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Ocse: “Pressione fiscale in lieve calo in Italia”

Mentre in molti paesi dell’area Ocse la tassazione aumenta in Italia è stato registrato un lieve calo: c’è comunque poco da esultare, il nostro paese rimane saldamente nella “top 5” di quelli più tartassati.
A cura di Davide Falcioni
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La pressione fiscale dei paesi ha iniziato una lieve flessione. Lo rende noto l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo. Se nel corso del 2013 il peso del fisco sul Pil nei paesi dell'area Ocse saliva mediamente dello 0,4% sfondando quota 34%, un livello che non si vedeva dal 2000, nel nostro Paese passava dal 42,7% al 42,6%, in lievissima controtendenza. Il dato – secondo l'organizzazione parigina – non deve indurre a cantare vittoria perché l'Italia nel ranking dei "tartassati" rimane saldamente nella top 5. A dominare la classifica è la Danimarca, che nell'ultimo anno ha visto balzare l’indicatore dal 47,2% al 48,6%. Al secondo posto la Francia (passata dal 44% al 45%), il Belgio (dal 44 al 44,6%) e la Finlandia (dal 42,8% al 44%).

Per finire l'Italia, al quinto posto, con una pressione fiscale che contrariamente agli altri paesi è scesa, seppur lievemente. Certo, più che di un'inversione di tendenza si può parlare di una tregua, proprio perché dal 2011 al 2013 in realtà la crescita è stata di due punti percentuali, mentre negli altri paesi dell'area Ocse è stata, in media, dello 0,2%. L'organizzazione spiega che nel "belpaese" – rispetto al resto d'Europa – sono elevati il peso delle tasse sui redditi da lavoro, che vale il 27% delle entrate, e quello dei contributi, che sfonda il 30%. Gli introiti dall’Iva, invece, pesano meno degli standard: il 13,8% rispetto al 19,5%. Colpa – secondo gli analisti – del calo dei consumi.

In questo quadro la disoccupazione continua a galoppare: a ottobre, a fronte di un tasso medio nell'area Ocse del 7,2%, in Italia balzava dal 12,9% di settembre al 13,2, con un incremento record di 0,3 punti percentuali. Peggio di noi in termini assoluti solo Portogallo (13,4%) e Spagna (24%), Paesi in cui, tuttavia, l’indicatore è in costante calo.

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