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Perché quando qualcosa è difficile la chiamiamo “ermetica”? La risposta è nella filosofia

Siamo abituati a definire “ermetica” qualsiasi cosa non immediatamente comprensibile, qualcosa di oscuro il cui significato è volutamente celato dietro un linguaggio difficile. Ma, nella quotidianità, è “ermetico” qualsiasi oggetto sigillato, funzionale a non far fuoriuscire liquidi di nessun genere: quello che non sappiamo è che questa parola ha origini antiche, radicate nella filosofia greca.
A cura di Federica D'Alfonso
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Ci sono parole che utilizziamo ormai quotidianamente che racchiudono significati molto più complessi di quello che si potrebbe pensare. Parole che sono gradualmente entrate nell'uso comune, ma il cui significato primario resta affascinante e complesso, addirittura mistico: è il caso ad esempio dell’aggettivo “ermetico”, espressione di una cultura antica e oscura ma che nel gergo quotidiano ha perduto l’aura di mistero per indicare qualcosa di diverso.

Su qualsiasi vocabolario di lingua italiana ritroviamo questo aggettivo, nel suo significato primario e semplice, in riferimento ad un oggetto sigillato, che non consente il passaggio di liquidi o solidi di alcun genere. Un contenitore a tenuta stagna, chiuso ermeticamente, che chiunque ha maneggiato almeno una volta nella vita. Ma questo termine ha una storia molto più complessa, radicata nella nostra cultura e in quelle precedenti: si tratta di una vera e propria “parola filosofica”, ecco perché.

L’Ermetismo nel Novecento: una parola filosofica

Jean-Baptiste Simeon Chardin, "Gli attributi dell'Arte" (1724), Museo Pushkin, Mosca.
Jean-Baptiste Simeon Chardin, "Gli attributi dell'Arte" (1724), Museo Pushkin, Mosca.

Un aggettivo che è divenuto l’incubo degli studenti liceali: quando si parla di ermetismo si pensa immediatamente a Giuseppe Ungaretti o a Salvatore Quasimodo. La parola è infatti stata usata per la prima volta negli anni Trenta per definire non tanto una corrente letteraria, bensì un particolare tipo di atteggiamento intellettuale nei confronti della poesia e della sua funzione sociale e politica: la parola poetica diventa oscura, indecifrabile, pura, volutamente priva di scopi comunicativi o esplicativi.

In effetti, tale concezione “interiore” e in un certo senso mistica della poesia è anch'essa figlia di quell'origine primordiale e spirituale della parola ermetismo, radicata a fondo in una cultura occidentale che, in un certo momento della storia, si è trovata a confrontarsi con numerose spinte culturali diverse e non le ha rifiutate, bensì assimilate creando qualcosa di nuovo ed inaspettato.

Dalla filosofia alla religione: Ermes e la sapienza occulta

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Ma qual è il vero significato della parola “ermetico”? Si tratta di un aggettivo di epoca medievale, derivato dal latino, che è indissolubilmente legato al sincretismo culturale e religioso dell’epoca ellenistica in cui inizia a circolare: la parola deriva infatti dal nome del dio Ermes, che per i romani sarà Mercurio.

Attorno alla figura del messaggero degli dei fu creata, infatti, una vera e propria dottrina filosofica ispirata sia agli antichi precetti della sapienza greca che a quelli egizi: a partire dal I secolo a. C. iniziarono a circolare una serie di testi anonimi che racchiudono le più svariate istanze culturali, dal pitagorismo al platonismo, passando per l’astrologia e la magia di derivazione orientale. La forte tradizione costruita attorno a questo tipo di sapienza vuole che l’autore del misterioso corpus di testi fosse il dio Ermes in persona: un misticismo religioso occulto, di difficile comprensione per i non iniziati.

Una cultura affascinante, che ha cercato di spiegare l’origine del mondo attraverso lo stretto legame fra l’uomo e l’universo unendo le voci di Pitagora, Platone e Orfeo, e costruendo una tradizione che è stata essenziale per i grandi intellettuali del Rinascimento e, successivamente, del Novecento poetico. Emblema di come una parola apparentemente ma volutamente oscura possa spiegare in modo molto più eloquente di qualsiasi altra la complessa natura dell’essere umano.

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