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Delitto di Avetrana: l'omicidio di Sarah Scazzi

Sarah Scazzi, i legali di Sabrina Misseri chiedono la sua scarcerazione

I difensori della cugina della ragazzina uccisa ad Avetrana hanno depositato alla cancelleria della Corte di Assise di Taranto una istanza di scarcerazione della loro assistita, che il 20 aprile 2013 è stata condannata all’ergastolo: “Dopo 9 mesi mancano le motivazioni della sentenza”.
A cura di Susanna Picone
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Sabrina Misseri deve uscire dal carcere. A chiedere la scarcerazione della giovane condannata all’ergastolo nell’aprile 2013 perché accusata di aver ucciso, insieme alla madre Cosima Misseri, la cugina Sarah Scazzi, sono i suoi avvocati difensori. I legali Franco Coppi e Nicola Marseglia hanno depositato alla cancelleria della Corte di Assise di Taranto una istanza di scarcerazione di Sabrina e hanno motivato la loro richiesta con il mancato deposito delle motivazioni della sentenza di condanna. Sono, infatti, trascorsi nove mesi da quando Sabrina Misseri e Cosima Serrano sono state condannate all’ergastolo da parte della Corte di Assise di Taranto. Il fatto che ancora non siano state depositate le motivazioni della sentenza di condanna sarebbe contrario, secondo i legali di Sabrina, ad ogni principio giuridico. Sull’istanza dovrà ora esprimere un parere la Procura della Repubblica di Taranto.

Gli avvocati preoccupati per le condizioni di salute di Sabrina – L’avvocato Coppi ha fatto sapere di essere inoltre molto preoccupato per le condizioni di salute e psichiche della sua assistita che, lo ricordiamo, ha sempre negato di aver ucciso sua cugina Sarah. Sabrina chiede continuamente ai suoi avvocati quando usciranno le motivazioni perché solo allora loro potranno fare appello e per lei si riaprirà la speranza. Gli avvocati hanno fatto sapere che se la corte di Assise di primo grado rifiuterà di scarcerare Sabrina Misseri verrà presentato appello al Tribunale del Riesame e anche, se necessario, alla Cassazione. In un’intervista Coppi ha detto di voler arrivare presto in appello per poter dimostrare l’innocenza di Sabrina: “Questo ergastolo – ha spiegato – è il più grande cruccio della mia carriera. Ci sto consumando la mia vita, perché sapere che una ragazza di 23 anni – per me innocente – sta marcendo in carcere con una condanna all’ergastolo, mi toglie il sonno”.

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