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Come la destra di governo sta strumentalizzando la vicenda della famiglia nel bosco

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Sul caso della famiglia nel bosco stiamo completamente sbagliando il punto. C’è una parte della politica che è riuscita a spostare l’attenzione, a distorcere la narrazione spostandola da ciò che conta davvero. La politica si deve occupare anche dei grandi temi – come quello della genitorialità, dei modi di vivere – deve porsi le grandi domande, ci mancherebbe. Però non lo può fare oscurando i fatti e le competenze delle altre componenti della macchina dello Stato. E soprattutto, non lo può fare sulla pelle di una famiglia. Di dei bambini.

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La destra di governo si è lanciata in arringhe contro giudici e assistenti sociali, parlando di bambini strappati ai loro genitori, di vergogna di Stato eccetera. E lo ha fatto, in modo incredibilmente irresponsabile, gettando benzina sul fuoco di una vicenda delicatissima. Perché è ovvio che sia estremamente complesso e doloroso pensare di allontanare dei bambini dalla propria madre e dal proprio padre. Ma se giudici e servizi sociali sono intervenuti dei motivi ci sono: e non hanno nulla a che fare con uno stile di vita rurale, immerso nella natura. Sono ben altre le questioni che sono state considerate, che hanno a che fare con la tutela di questi bambini, della loro salute e della loro sicurezza.

Perché le parole del ministro non c'entrano nulla con il caso

Ed è agghiacciante quello che ha detto ieri il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rispondendo a un’interrogazione della Lega alla Camera. La sua riflessione, dopo aver chiarito alcuni contorni della vicenda, è stata questa: “Dopo anni di bombardamento mediatico contro la civiltà dei consumi, poi quando una famiglia decide di vivere pacificamente secondo i criteri di Rousseau a contatto con la natura, si arriva a provvedimenti così estremi”.

Ma cosa c’entra? Il provvedimento – cioè la sospensione della responsabilità genitoriale, che sì è sicuramente tra i più estremi che si possano prendere in situazioni di questo genere, ma non è definitivo nel tempo e potrà essere facilmente rivisto se la situazione migliorerà – è stato preso dopo un lungo monitoraggio scattato quando i bambini sono arrivati in ospedale con un’intossicazione da funghi. Il provvedimento è arrivato perché i genitori si sono opposti a far fare ai propri figli degli esami del sangue, dicendo che avrebbero acconsentito solo in cambio di 50 mila euro per ogni figlio. Perché il rudere in cui vivevano questi bambini non solo era sprovvisto di acqua corrente e non era allacciato alla corrente – immaginate come si possa stare d'inverno , in un bosco abruzzese – ma era anche sprovvisto di “sicurezza statica”. In altre parole, sarebbe potuto crollare.

Perché i bambini della famiglia nel bosco sono stati allontanati

Questi bambini sono stati allontanati perché gli assistenti sociali – quindi delle figure professioniste, con competenze particolari – avevano sottolineato i gravi rischi derivati dalla sostanziale mancanza di socialità, dal fatto che non frequentando la scuola e vivendo in un contesto isolato fossero tenuti lontani dai loro coetanei. Con tutto ciò che questo comporta in termini relazionali e di sviluppo.

E infine, c’è stata la questione dell’esposizione mediatica, il fatto che i coniugi – Nathan Trevallion e Catherine Birmingham – abbiano fatto partecipare i figli a una trasmissione televisiva nazionale, Le Iene. Il lavoro degli assistenti sociali è andato avanti a lungo, ma la famiglia sembrerebbe essere stata tutt’altro che collaborativa. Tanto che è arrivata infine la decisione dall’allontanamento.

Una decisione che, va ribadito, non dipende dallo stile di vita campestre, dal contatto con la natura o dal rifiuto delle tecnologie. E non si sta nemmeno dicendo che i due genitori fossero maltrattanti o abusanti. Non si stanno mettendo due modelli a confronto. Si sta parlando della sicurezza di bambini, della loro salute.

Gli attacchi agli assistenti sociali

Se quel rudere fosse crollato, la destra si sarebbe scagliata comunque sui servizi sociali e sui giudici, chiedendo perché nessuno fosse intervenuto. Se quei bambini fossero morti dopo una qualche infezione, sarebbe partita una campagna denigratoria contro chi non rispetta le nostre usanze. Se quella famiglia fosse stata africana, avremmo sentito la destra gettarsi contro di lei descrivendo quello stile di vita come selvaggio, impraticabile nel cuore dell’Occidente.

Matteo Salvini nei giorni scorsi non ha perso tempo e ha subito tirato fuori l’esempio dei campi rom. Ha detto: “Centinaia di bambini che non vanno a scuola, sporchi, senza luce, gas e acqua… Dove sono assistenti sociali, Procura e tribunali dei minori?”.

Ieri sera, a Otto e Mezzo, c’era ospite Barbara Rosina, che è la presidente dell’Ordine nazionale degli assistenti sociali, e ha denunciato questa strumentalizzazione da parte della destra di governo – probabilmente volta solo ad alimentare lo scontro con la magistratura – e ha anche spiegato come invece gli assistenti sociali lavorino moltissimo nei campi rom. Se ci sono inadempienze da denunciare, insomma, che vengano denunciate, ma parlare per luoghi comuni e per sentito dire non aiuta nessuno.

Così come non aiuta in questo momento, prendersela con le altre strutture dello Stato, appunto i giudici e gli assistenti sociali. Da questo punto di vista il dibattito è davvero surreale: ma che interessi avrebbero ad allontanare dei bambini dalla loro casa? Che tornaconto personale ci sarebbe?

La strumentalizzazione della politica

La verità è che la destra continua a strumentalizzare i minori per fare politica. Fa leva su quello che questa famiglia potrebbe rappresentare per molti – una modalità di vita lontano da stress e difficoltà quotidiane, un ritmo più umano – per racimolare consensi, ergendosi a difensore della famiglia autentica e tradizionale, la cui libertà verrebbe intaccata da uno Stato – perchè giudici e assistenti sociali sono una parte dello Stato – che vuole disciplinare la loro vita.

Non funziona così. Gli assistenti sociali fanno un lavoro enorme per tutelare i minori, per dare supporto dove è necessario – altrimenti le conseguenze sarebbero disastrose. Probabilmente se non fossero intervenuti questa volta e qualcosa fosse andato storto, sarebbero stati attaccati comunque e accusati di essere incompetenti e assenti.

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