi un altro il 10 dicembre, il giorno prima della contestazione alla ministra. In entrambe queste occasioni sono piovute le critiche. Da un lato – e molte segnalazioni sono arrivate anche a Fanpage, le potete leggere sul nostro sito – ragazzi e ragazze che denunciavano irregolarità, persone che copiavano, che si portavano in aula dei fogli con le risposte segnate o direttamente i cellulari per confrontarsi in chat. Ma dall’altro anche difficoltà gigantesche: o perché non veniva segnalato il tempo a disposizione – non c’erano orologi nelle aule e tante persone si sono trovate a svolgere metà test in quattro e quattr’otto – o perché le domande sono state descritte come assurde, complicatissime.

Il punto è che tanti ragazzi non sono stati preparati a dovere in questi pochi mesi prima del test, test che serve a superare il semestre filtro, e si sono trovati ad affrontare delle prove impossibili. E così ci si trova nella situazione assurda per cui si ottiene il risultato opposto agli obiettivi della riforma: invece che facilitare l’accesso a Medicina, rendere questa facoltà più inclusiva, si finisce ad avere meno persone che poi effettivamente la frequenteranno, e un ambiente molto più competitivo ed escludente.

La riforma del test di ingresso rischia di fallire

Non solo solo timori teorici. All’appello di fine novembre solo il 15% dei candidati ha ottenuto la sufficienza in tutte e tre le materie. Si rischia, per assurdo, di avere poi meno studenti di medicina degli effettivi posti disponibili. Gli iscritti al semestre filtro, solo per Medicina, erano 54mila. I posti sono 19mila. Se la percentuale di sufficienti in tutte e tre le prove fosse anche al secondo appello sulla stessa linea del primo, è chiaro che i promossi potrebbero essere molti meno dei posti disponibili. E sarebbe la fine dell’esperimento di questo semestre filtro.

Ovviamente questa è un’opzione che il governo vuole scongiurare. Quindi ora si sta riflettendo sul da farsi. Un’ipotesi a cui starebbe lavorando al ministero è di permettere a chi ha ricevuto delle insufficienze di partecipare a dei corsi di recupero e poi, avere una sorta di debito, e poi sanarlo entro febbraio, prima del secondo semestre. A quel punto si potrebbe poi fare una graduatoria, facendo passare i punteggi più alti. Ma chiaramente questa è un’opzione che va incontro a delle problematiche: perché vorrebbe dire rivedere i criteri di valutazione, di chi passa il semestre filtro e chi no, dopo aver fatto i test.

Per ora la situazione è ancora confusa, non è chiaro come il ministero intende risolvere la situazione. L’unica cosa abbastanza palese è che per gli studenti questo semestre filtro non è la soluzione, e che per la ministra Bernini quelli che la contestano sono solo dei “poveri comunisti”.

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