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Ciao,
nell’epoca in cui tutti dovremmo avere qualcosa da dire su qualunque cosa, ieri mattina mi sono ritrovato senza parole. Pietrificato davanti alle immagini delle bombe americane sull’Iran. Dopo essere stato pietrificato dalle bombe israeliane su Teheran e dai missili ipersonici iraniani che cadevano su Tel Aviv. E con ancora addosso tutto l’orrore del genocidio di Gaza. E pure quello del 7 ottobre. Non avevo parole per un mondo che cammina come un sonnambulo comandato da sonnambuli, di escalation in escalation, verso la catastrofe, come imprigionato in una spirale d’odio senza fine.E stamattina, improvvisamente, una parola è finalmente arrivata: basta. Vi prego: basta.

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1) Come si è arrivati al coinvolgimento degli Usa tra Israele e Iran? Trump non voleva il nobel per la Pace? 

Piero

Ciao Piero, sì Trump è abbastanza ossessionato dall’idea di ricevere il premio Nobel per la pace e da giorni, su Truth, sta elencando tutti quelli che considera i suoi successi in questo campo da quando è arrivato per la seconda volta alla Casa Bianca. Trump già in campagna elettorale diceva che avrebbe posto fine a tutte le guerre: il fatto di essere intervenuto direttamente in una, chiaramente, non va in questa direzione e l’opposizione Democratica non manca di farglielo notare. Al di là delle aspirazioni personali del presidente statunitense, l’intervento in Iran e gli attacchi ai siti nucleari non hanno precedenti e rischiano di gettare il Medio Oriente ulteriormente nel caos, allontanando ancora di più le prospettive di pace. Fino a qualche giorno fa Trump diceva di non essere sicuro di intervenire, una cosa su cui invece contava moltissimo il premier israeliano Benjamin Netanyahu: Tel Aviv, infatti, non ha a sua disposizione armi in grado di distruggere definitivamente i siti nucleari iraniani. Per giorni, quindi, i missili israeliani li hanno solo danneggiati, ma serviva un intervento diretto dei caccia e delle bombe USA per metterli fuori uso e, in questo modo, fermare il programma di arricchimento dell’uranio. “Potrei bombardare come potrei non farlo, non ho ancora deciso”, diceva fino a qualche giorno fa Trump. Certo, diversi analisti militari facevano notare come alcuni spostamenti delle portaerei americane nella regione non lasciassero molto margine ai dubbi: da giorni gli Stati Uniti si preparavano per attaccare.

Annalisa Girardi, vice capo area video Fanpage.it

2)La nostra casa, la Terra, va a fuoco, non abbiamo un pianeta B. I grandi produttori di petrolio carbone e gas hanno costretto i governi a far imprigionare e, cosa più rilevante, a far pagare multe altissime a chi dimostra contro la crisi climatica. Quando ne parlerete?

Patrizia

Ciao Patrizia, grazie per la tua domanda su un tema purtroppo ogni giorno più attuale. La crisi climatica merita attenzione, perché, come giustamente dici, “non abbiamo un pianeta B”. Eppure, nonostante le sue conseguenze, tra il costante aumento delle temperature e gli eventi atmosferici estremi sempre più frequenti, dopo una parentesi di speranza, sembra essere precipitata di nuovo in fondo alle agende dei leader politici. Lo hanno dimostrato i tanti posti vuoti alla Cop29 di Baku, tanto criticata anche per la scelta del Paese ospitante: l'Azerbaigian poggia infatti sui combustibili fossili, come il petrolio e il gas. Proprio quelli che dovremmo abbandonare il prima possibile se davvero vogliamo che la transizione energetica sia un fatto e non più soltanto uno slogan. Il tema delle proteste degli attivisti climatici è altrettanto caldo (permettimi il gioco di parole). Perché ci dice due cose: la prima, che la coscienza climatica esiste ed è soprattutto grazie ai giovani che si è risvegliata. La seconda che, come spesso accade quando una cosa ci fa paura, chi non vuole guardare tende a silenziare chi lo obbliga a farlo. Noi di Fanpage.it però non siamo disposti a farlo: per questo, oltre a spiegare le notizie legate alla crisi climatica, la raccontiamo attraverso le storie di chi la viva in prima persona, come quella di Licia Colò e della cheffe Chiara Pavan, che ne hanno fatto la base del loro lavoro. Ma soprattutto le storie di chi il lavoro rischia di perderlo, come quella di Giorgio, Alessandro e Nazario. È il nostro modo di fare Rumore su un tema che non possiamo permetterci diventi di nicchia, perché riguarda tutti.

Maria Teresa Gasbarrone, redattrice area Innovazione Fanpage.it

3) Vi confesso, sono confuso. Il cancelliere Merz ci dice di essere grati ad Israele per il "lavoro sporco" che sta facendo anche per noi per eliminare la minaccia nucleare proveniente dall Iran. Ma che fine hanno fatto i valori delle cosiddette democrazie occidentali e soprattutto qual è la differenza tra l' invasore russo ed Israele, annoverata tra le democrazie occidentali e che da anni invade territori palestinesi, combatte una guerra contro il popolo che non ha nemmeno un esercito e spara su donne e bambini che per fame si assembrano per accaparrarsi aiuti umanitari con gli Usa dove si arrestano senatori e sindaci che civilmente contestano l'operato del loro presidente, e che dire delle restrizioni della libertà di manifestare nel nostro Paese?

Fabio

Caro Fabio, la tua confusione è più che legittima. Viviamo in un tempo in cui il diritto internazionale sembra valere a giorni alterni; anzi, a essere del tutto sinceri potremmo dire che i Paesi occidentali si preoccupano delle violazioni del diritto internazionale solo quando vengono minacciati i loro interessi economici e strategici; al contrario, sono disposti a chiudere entrambi gli occhi quando a farne le spese sono nazioni o popolazioni "non alleate". L’Occidente ha giustamente condannato con forza l’invasione russa dell’Ucraina e ha risposto con sanzioni a Mosca e aiuti militari a Kiev. Tuttavia, lo stesso Occidente sta contemporaneamente sostenendo il Genocidio commesso da Israele nella Striscia di Gaza, le violenze dei coloni in Cisgiordania, non ha mosso un dito quando le truppe dell'IDF hanno aggredito il Libano (anche sparando sui peacekeeper ONU) e non ha condannato neppure i bombardamenti sull'Iran degli ultimi giorni. Ora – mentre Israele sta uccidendo indisturbato migliaia di civili – gli scambi commerciali e la fornitura di armi a Israele continuano come niente fosse. Insomma, a prevalere non è più il diritto internazionale bensì la legge del più forte.Questo doppio standard mina la credibilità morale delle democrazie occidentali. I diritti umani non possono essere selettivi. Se un popolo senza esercito viene assediato, affamato, privato dell’acqua, del cibo e dell’elettricità, se i suoi civili vengono colpiti mentre sono in coda per ricevere aiuti umanitari, ciò dovrebbe indignare e determinare immediatamente dei provvedimenti. Eppure, nel caso palestinese, si moltiplicano le giustificazioni, mentre chi contesta, anche in Europa o negli Stati Uniti, viene spesso censurato o criminalizzato.Difendere il diritto internazionale significa applicarlo ovunque e per chiunque. La coerenza è l’unica via per non trasformare la giustizia in uno strumento di potere. E il silenzio, in questi casi, è complicità.

Davide Falcioni  redattore Area News Fanpage.it

4) Quindi anche Roberto D’Agostino di Dagospia è stato spiato? Si sa se hanno usato Paragon pure con lui? E per voi di Fanpage cosa cambia? 

Giorgio

Sì, Giorgio, la novità della settimana è questa: che abbiamo un altro giornalista spiato. E che questo giornalista risponde al nome di Roberto D’Agostino, fondatore e direttore di Dagospia, una testata online con molte fonti all’interno dei palazzi, protagonista di molti scoop, negli ultimi anni.Non sappiamo se si tratti di Paragon pure per lui, ma abbiamo forti sospetti lo sia. A quanto ne sappiamo D’Agostino ha ricevuto lo stesso messaggio che è arrivato a Ciro Pellegrino. E l’analisi forense del telefono di Ciro ha confermato l’infezione con Graphite, il software spia di Paragon Solutions. Sempre per quanto ne possiamo sapere, D’Agostino si è limitato a consegnare il suo telefono alla polizia postale, quindi la prima analisi forense sulla sua utenza è quella che inizierà oggi in procura a Roma, le cui conclusioni dovrebbero arrivare in autunno. Nel frattempo, ovviamente, gli interrogativi si moltiplicano.Chi spia i giornalisti in Italia?Perché li sta spiando?E se non sono i servizi segreti italiani, unici ad aver firmato un contratto con Paragon Solution, chi può essere stato?E ancora: perché Paragon Solutions continua a offrire al governo il proprio aiuto per scoprire chi è stato, mentre il governo continua a rifiutarlo? Tante domande, e per ora zero risposte. Ma di una cosa puoi essere certo, Giorgio: finché non avremo risposte a tutte, non smetteremo di rompere le scatole su questa brutta vicenda.

Francesco Cancellato, direttore Fanpage.it

Direi che è tutto, anche per oggi.
Grazie per averci accompagnato fino a qua.

– Francesco

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