
Fatti gravissimi stanno accadendo in questi giorni nelle scuole italiane. La tensione nei licei occupati è arrivata a livelli preoccupanti, con incursioni di giovani militanti neofascisti in diversi istituti. Prima il blitz notturno al liceo Da Vinci di Genova, dove circa quaranta incappucciati, al grido di ‘viva il Duce', hanno devastato la struttura. Poi l'inquietante episodio al liceo Einstein a Torino, dove, dopo un volantinaggio provocatorio "contro la cultura maranza" organizzato un gruppo di militanti di destra fuori dall'istituto, si sono verificati scontri con studenti ed esponenti di collettivi di sinistra, e un ragazzo minorenne è stato portato via dalle forze dell'ordine in manette. E poi c'è il liceo Righi di Roma, in occupazione dal 22 ottobre, che è stato teatro dell'ennesima aggressione: lunedì 3 novembre alcuni ragazzi hanno compiuto un raid punitivo, lanciando bottiglie contro i cancelli. Ci sono video che mostrano il tentato assalto: i ragazzi hanno provato a introdursi nell'edificio, armati di bastoni e indossando caschi che mostravano adesivi di Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fdi, gridando ancora una volta ‘Duce, duce'. Sono scene raccapriccianti, che dimostrano ancora una volta come il governo preferisca girarsi dall'altra parte, condannando le violenze solo quando è possibile additare i suoi avversari politici.
Di tutt'altro tenore l'argomento che abbiamo scelto oggi per il nostro approfondimento: scuole aperte a luglio. È una novità che sarà sperimentata dalla prossima estate nelle scuole elementari e medie della Provincia autonoma di Trento. E magari il Trentino potrebbe fare da apripista e diventare un modello anche per altre Regioni. Intanto, proprio oggi potrebbe essere una data storia: già nelle prossime ore potrebbe esserci la firma del contratto docenti con aumenti medi di 140 euro. Ne parleremo la prossima settimana.
IL TEMA DEL GIORNO
Violenze neofasciste al liceo Righi di Roma, Pd: "Rischio emulazione"
Il liceo Righi, dopo l'aggressione e le minacce subite lunedì sera, è ancora occupato. Gli studenti, che ieri pomeriggio hanno tenuto un'assemblea, pacifica, hanno deciso di andare avanti con la protesta e di non lasciarsi bloccare da queste intimidazioni. Nella tarda serata di ieri è stato segnalato un nuovo tentativo di irruzione nel liceo da parte di giovani riconducibili ad ambienti di destra. Il Partito Democratico ha definito l'episodio un attacco "squadrista", e ha presentato ieri un'interrogazione parlamentare, pretendendo una presa di posizione netta e parole di condanna da parte della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal ministro dell'Interno Piantedosi: "Devono aprire gli occhi e dire che sono dalla parte della legalità e della sicurezza, sempre. Non a intermittenza, in base al colore politico della bandiera che sventola. Smettano di fingere di non vedere i reati commessi dai fascisti del nuovo millennio", ha detto a Fanpage.it il deputato Andrea Casu (Pd).
Fino ad ora da parte del governo non ci sono state iniziative concrete: "Chiediamo un'inversione di tendenza immediata. È un fenomeno che non può essere ignorato, come se fossero episodi isolati", ha detto Casu. "Sono scene di squadrismo, che dovrebbero far parte delle peggiori pagine del nostro passato, ma che purtroppo si stanno ripresentando e vanno fermate subito". Questi ragazzi si sentono protetti, sentono di potersi muovere impuniti e indisturbati. Sono ringalluzziti forse dal clima politico? Secondo Casu, che prima di essere parlamentare è stato per anni segretario romano del partito, in passato sono stati denunciati sistematicamente episodi attribuibili all'estremismo di destra. Ma in questa fase, e soprattutto nelle ultime settimane, c'è stata un'evidente escalation: "C'è un'onda nera che stiamo vedendo crescere e un forte rischio di emulazione".
I parlamentari dem chiedono anche al governo di intervenire subito, con maggiori controlli da parte delle forze dell'ordine a tutela degli studenti che partecipano all'occupazione al Righi, permettendo loro di continuare a svolgere in serenità le assemblee a scuola.
L'APPROFONDIMENTO
Scuole elementari e medie aperte a luglio, rivoluzione in Trentino. Ma i sindacati frenano: "Istituti non diventino luoghi di intrattenimento"

Scuole elementari e medie aperte a luglio per andare incontro alle esigenze dei genitori lavoratori. Il dibattito è in corso in varie regioni italiane, ma nella provincia autonoma di Trento questa è molto più che una semplice idea. Si tratta, infatti, di una misura voluta dal governatore Maurizio Fugatti a sostegno delle famiglie, che rientra nella manovra di bilancio che sarà approvata venerdì prossimo dall'esecutivo e poi comincerà l'iter consiliare. Ma come dovrebbe funzionare?
Il progetto – ha spiegato Fugatti – "ha raccolto adesioni importanti" e dovrebbe coinvolgere i ragazzi dai 6 ai 14 anni, in quanto estensione dell’apertura delle scuole materne a luglio, perché "le preoccupazioni delle famiglie legate a dove lasciare i propri figli d’estate non si fermano al compimento dei 5 anni d’età dei bambini", ha aggiunto il presidente della Provincia autonoma. Il quale ha ribadito che non si tratta di una "scuola estesa", non ci sarà obbligo, né calendario scolastico allargato, ma di "un progetto educativo ampio, che coinvolga le realtà già attive nei centri estivi e rafforzi la collaborazione tra scuola e territorio". In altre parole, niente lezioni vere e proprie ma "attività di socialità, sport, educazione civica e sani stili di vita".
Per i primi due anni il progetto – che dovrebbe partire già nell'estate del 2026 – dovrebbe essere sperimentale. Nel dettaglio, si prevede l’introduzione nella manovra di un Sieg — un Servizio di interesse economico generale — che garantirà l’attività rivolta ai bambini e ragazzi durante l’estate. Ma le incognite sono ancora troppe, mentre si attende il bando che sarà lanciato per individuare i soggetti attuatori – e che ancora non c'è. Così come non è chiaro quali saranno i costi per le famiglie: "Lo stiamo ancora valutando, ma sarà un servizio accessibile a tutti", ha rassicurato Fugatti.
La misura presentata non è però piaciuta molto ai sindacati. Vito Castellana della Gilda degli Insegnanti si è detto contrario al progetto di Fugatti "perché – ha spiegato a Fanpage.it – questo significa pensare che la scuola viene intesa come ludoteca e luogo di intrattenimenti, la scuola invece è dove si costruisce il cittadino del domani e sono necessarie le opportune pause didattiche, anche per la crescita e lo sviluppo socio-educativo. Si pensi a fornire risorse per attività alternative alla scuola nei mesi estivi". Ai posteri l'ardua sentenza.
L'EVIDENZIATORE
Come saranno i docenti del futuro? "Entro il 2035 il 60% delle competenze richieste sarà ridefinito dall’impatto dell’Intelligenza Artificiale, della digitalizzazione e dall’evoluzione delle metodologie didattiche. Solo il 36% delle competenze rimarrà stabile". È quanto emerge dallo studio "La professione docente nella scuola di domani", realizzato da Ey in collaborazione con Sanoma, a cui è dedicata la curiosità della settimana sull'universo scolastico. Secondo il rapporto, la creazione di modelli di insegnamento personalizzati attraverso piattaforme interattive e strumenti di monitoraggio, la gestione di ambienti digitali e la co-progettazione con chatbot educativi segneranno la trasformazione del lavoro docente.
Per la ricerca in questione, entro i prossimi 10 anni, nella scuola dell’infanzia il 39% delle competenze rimarrà stabile, mentre nella primaria il 40% sarà ridefinito per affrontare la personalizzazione didattica e lo sviluppo personale degli alunni tramite strumenti digitali e protocolli di inclusione. Nelle scuole superiori, il 55% delle competenze evolverà nell’area umanistica e il 12% sarà soggetto a rischio di sostituzione da parte dell’IA, specialmente per attività di generazione contenuti e analisi dei testi. E tu che ne pensi? Secondo te l'IA porterà un miglioramento al ruolo dell'insegnante?
A cura di Ida Artiaco e Annalisa Cangemi