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Mano sul cuore: il secondo episodio del podcast di Gioventù Meloniana

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È notte, a Roma: Selena Frasson si trova in una sezione di Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d'Italia, a Corso Trieste. Le luci sono spente, i ragazzi si stanno preparando per  affiggere uno striscione sulla facciata del Liceo Giulio Cesare. Un gesto per commemorare i "martiri delle foibe" e accusare i docenti di essere di parte.

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L'organizzazione è minuziosa: ognuno ha un compito preciso, con guanti e cappucci per non farsi riconoscere. Potrebbe arrivare la polizia, o dei militanti di sinistra. Selena è doppiamente preoccupata: se la polizia dovesse chiederle i documenti, la sua copertura salterebbe, rendendo vani mesi di lavoro. Se invece tutto andrà bene, il suo ruolo all'interno del gruppo sarà ancora più saldo: del resto si sa, partecipare insieme a qualcosa di proibito e rischio rende più profondi i legami.

L'infiltrazione di Selena sta procedendo bene: Flaminia Pace, la giovane e promettente responsabile del movimento, la accoglie nel circolo di Pinciano. Flaminia è considerata un'enfant prodige della politica di destra e si è fatta notare con la sua storia personale. Patriota, con una bandiera italiana tatuata sul polso. Racconta di provenire da una famiglia di origini ebraiche. La sua figura è stata a lungo presentata come  esempio di una destra moderna, lontana da ogni "nostalgia fascista".

L'apertura della nuova sede del circolo, chiamata Casa Italia, diventa un momento cruciale per l'inchiesta di Fanpage.it: Selena partecipa attivamente, dipingendo pareti e aiutando a decorare gli spazi con i compagni del movimento. Non vengono scelti simboli a caso: oltre alla bandiera italiana e ai volti di patrioti, ci sono anche un serpente che si morde la coda – l'uroboro, emblema dell'eterno ritorno – e la scritta latina "Quis contra nos" (Chi è contro di noi?), che richiamano la bandiera della reggenza del Carnaro di Gabriele D'Annunzio.

È Flaminia Pace a sottolineare l'importanza di questi simboli e il legame con la storia del partito, paragonando Casa Italia alla storica sezione della Garbatella dove è cresciuta politicamente Giorgia Meloni. Insomma, l'obiettivo è anche anche questa sede diventi un trampolino di lancio per il futuro della destra romana.

Oltre ad alimentare l'entusiasmo, Flaminia si preoccupa anche di alcune accortezze. Dà precise indicazioni ai militanti su come evitare di creare "imbarazzi" al partito: ad esempio, suggerisce di non scrivere motti fascisti sui manifesti di Azione Studentesca o di Fratelli d'Italia, perché "giornalisti in malafede" potrebbero usarli per danneggiare l'immagine del movimento. Le istruzioni sono chiare: scrivere inni al Duce va bene, ma vanno tenuti lontani da ogni riferimento ufficiale al partito.

Un angolo fondamentale di Casa Italia diventa la sua libreria: è piena di libri pubblicati da una casa editrice vicina al mondo dell'estrema destra, curata da un ex esponente di Casapound. Sono testi che affrontano temi come il "complotto ordito dalla sinistra" e raccontano figure come Pino Rauti e Rutilio Sermonti, punti di riferimento del neofascismo italiano. Un militante rivela che i titoli sono stati scelti da un catalogo e che, pur sapendo che un giornalista potrebbe criticarli, non si preoccupa: "Per me potreste mettere pure il Mein Kampf, tanto è storia".

Il senso di appartenenza – o meglio, il cameratismo – non passa solo attraverso la condivisione di certe letture. Ci sono anche dei rituali precisi. Ad esempio la commemorazione di Paolo Di Nella, un militante del Fronte della Gioventù ucciso nel 1983. In due giorni diversi, i ragazzi si ritrovano davanti a un murales in cui si legge "Paolo vive" e "croce celtica". Il primo giorno qualcuno raccomanda di non fare saluti romani, di limitarsi a mettere la mano sul cuore. Ma il secondo non manca il grido del "Presente".

Inizia a essere sempre più chiaro come il legame con il passato della destra italiana sia ancora fortissimo. Se ad avvicinarsi al movimento giovanile sono ragazzi con idee e convinzioni anche molto diverse tra loro, mossi più che altro dal desiderio di avvicinarsi alla politica, figure come quella di Flaminia Pace finiscono presto per guidarli in un ambiente fatto di azioni clandestine, rituali e letture identitarie. L'obiettivo è chiaro: formare una nuova classe dirigente pronta a prendere in mano il futuro di Fratelli d'Italia, consapevole che, a discapito dell'immagine pubblica, l'ammirazione a figure e simboli del passato è ancora forte.

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Nel 2024, anno delle elezioni europee, i militanti di Gioventù Nazionale sono impegnati in piena campagna elettorale. La giornalista sotto copertura di Backstair segue da vicino Flaminia Pace ed Elisa Segnini, astri nascenti di Fratelli d’Italia, che lontano dai riflettori si dichiarano apertamente fasciste. Dopo l’inchiesta Gioventù Meloniana, Giorgia Meloni ha scelto di attaccare il metodo giornalistico, mentre nel movimento nulla sembra essere cambiato.

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