
È stata una settimana importante per il mondo della scuola, dopo che il Consiglio dei Ministri ha approvato la bozza della Legge di Bilancio 2026, con una serie di novità tanto per i docenti quanto per gli studenti. Per i primi si parla, in particolare, di stop alle supplenze brevi. Per i ragazzi è stata invece predisposta l'introduzione della cosiddetta Carta Valore, un incentivo dedicato ai ragazzi che terminano le scuole superiori, che però sarà riservato esclusivamente a coloro che conseguiranno un diploma di scuola secondaria superiore o titolo equivalente entro l’anno di compimento del diciannovesimo anno di età. Provocando, pertanto, l'ira dei sindacati.
Prima, però, di passare in rassegna alcune delle novità presenti nella bozza della Manovra, ti ricordiamo che ieri la Camera ha approvato in via definitiva la conversione in legge del decreto per la riforma dell'Esame di Stato, che torna ufficialmente a chiamarsi "Esame di Maturità". Tra le principali novità previste, la conferma di tutte le prove – scritte e orali – per il conseguimento del diploma, le materie oggetto del colloquio saranno quattro e verranno definite dal ministero dell'Istruzione nel mese di gennaio, infine le commissioni d'esame saranno composte da due membri interni e due esterni (per un totale di 4, invece dei 6 previsti finora).
Sempre ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato due provvedimenti che introducono importanti novità in materia di formazione scuola-lavoro, sicurezza degli studenti e valorizzazione del sistema scolastico delle isole minori. In particolare, con il primo si estende la copertura assicurativa anche agli eventuali infortuni avvenuti durante il tragitto tra l’abitazione o altro domicilio e il luogo in cui si svolge l’attività di formazione scuola-lavoro. Allo stesso tempo, viene stabilito che le convenzioni stipulate tra scuole e imprese ospitanti non potranno più prevedere attività di formazione scuola-lavoro nelle lavorazioni ad elevato rischio per gli studenti.
IL TEMA DEL GIORNO
La nuova Carta Valore non sarà accessibile a chi è stato bocciato o non ha il diploma: "Misura non inclusiva e peggiorativa, esclude chi è più svantaggiato"
Come hai visto, tra le novità della bozza della Legge di Bilancio 2026 c'è la cosiddetta Carta Valore. Si tratta di uno strumento che potrà essere utilizzato per acquistare libri, biglietti per cinema, teatri, musei e concerti, abbonamenti editoriali e corsi di formazione culturale o linguistica. Gli importi assegnati non avranno effetti sul reddito imponibile né sull’Isee dei beneficiari. C'è, tuttavia, un grande "ma", dal momento che questa carta sarà riservata esclusivamente ai giovani che conseguiranno un diploma di scuola secondaria superiore o titolo equivalente entro l’anno di compimento del diciannovesimo anno di età.
In altre parole, non potranno accedervi tutti coloro che sono stati bocciati, ma anche chi interrompe il percorso di studi e chi frequenta i percorsi di formazione professionale triennali regionali, come nel caso di parrucchieri, meccanici, elettricisti, pasticcieri, panettieri e giardinieri, poiché questi rilasciano una qualifica ma non un diploma. Il Governo ha giustificato tale scelta come stimolo alla continuità formativa, ma sono molti quelli che puntano il dito contro uno strumento definito senza giri di parole "discriminatorio".
"Se il testo che sarà approvato dovesse essere quello che circola, in cui si lega questa nuova versione della Carta del Merito al conseguimento anche del diploma, si andrebbe un po' a tradire quella che era stata la rimodulazione del 18App, proprio attraverso la Carta del Merito", spiega a Fanpage.it Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net, per il quale "la precedente formulazione sembrava essere migliore perché in qualche modo premiava da una parte il merito e dall'altra incoraggiava i consumi culturali tenendo conto del reddito familiare, quindi dando i soldi, effettivamente, a chi non se li poteva permettere. Se invece, come pare, l'erogazione della nuova Carta Valore dovesse essere vincolata al raggiungimento del diploma si andrebbero ad escludere gli alunni che arrivano da contesti sociali meno favorevoli dal punto di vista economico, visto che sappiamo esserci una stretta correlazione tra abbandono scolastico e reddito. Si tratta, dunque, di un elemento peggiorativo".
Questa misura – aggiunge Grassucci – dovrebbe "consentire a tutti, soprattutto a quelli che hanno avuto più difficoltà nel proprio percorso di vita e scolastico, di accedere ai consumi culturali. Dal mio punto di vista, è una misura meno inclusiva e meno attenta a chi è più svantaggiato rispetto alla formulazione precedente, risalente al primo anno del Governo Meloni. Ridurre una misura che dovrebbe favorire i consumi culturali di chi non se li può permettere mi sembra un netto peggioramento. Speriamo ci lavorino".
L'APPROFONDIMENTO
Gli idonei dei concorsi Pnrr possono conoscere finalmente la loro posizione in graduatoria: passo avanti o semplice contentino?
A che punto siamo con la questione del precariato nella scuola? Una novità importante degli ultimi giorni riguarda i docenti che sono risultati idonei alle prove dei concorsi Pnrr, ma che sono stati esclusi, perché non sono arrivati tra i primi posti disponibili, quelli dei vincitori. Fino a pochi giorni fa questi insegnanti precari non conoscevano nemmeno la loro posizione in graduatoria, una situazione che abbiamo denunciato anche in questa newsletter: facevano parte del cosiddetto "elenco non graduato". Ora invece a questi insegnanti idonei è permesso di visualizzare la loro posizione nelle graduatorie specifiche dei concorsi (come appunto quella del concorso Pnrr1), pur non essendo vincitori. Si tratta di un passaggio che segna un riconoscimento del loro superamento delle prove e apre alla possibilità di future assunzioni in caso di scorrimento. Ma cosa succederà nel concreto?
Secondo Luigi Sofia, docente di Lettere e portavoce del movimento ‘Idonei Esclusi 23/24’, che da tempo chiede al ministero la pubblicazione degli elenchi completi delle graduatorie dei concorsi Pnrr1 e Pnrr2, questo cambio di passo non risolve il problema. "È un contentino, siamo finalmente della normalità, perché veniamo chiamati ufficialmente ‘candidati idonei'. Ora, pur conoscendo la nostra posizione in graduatoria, non conosciamo ancora la composizione della graduatoria intera. Quale sarà il nostro destino? Queste graduatorie saranno finalmente trasformate in graduatorie di merito a scorrimento?", è la domanda che tanti precari nella stessa situazione di Luigi si pongono. "Alle porte c'è un nuovo concorso, il Pnrr3, uguale a quelli che abbiamo già superato. Una beffa".
Per quanto riguarda il sistema di reclutamento, sappiamo che il piano della maggioranza, dopo una mediazione con Bruxelles, è quello di far pesare l'idoneità. Lo ha spiegato anche Mario Pittoni, responsabile Nazionale Dipartimento Istruzione Lega, che più volte ha ricordato i prossimi step, indicati anche nel decreto Pnrr e Scuola (n. 45/2025): in base alla tabella di marcia, nei primi tre anni gli idonei non vincitori dei concorsi Pnrr1 e Pnrr2 concorreranno al 30% dei posti a bando; poi, dall'anno scolastico 2026/27, potranno entrare negli elenchi regionali (che non hanno scadenza e che sono istituiti in ciascuna Regione per la copertura delle cattedre vacanti) e potranno aggiornare ogni anno la scelta fino all'assunzione a tempo indeterminato senza sottoporsi a ulteriori prove concorsuali. In questi elenchi regionali dovrebbero entrare gli idonei dei concorsi dal 2020 in poi. "Ma come ho più volte sottolineato – scrive Pittoni nella sua pagina Fb – quello che conta è che si va ad attivare un meccanismo che in prima battuta non potrà garantire un elevato numero di assunzioni intervenendo solo nella distribuzione dei posti al momento disponibili; mentre in seconda battuta, superati i concorsi Pnrr, contiamo si riproducano le condizioni del 2023 quando, non disponendo ancora dei vincitori del Pnrr1, furono assunti oltre 22mila idonei dell'ordinario 2020".
L'obiettivo, alla fine di un lungo percorso, dovrebbe essere quello di riattivare un "doppio canale" di reclutamento: oltre all'accesso al ruolo tramite concorsi ordinari per titoli ed esami, verrebbero quindi presi in considerazione gli elenchi di idonei dei precedenti concorsi e le graduatorie provinciali per le supplenze (GPS). Sul lungo periodo, per affrontare il problema del precariato storico, insomma, l'obiettivo è arrivare a un doppio canale di reclutamento strutturale, cioè un meccanismo normativo che consenta un ventaglio di possibilità per l'accesso al ruolo.
"Noi aspettiamo di vedere i fatti", dice a Fanpage.it Sofia. "Quello che vediamo è che nella legge di Bilancio 2026 sulla scuola non hanno messo un euro in più. E anche quest'anno ci sono tantissime cattedre in deroga. Ma visto che c'è la platea degli idonei, pronta a essere assunta, perché non mettono le risorse su questa voce?". La coperta è ancora troppo corta. Anche quest'anno la quota di supplenze annuali è altissima: alla data del 24 settembre risultavano 182.641 contratti a tempo determinato, tra posti comuni e posti di sostegno. E anche sul fronte delle assunzioni i numeri restano preoccupanti: dei 48.504 posti autorizzati dal decreto ministeriale per le immissioni in ruolo, a fronte di 52.885 posti vacanti per l'anno scolastico 2025/2026, al 24 settembre risultavano assunti a tempo indeterminato 29.685 docenti, con la possibilità di assumerne altri 4.403 entro il 31 dicembre 2025. Fino ad ora i docenti assunti tramite le procedure Pnrr sono 18.566, mentre gli idonei dei concorsi Pnrr sono 1821.
Il movimento ‘Idonei Esclusi 23/24’ critica anche la norma della manovra che impedisce alle scuole medie e superiori di effettuare le sostituzioni dei docenti per periodi fino a 10 giorni ricorrendo a personale esterno. I dirigenti scolastici dovranno quindi affidare le supplenze esclusivamente all'organico interno: "Lo scopo è quello di risparmiare – commenta Luigi Sofia – ma serve solo ad affaticare ulteriormente personale già oberato, che tra l'altro già fa le sostituzioni. Spesso nelle scuole quando si assentano i docenti vengono accorpate le classi, siamo già in emergenza. Per i precari non cambia granché, a parte qualche sporadica occasione lavorativa persa, perché per poter accumulare un punto, il servizio di supplenza deve durare almeno 16 giorni".