61 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

‘Ndrangheta, arrestato il boss Rocco Aquino: era nella lista dei 100 latitanti più pericolosi

Si nascondeva nel sottotetto della sua abitazione a Marina di Gioiosa Ionica ed era latitante dal 13 luglio del 2010. “Il colonnello”, così Aquino veniva chiamato, era il capo dell’omonima cosca della ‘ndrangheta. Il procuratore Nicola Gratteri: “Un arresto importante che dimostra che la ‘ndrangheta non è invincibile”.
A cura di Susanna Picone
61 CONDIVISIONI
Si nascondeva nel sottotetto della sua abitazione a Marina di Gioiosa Ionica ed era latitante dal 13 luglio del 2010. “Il colonnello”, così Aquino veniva chiamato, era il capo dell’omonima cosca della ‘ndrangheta. Il procuratore Nicola Gratteri: “Un arresto importante che dimostra che la ‘ndrangheta non è invincibile”.

I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Reggio Calabria hanno arrestato un altro importante esponente della ‘ndrangheta calabrese che così continua a perdere pezzi, un personaggio “di alta levatura criminale” secondo gli inquirenti: si tratta di Rocco Aquino, “il colonnello” 52enne capo storico della omonima famiglia della ‘ndrangheta, latitante dal 13 luglio del 2010. In quella occasione sfuggì alla cattura nell’ambito dell’operazione Crimine condotta dalle Dda di Reggio Calabria e di Milano, durante la quale furono arrestate 300 persone, mentre questa volta “il colonnello” è stato trovato all’interno di un bunker realizzato nel sottotetto della sua abitazione, a Marina di Gioiosa Ionica, nella Locride.

Per Rocco Aquino, inserito nella lista dei cento latitanti di massima pericolosità, il procuratore aggiunto della Dda reggina, nel processo in abbreviato a 120 persone, ha chiesto la condanna a 20 anni di reclusione. In questo momento il boss è in viaggio verso Reggio Calabria dove verrà ascoltato dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia: i dettagli dell’arresto da parte delle forze dell’ordine saranno resi noti domani nel corso di una conferenza stampa che si terrà al Comando provinciale ed alla quale parteciperà il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri che ha coordinato le indagini insieme al pm Maria Luisa Miranda.

"Un arresto importante che dimostra che la ‘ndrangheta non è invincibile" – Gratteri ha voluto sottolineare, subito dopo la cattura del boss, l’importanza di questo arresto e dell’indagine che “ha richiesto una tecnologia avanzata e l’elite dei carabinieri”. L’arresto di Rocco Aquino rappresenta una cattura importante per due motivi secondo il procuratore: “sia perché si tratta del capo dell’omonima cosca, sia perché, nonostante le difficoltà, abbiamo dimostrato che la ‘ndrangheta non è invincibile”. Contro la cosca di Aquino era stato eseguito lo scorso ottobre un maxi sequestro che aveva sottratto alla ‘ndrangheta 19 immobili, autovetture, società nei settori edilizio e turistico-commerciale, e numerosi conti correnti.

61 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views