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Umberto Catanzaro morto dopo 2 mesi in ospedale: il 22enne ferito per errore nella vendetta del boss

Dopo due mesi in Rianimazione è morto il 22enne ferito ai Quartieri Spagnoli: sarebbe stato colpito per errore durante un raid di un gruppo criminale.
A cura di Nico Falco
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Umberto Catanzaro, il 22enne ucciso
Umberto Catanzaro, il 22enne ucciso

È morto, dopo due mesi in ospedale, Umberto Catanzaro, il 22enne ferito da una pallottola all'addome lo scorso 15 settembre mentre era in auto in via San Mattia, nel centro di Napoli. Il giovane, calciatore con trascorsi nella squadra Rione Terra, era arrivato al Pronto Soccorso del "Pellegrini" in condizioni gravissime; è deceduto questa mattina nella stessa struttura. Per quella vicenda i carabinieri sono scattati quattro fermi e una ordinanza di custodia cautelare: il raid sarebbe da inquadrare nella vendetta di un boss dei Quartieri Spagnoli per la diffusione di un video intimo della figlia, e il giovane ferito sarebbe stato colpito perché si trovava insieme al reale obiettivo del raid.

L'agguato ai Quartieri Spagnoli a settembre

Catanzaro era arrivato in ospedale nella notte del 15 settembre, raggiunto da diversi proiettili, tra i quali, quello più pericoloso, all'addome. Intervenuti in ospedale, i carabinieri del Nucleo Radiomobile avevano poi trovato la sua automobile, una Smart ForFour, in via San Mattia, con alcuni fori alla carrozzeria e tracce di sangue all'interno. Il ragazzo era stato ricoverato in prognosi riservata e in pericolo di vita. Questa mattina, 17 novembre, il decesso, nel reparto di Rianimazione dell'ospedale della Pignasecca. La salma è stata sottoposta a sequestro su disposizione dell'autorità giudiziaria per la successiva autopsia.

I raid per il video della figlia del boss

I provvedimenti cautelari sono arrivati circa un mese dopo, il 19 ottobre scorso: i militari del Nucleo Operativo della Compagnia Centro hanno eseguito quattro fermi di indiziato di delitto e un'ordinanza di custodia emesse dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e dalla Procura dei Minori di Napoli. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, che avevano portato alle misure, tutto era nato da un video intimo della figlia del boss, che il fidanzatino aveva mostrato ad altre persone. Da qui sarebbe partita la vendetta nei confronti del 17enne.

Il capoclan, insieme al figlio 16enne, avrebbe fatto fuoco contro la Smart, colpendo però Catanzaro, che si trovava nel veicolo ma era estraneo alla vicenda. A quel raid avrebbero dovuto partecipare altre due persone, che sarebbero però arrivate in ritardo, a cose già fatte. Ci sarebbe stata, quindi, la risposta: il 17enne, per vendicarsi, avrebbe gambizzato un altro giovane, ritenendolo coinvolto, ma avrebbe ferito uno dei "ritardatari".

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