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Palazzo Barberini, recuperato dai Carabinieri dipinto del XVIII secolo trafugato nel 1994

Il dipinto raffigurante un “Capriccio Architettonico con astanti” fu realizzato nel XVIII secolo. Si tratta di un olio su tela rubato nel 1994, la cui attribuzione è contesa tra due dei massimi esponenti del periodo vedutista italiano, Giovanni Paolo Pannini e Andrea Locatelli.
A cura di Redazione Cultura
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Un dipinto del XVIII secolo trafugato ventiquattro anni fa, nel 1994, è stato recuperato dal Reparto Operativo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. È stato presentato al pubblico ierigiovedì 1 marzo 2018 alle ore 11 nella sede delle Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini, nella Capitale. Il dipinto, dal valore inestimabile, raffigurante un "Capriccio Architettonico con astanti",  fu realizzato nel pieno del secolo dei Lumi. Si tratta di olio su tela,  rubata nel 1994, la cui attribuzione è contesa ad oggi tra due dei massimi esponenti del periodo vedutista italiano, ovvero Giovanni Paolo Pannini (1691-1765) e Andrea Locatelli (1695-1741). Sono intervenuti, durante lo svelamento del dipinto, Flaminia Gennari Santori, Direttore delle Gallerie Nazionali di Arte Antica e il Tenente Colonnello Nicola Candido, Comandante del Reparto Operativo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.

Nel novembre 2017, durante l’attività di monitoraggio del mercato delle opere d’arte, i militari della Sezione Antiquariato hanno individuato in una importante casa d’asta londinese l’opera raffigurante Capriccio Architettonico con astanti, in procinto di essere messa in vendita, con un prezzo di partenza di 40.000 sterline, pari a circa 50.000 euro. Gli immediati approfondimenti investigativi, eseguiti anche attraverso la Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, hanno confermato la corrispondenza dell’opera individuata con quella rubata e hanno consentito di accertare che il dipinto era stato consegnato, da un antiquario, alla filiale romana della casa d’aste di Londra che, a sua volta, ne aveva chiesto e ottenuto l’attestato di libera circolazione.

Il verosimile intento era di realizzare, all’estero, un maggiore guadagno, in forza dell’importante richiesta di opere d’arte di uno principali esponenti della pittura vedutista italiana del XVIII sec.. Il dipinto, che è stato rimpatriato in questi giorni, una volta esperite le formalità da parte della Procura della Repubblica di Roma, sarà restituito al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e nello specifico alle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma – Palazzo Barberini e Galleria Corsini, alla quale era stata donata nel 1892 dalla famiglia nobiliare Torlonia.  Il 1° gennaio 1925 è stato poi dato in deposito a Palazzo Venezia dopo essere stato in mostra a Castel Sant’Angelo nel 1911 e 1920. Il 20 febbraio 1958 è stato ceduto in deposito temporaneo all’istituto culturale “delegazione opere d’arte astalli” – Archivio Siviero – Delegazione per le Restituzioni del MAE (Ministero Affari Esteri). Il 1° gennaio 1994 è stato rubato.

Durante l’attività d’indagine è emersa nella monografia di Andrea Locatelli a cura di Andrea Busiri Vici del 1976, nella scheda n. 11, una attribuzione non a Panini ma a Locatelli.

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