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Un’antica tomba romana riemerge durante la costruzione di una chiesa a San Prisco

Un’antica tomba romana è riemersa durante i lavori per la costruzione di una chiesa a San Prisco, nel territorio faceva parte dell’antica Capua romana.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La tomba riemersa durante i lavori su via Gianfrotta.
La tomba riemersa durante i lavori su via Gianfrotta.

Un'antica tomba romana è riemersa a San Prisco, nel Casertano, durante i lavori di costruzione di una chiesa. Lavori che si sono subito fermati per permettere di valutare l'entità di questa scoperta, come spiegato a Fanpage.it dal comune di San Prisco. La scoperta è avvenuta su via Gianfrotta, all'angolo con viale dello Sport, dove si stanno tenendo i lavori di costruzione della nuova Chiesa della Parrocchia di Santa Maria di Costantinopoli. Con ogni probabilità, i lavori riprenderanno a breve, forse con qualche semplice aggiornamento del progetto iniziale.

L'assessore Nazaria: "La Sovrintendenza valuterà l'entità di questa scoperta"

"I lavori si sono subito fermati", ha spiegato a Fanpage.it l'assessore Maria Nazaria, "e sul posto sta già arrivando la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Caserta per valutare l'entità di questa scoperta. Al momento il cantiere è ovviamente fermo, in attesa di capire l'importanza di questo ritrovamento", ha aggiunto ancora l'assessore. L'area interessata è quella di via Gianfrotta, nei pressi dell'incrocio con il viale dello Sport di San Prisco, nell'area nord-orientale della cittadina casertana.

San Prisco, sorta sul terreno dell'antica Capua romana

L'importanza della tomba ritrovata sarà stabilita solo dagli archeologici della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Caserta, ma la scoperta è già clamoroso: il territorio di San Prisco, infatti, faceva parte dell'antica Capua romana, oggi occupata dalle città di Santa Maria Capua Vetere, San Prisco e zone limitrofe. La "Capua" odierna nacque solo dopo la distruzione della città, avvenuta nell'841 dopo Cristo, quando venne saccheggiata e distrutta dai saraceni, chiamati dal principe longobardo Radelchi I durante le guerre per il controllo del Ducato di Benevento. In seguito a quella distruzione, la popolazione scappò prima sul monte Palombara fondandovi Sicopoli, poi pochi anni dopo quando un incendio distrusse anche la nuova città, i capuani si rifugiarono nell'antico porto fluviale romano di Casilinum, fondando Nova Capua, che corrisponde alla Capua odierna. Nell'area degli scavi per la costruzione della chiesa, che si trova a ridosso delle antiche mura della vecchia Capua, dunque, è possibile che sorgesse una necropoli, la cui tomba ritrovata oggi potrebbe dunque farne parte.

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