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Ciao, nei giorni scorsi Oyebola Coxon – nota sui social come Bibi, l’ostetrica senza filtri – è stata arrestata e accusata dell'omicidio colposo di un neonato. Partiamo da qui per capire come mai queste cosiddette ‘guru della maternità’ riscuotono fiducia in così tante persone, e cosa è doveroso fare per realizzare quanto andava fatto da tempo. Ossia fermarle.

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Il 14 agosto Oyebola ‘Bibi’ Coxon, nota sui social come ‘Ostetrica senza filtri’, è stata arrestata in Australia. Le accuse nei suoi confronti sono gravi: secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe ignorato le complicazioni scaturite da un parto in casa, ma anche le richieste della donna di essere portata in ospedale. Il neonato è morto, Coxon è stata arrestata con l’accusa di omicidio colposo e lesioni. La notizia, data in Italia dalla scrittrice e attivista Francesca Bubba sulla sua newsletter (la leggete qui), ha fatto discutere e creato scalpore. Eh sì perché ‘l’ostetrica Bibi’, nonostante viva e lavori in Australia, è seguitissima qui in Italia, di cui è originaria. Il profilo Instagram vanta 40mila followers, TikTok oltre 140mila. Coxon, che sui social diceva di chiamarsi Enrica Kupe, ha creato l’app ‘Mamma informata’, dove proponeva alle donne in gravidanza corsi a pagamento per avere un ‘parto positivo’. E non ci sarebbe nulla di male fin qui, se non fosse che negli anni ha sistematicamente diffuso informazioni pericolose e tesi totalmente antiscientifiche spacciandole per verità assoluta.

Attenzione: oggi parliamo di Coxon perché un neonato è morto. Ma lei è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che oggi è estremamente diffuso. Di ‘guru della maternità’  abbiamo parlato con Francesca Bubba nella puntata di Streghe dedicata al parto. Pensavo di non dover tornare così presto sul tema e soprattutto di non doverlo fare in seguito a un evento così tragico. Ma è necessario capire come fanno queste figure a carpire la fiducia delle donne, vendendo informazioni pericolose e false aspettative (dietro compenso, mica gratis).

Per questo articolo di Streghe ho intervistato l’ostetrica Alessandra Bellasio, che in passato con Bubba ha segnalato e denunciato l’operato di Coxon e altre santone. Bellasio, autrice di ‘Mamma senza panico' e ‘Dimmi perché piangi', negli anni si è molto occupata di violenza ostetrica. Mi ha spiegato che da tempo si interroga sui motivi per cui "una professionista sanitaria come l’ostetrica Bibi sia riuscita a ottenere un seguito così vasto. Non è un caso isolato, né un fenomeno nato dal nulla: la sua popolarità è figlia della sfiducia crescente nei confronti degli operatori sanitari, soprattutto nell’ambito materno e infantile. Durante la gravidanza, troppe donne si scontrano con visite lampo, domande ignorate, un atteggiamento liquidatorio che lascia l’amaro in bocca. Mi capita spesso che mi scrivano su Instagram, appena uscite dallo studio del ginecologo, con messaggi del tipo: ‘Mi ha detto questo, ma cosa significa?'. E la cosa che colpisce è che magari era pure una visita a pagamento. Accanto a questa carenza comunicativa c’è il tema, ben più grave, della qualità dell’assistenza. Gli episodi di violenza ostetrica non sono rari. In anni di lavoro in ospedale ho visto induzioni fatte per motivi inconsistenti e cesarei eseguiti per pura medicina difensiva. Noi operatori dovremmo avere il coraggio di riconoscerlo: la violenza ostetrica esiste e non va percepita come un’accusa personale, ma come un problema strutturale. È in questo vuoto che si inseriscono figure come l’ostetrica Bibi. Il loro punto di forza è la comunicazione: semplice, diretta, rassicurante. Parlano un linguaggio ‘terra terra', comprensibile a chiunque. E in un ambito come la maternità, questa immediatezza funziona moltissimo. Nel suo caso, poi, c’era un ulteriore elemento: una laurea che la rendeva credibile agli occhi del pubblico, quasi intoccabile. Nessuno poteva dirle: ‘Guarda, questo non è il tuo ambito'".

Proprio la comunicazione è una caratteristica essenziale per il successo delle guru. Nei video si mostrano sempre sorridenti, comprensive, mai una parola di troppo o fuori posto. Sono gentili, estremamente gentili (troppo), e rispondono in modo pacato augurando un ‘futuro di luce’ anche a chi le critica (poi bloccano e scatenano shitstorm lanciando il loro esercito di followers, ma quella è un’altra storia). Le guru sono rassicuranti, dicono sempre che tutto andrà bene e che non c’è da preoccuparsi. Madre natura è perfetta, ci accoglie tutte, ed è pronta a darci la sua potenza per donare la vita. Una bella immagine vero? Peccato che non risponda a verità. Le cose non vanno sempre bene, la natura non è perfetta e no, non basta la buona volontà e la fiducia in se stesse a far andare bene le cose.

"Il problema è che le semplificazioni possono essere devastanti – spiega infatti Bellasio -. Prendiamo il diabete gestazionale: non è un’invenzione per spaventare le donne, ma una condizione che va individuata e gestita con attenzione perché può avere conseguenze sul bambino e sul parto. Lei invece lo liquidava dicendo che non serviva indagare, né tantomeno seguire una dieta. E quando qualcuno le ricordava le linee guida dell’OMS, rispondeva: ‘Io non ci credo'. Spiazzante, eppure rassicurante per chi vuole sentirsi dire che andrà tutto bene senza complicazioni".

A spingere le donne nelle braccia di queste guru c'è anche il problema dell'estrema medicalizzazione del parto e della gravidanza, oltre a comportamenti poco rispettosi (quando non abusanti) del personale sanitario. Negli anni abbiamo raccolto diverse testimonianze di donne che hanno subito violenza ostetrica in ospedale, e che per diverso tempo ne hanno subito le conseguenze fisiche e psicologiche. "La sua forza è stata anche la capacità di contrapporsi all’eccesso di medicalizzazione – continua Bellasio – Molte donne, dopo aver vissuto interventi inutili o traumatici in ospedale, hanno trovato conforto nelle sue parole sul parto positivo, naturale, indolore. Il video del suo parto gemellare nella doccia, condiviso su Instagram, è stato un manifesto: potente, simbolico, capace di convincere tante donne vulnerabili che seguendola sarebbero state al sicuro. Ma la natura non è sempre benevola. Lo slogan ‘Madre natura non sbaglia mai' suona accattivante, ma è falso. La natura è spesso impietosa. Senza la medicina moderna, oggi molti bambini non sopravviverebbero al parto e tante coppie non riuscirebbero a concepire. Affidarsi all’idea che ‘se lasciamo fare alla natura, andrà tutto bene' è illusorio e pericoloso".

Alessandra Bellasio tiene a precisare che "questo non significa demonizzare il parto in casa. Può essere un’opzione sicura, se ben organizzata: con personale addestrato, collegamenti attivi con l’ospedale e sistemi di emergenza pronti. Ma non deve diventare una scelta dettata dalla paura dell’ospedale. È un’opzione da valutare serenamente, non un’alternativa radicale al sistema sanitario". E conclude: "La vicenda dell’ostetrica Bibi mette a nudo un’altra questione fondamentale: la totale assenza di regole nella comunicazione sanitaria online. Instagram, Facebook, TikTok sono un far west. Chiunque può improvvisarsi divulgatore, senza alcun controllo. Servirebbe un codice chiaro, un insieme di regole a cui attenersi. Ma, come spesso accade, le regole arriveranno solo quando sarà troppo tardi, quando bisognerà correre ai ripari per un problema esploso. Nel frattempo non possiamo che difenderci. E soprattutto, come operatori sanitari, dobbiamo imparare ad ascoltare di più, a comunicare meglio, a colmare quel vuoto di empatia e di chiarezza che oggi lascia campo libero a figure potenzialmente dannose".

Mi piacerebbe sapere cosa pensi del contenuto di questa settimana. Se lo ritieni importante, aiutami a diffondere questo lavoro: non solo condividendolo, ma anche parlandone a scuola, in famiglia, con gli amici, sul posto di lavoro. Se hai segnalazioni da fare, vuoi raccontarmi la tua esperienza, o pensi ci sia un argomento su cui è necessario fare luce, scrivimi a streghe@fanpage.it.

Ci sentiamo alla prossima puntata. Ti ricordo che ‘Streghe’ non ha un appuntamento fisso: esce quando serve. E dove serve, noi ci siamo.

Ciao!

Natascia Grbic

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Femminicidi, misoginia e cultura dello stupro dominano la nostra società, intrisa di odio verso le donne. La "caccia alle streghe" non è un fenomeno così lontano nel tempo, perché tra istituzioni indifferenti e media inadeguati o complici, gli uomini continuano ad ammazzare le donne quando non riescono a dominarle.  È ora di accendere i nostri fuochi e indirizzarli dove non si voleva guardare: Streghe è il nostro Osservatorio sul patriarcato, il nostro impegno per cambiare il modo in cui si raccontano le storie alla base di una società costruita a misura di uomo.

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