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Anche se sei sotto l’ombrellone, in giro per qualche città d’arte o dall’altra parte del mondo, la newsletter di Fanpage.it dedicata al mondo della scuola non si ferma e già pensa al futuro. Tante sono infatti le novità che ci aspetteranno tra qualche settimana, quando alunni e docenti torneranno in aula. E siccome vogliamo farti trovare il più preparato possibile, ecco cosa cambierà rispetto al passato nell’anno scolastico 2025/2026 alle porte.

Maturità, cellulari e aiuti per l’acquisto dei libri: le novità per gli studenti

Partiamo dalle novità per gli studenti. In attesa di scoprire come cambierà l’esame di Maturità, su cui ci attendiamo modifiche, dopo che il ministro Valditara ha annunciato una “revisione dell’orale”, con l’intenzione di dare maggiore risalto al “​​livello di maturazione complessivo” dello studente, sappiamo già che il prossimo esame di Stato comincerà di giovedì, 18 giugno 2026. Dopo anni lo svolgimento della prima prova scritta, dunque, non sarà di mercoledì.

A settembre, inoltre, entrerà in vigore anche alle superiori il divieto dell’uso dei telefoni cellulari durante l’orario scolastico. L'intervento si aggiunge a quello già promulgato a luglio 2021 relativo al primo ciclo di istruzione. Non sono ovviamente inclusi dispositivi elettronici necessari all’apprendimento o comunque necessari per finalità didattiche.

Tra le novità, a sostegno degli studenti, ci sarà anche l’aumento dei fondi per i contributi all’acquisto dei libri di testo durante l’obbligo scolastico. In particolare, viene stanziato 1 milione di euro in più per l’anno 2025 e altri 3 milioni di euro per gli anni 2026 e 2027. E saranno implementati anche gli interventi di edilizia scolastica per rendere più sicuri gli istituti: il Fondo unico per l’edilizia scolastica verrà infatti aumentato di 10 milioni di euro per svolgere gli interventi urgenti, sui quali saranno peraltro svolti controlli a campione.

Infine, il MIM si è impegnato anche a contrastare il fenomeno dei diplomifici, ovvero quelle scuole private che consentono agli studenti – dietro il pagamento di importanti somme – di ottenere un titolo di studio in breve tempo e con percorsi particolarmente agevolati. Per cui non sarà più possibile fare quattro anni in uno. L'unico percorso consentito sarà quello dei due anni in uno (recuperabili tramite un esame di idoneità), per cui sarà prevista "una commissione di valutazione presieduta da un docente esterno per dare particolare serietà alla valutazione", oltre al fatto che la pagella e il registro elettronico saranno obbligatori.

Carta del docente e consenso informato obbligatorio: cosa cambia per gli insegnanti 

Anche per gli insegnanti quest’anno ci sono alcune novità. Intanto ricordiamo che la Carta del docente, la carta da 500 euro pensata per sostenere la formazione continua degli insegnanti e valorizzarne le competenze professionali, scade il prossimo 31 agosto 2025. Ma, attenzione, non tutto l’importo non speso si perderà, come accaduto invece per l’anno scolastico 2023/2024: il bonus infatti dura un bienno, si potrà utilizzare fino al 31 agosto 2026. Bisogna però ricordare che la quota residua accreditata nell’anno scolastico 2023/24 va spesa tassativamente entro il 31 agosto 2025. Da quest’anno poi è stato fatto un piccolo passo avanti che accorcia le distanze tra docenti precari e docenti di ruolo: la Carta viene riconosciuta anche ai supplenti, ma solo a quelli con contratto annuale, cioè con incarico fino al 31 agosto. Esclusi invece per il momento i supplenti con contratto fino al termine delle attività didattiche (30 giugno), che sono però la maggioranza. Un’assurda discriminazione.

Ci sono decine di migliaia di ricorsi, tutti vinti dai precari che avrebbero diritto al risarcimento delle spese legali e alla Carta. La beffa però è che lo Stato non paga, come ha denunciato anche La Gilda degli insegnanti: “Stiamo iniziando a chiedere i giudizi di ottemperanza per far eseguire le sentenze, con ulteriori costi per lo Stato. Stiamo buttando letteralmente denaro pubblico. Ora valutiamo un esposto alla Corte dei Conti”, ha detto a Fanpage.it Vito Castellana, coordinatore nazionale del sindacato.

Un’altra importante novità, che non riguarda solo i docenti, ma chiama in causa direttamente le famiglie dei ragazzi, è il ddl sul consenso informato obbligatorio, che la scuola dovrà richiedere preventivamente per iscritto per le attività didattiche che riguardano i temi della sessualità. Di questa norma ci siamo occupati a lungo, anche in questa newsletter, dopo che il Cdm ha approvato il provvedimento lo scorso 30 aprile (il testo è stato poi assegnato alla commissione Cultura il 12 giugno 2025). Molte associazioni hanno espresso preoccupazioni, perché il consenso informato obbligatorio minaccia la libertà di insegnamento e l’autonomia scolastica, oltre a privare i giovani del diritto a un’educazione sessuale e affettiva, che in Italia, a differenza di altri Paesi, è un’attività extracurricolare.

Purtroppo questi timori non sono eccessivi. Poche settimane fa alla Camera, un intervento della Lega ha svelato il vero progetto che c’è alla base di questo intervento. Rossano Sasso, capogruppo della Lega in Commissione Cultura, Scienza e Istruzione e relatore del ddl in corso di esame in Commissione, ha detto esplicitamente che con il testo la Lega “vuole arginare la deriva della propaganda gender nelle scuole”.

“Giusto che ci sia l'informazione e l'autorizzazione dei genitori quando a scuola si intende parlare di temi delicati e sensibili. Da vietare il ripetersi di quanto accaduto fino ad ora, con docenti ideologizzati e attivisti politici lgbt che spesso hanno cercato di indottrinare bambini e adolescenti".

Si tratta non solo di dichiarazioni offensive nei confronti degli insegnanti, ma anche di una presa di posizione che denuncia l’approccio fortemente ideologico e oscurantista di questo governo, che evoca ancora una volta complotti e la fantomatica ‘teoria gender’: facendo leva sulle paure e seminando odio, la maggioranza cerca di ostacolare percorsi educativi in classe su sessualità e affettività, che potrebbero invece combattere stereotipi di genere e discriminazioni.

Di questi e altri cambiamenti nella scuola continueremo a scrivere la prossima settimana, per capire insieme in che modo si orienterà il dibattito nel prossimo autunno. A presto!

Newsletter a cura di Ida Artiaco e Annalisa Cangemi

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