video suggerito
video suggerito

Periferie, Pd: “Governo toglie ai poveri per dare ai ricchi”. Di Maio: “Fondi non toccati”

I sindaci di tutta Italia sono in rivolta contro l’esecutivo Lega-M5S. Il motivo della protesta è un emendamento al decreto Milleproroghe che blocca fino al 2020 i fondi di un piano per le periferie pensato dai governi Renzi e Gentiloni. Ma secondo Di Maio la norma, al contrario, “sblocca fondi che i Comuni potranno utilizzare da subito”.
A cura di Annalisa Cangemi
342 CONDIVISIONI

Immagine

"Non abbiamo bloccato i fondi per le periferie, il nostro è un emendamento a tal punto di buon senso, e che rispetta una sentenza della Corte Costituzionale, che anche le opposizioni che ci attaccano hanno votato". Lo dichiara il vicepremier Luigi Di Maio parlando con i cronisti davanti Palazzo Chigi, commentando il voto all'unanimità al Senato. E aggiunge che in realtà "la norma sblocca fondi che i Comuni potranno utilizzare da subito", Il vicepremier prova a rassicurare i Comuni e le Regioni: non sarebbero stati toccati i soldi per le periferie nel decreto Milleproroghe.

Il fulcro della discussione ruota attorno a un emendamento al decreto approvato lunedì a Palazzo Madama, e in attesa di un ulteriore passaggio alla Camera. Nell'emendamento in questione, accusa un gruppo di deputati del Pd, viene stabilito lo stop per due anni al primo intervento di carattere strutturale per intervenire nelle periferie italiane. La norma era stata varata dal governo Renzi e completata a dicembre scorso dal premier Gentiloni: si tratta di un piano che ammonta a circa 4 miliardi (di cui 2,1 statali e i restanti provenienti da fondi regionali e investimenti), rivolto a 120 tra Comuni e Città metropolitane, che hanno ricevuto fondi per combattere il degrado sociale ed economico attaverso opere infrastrutturali e servizi, come Corviale a Roma, Scampia a Napoli e l'hinterland milanese. Ma alcuni Comuni avrebbero già avviato i progetti, e quindi si troverrebbero improvvisamente senza i soldi per portarli avanti.

Da Nord a Sud i sindaci si sentono presi in giro. Clemente Mastella, ex ministro e attuale sindaco di Benevento, parla di "indecenza costituzionale" e invita gli altri 100 primi cittadini nella sua stessa condizione "tutti fregati con le popolazioni che rappresentano, a chiedere l'intervento del Capo dello Stato". "Solo per quanto riguarda la città di Bologna – fa sapere il sindaco Virginio Merolaci sono progetti per 18 milioni di euro messi in cantiere grazie a questi finanziamenti stanziati dagli ultimi Governi di centrosinistra". Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, lo giudica un atto "grave e incomprensibile che danneggia i Comuni che hanno programmato".

"Sottraggono soldi alle #periferie, fanno licenziare i precari e vogliono togliere gli 80 euro per coprire la Flat tax. Di Maio e Salvini hanno uno strano concetto di redistribuzione: levano ai poveri per dare ai ricchi", attacca su Twitter Matteo Orfini, presidente del Pd.

"Il testo è involuto e formalmente assegna nuove risorse ma se le intenzioni del governo sono truffaldine faremo di tutto per cambiare il provvedimento", si difendono i senatori dem."E' il colmo" – ribadisce la sottosegretaria M5s Laura Castelli"che il Pd oggi ci attacchi. Si sblocca finalmente un miliardo di euro per investimenti degli 8000 enti locali". 

Il presidente dell'Anci Antonio Decaro esprime però preoccupazione: "Nel Milleproroghe si coglie un segnale positivo, con la procedura per sbloccare gli avanzi di amministrazione ma la sospensione del bando periferie è preoccupante". E avverte: "Siamo pronti a una diffida nei confronti di Palazzo Chigi".

Decaro parla di "sgarbo istituzionale" da parte del governo giallo-blu: "Stiamo assistendo a un furto con destrezza. Siamo in presenza di un governo che straccia un contratto scritto, viene meno alla parola data. E tanti saluti alla leale collaborazione tra istituzioni. Sul bando periferie si fa confusione, mischiando sentenze, interessi politici e risorse economiche che nulla c'entrano tra loro, solo per non dire la verità: si stanno privando i Comuni di fondi necessari per rendere più sicure e vivibili quelle delle nostre città che soffrono situazioni di degrado economico e sociale".

"Il Pd aveva promesso soldi che non poteva spendere" – chiariscono in una nota congiunta Francesco Bruzzone e Paolo Ripamonti, senatori liguri della Lega – "I primi 24 Comuni sono stati finanziati regolarmente, quelli della seconda tranche no: né più né meno che uno spot elettorale". Ora secondo i senatori del Caroccio sarebbero stati sbloccati 2 miliardi di euro, congelati dal Pd con l'austerity imposta dalla legge di bilancio. "Nel frattempo" – spiegano – "si tiene viva la graduatoria del bando periferie spostandone il finanziamento al 2020, per trovare risorse reali e spendibili e non inesistenti, con cui realizzarlo legalmente".

Per i 24 progetti esistenti, e già esecutivi, nessun arresto. Mentre, ribadiscono i parlamentari pugliesi della Lega Anna Rita Tateo, Rossano Sasso, Roberto Marti e il coordinatore regionale Lega Puglia Andrea Caroppo, "con il nuovo Bando periferie, il Governo ha scelto di sbloccare le risorse di tutti gli enti locali che avessero degli avanzi di cassa". Ma, accusa il Pd, si tratterebbe di fatto solo di uno spostamento di risorse, peraltro già previste.

342 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views