Tutela degli alberi, il Comune di Napoli è alla resa: “Mancano agronomi e strumentazione”

I crolli degli alberi a Napoli? Impossibili da prevedere con i mezzi attuali. Mancano gli agronomi, che sono solo 8, hanno già un "corposo carico di lavoro" e "non sono coperti da alcuna assicurazione" e "mancano anche gli strumenti" per fare indagini più approfondite dopo le analisi visive dei fusti a rischio crollo. La conclusione? "L'attività di valutazione delle alberate, in considerazione dell'elevato numero di alberi comunali e della vastità del territorio, dovrebbe essere gestita da una unità di specialisti ad essa dedicata e non può gravare solo sugli 8 agronomi". A scattare la fotografia dello stato della cura del verde a Napoli è il Servizio Verde Pubblico dell'Area Ambiente del Comune di Napoli, in una nota sui recenti crolli di alberi in via Saverio Altamura e via Enrico Alvino.
Vomero, in Municipalità i chiarimenti sui crolli degli alberi
L'approfondimento tecnico ai servizi comunali era stato richiesto dal consigliere della V Municipalità Vomero-Arenella, Francesco Flores (Fi). La nota degli uffici tecnici è del 14 luglio 2023. Nel documento, che Fanpage.it ha potuto visionare, in merito ai "verbali di accertamento della somma urgenza per l'esecuzione degli interventi: lavori di taglio, potature e cause", viene chiarito che "le verifiche effettuate da personale tecnico del Servizio, numericamente estremamente ridotto rispetto alla vastità del territorio ed alla numerosità degli alberi di alto fusto, sono solo esclusivamente di tipo visivo e speditivo". E che, "a seguito dei sopralluoghi effettuati, non vengono redatti veri e propri verbali, bensì note di riscontro alle segnalazioni pervenute ed annotazioni in un elenco finalizzato proprio a redigere le programmazione degli interventi manutentivi".
Per i consiglieri locali di centrodestra Francesco Flores, Emanuele Papa e Antonio Culiers emerge una situazione "sconcertante" sul verde pubblico: "Invitiamo il Comune di Napoli ad adoperarsi quanto prima per fornire di strumentazioni e mappature adeguate i propri agronomi"
Il crollo della robinia di via Altamura
Il 15 giugno scorso un grosso albero è crollato in via Saverio Altamura al Vomero. I motivi li spiegano i tecnici comunali:
"L'albero di Robinia (Robinia pseudoacacia) radicato sul marciapiedi in via Savario Altamura, interessato da cedimento il 15 giugno scorso, a seguito di sopralluogo di personale del Servizio presentava le seguenti criticità emerse proprio a seguito del ribaltamento:
- apparato radicale di ridotto sviluppo, con assenza di significativi cordoni radicali di reazione;
- marciume radicale, probabilmente intervenuto nel corso degli anni per la presenza di terreno costipato e asfittico che ha ostacolato un regolare deflusso delle acque, favorendo l'insorgere dei fenomeni di marcescenza.
E conclude:
Tutti gli alberi (tigli e robinie) presenti in via Altamura sono stati anche oggetto di potatura nel 2020. "Esistono in letteratura tempi di ritorno e turni di potature per le specie arboree in ambito urbano che per gli esemplari citati si aggirano mediamente intorno ai 3-5 anni per alberi adulti, in buono stato di salute e con adeguati spazi a disposizione. Questo per consentire alle specie stesse di riformare una chioma sana e armonica. Il cedimento che ha interessato la Robinia non era prevedibile a priori, perché ha interessato una zona della pianta, quella ipogea, ovvero al di sotto del marciapiedi, che non era e non è visibile, né ispezionabile, attraverso una analisi esclusivamente visiva di tipo speditivo.
Albero crollato in via Alvino
Un secondo caso ha riguardato il crollo di un albero in via Enrico Alvino.
Per l'esemplare di platano radicato in via Enrico Alvino, invece, il cedimento ha interessato una branca primaria attaccata da carie, che ha provocato la marcescenza di più della metà dell'intera circonferenza della branca stessa. In quest'ultimo caso si è reso necessario anche un intervento di riequilibratura della chioma effettuato sui rami flessi e decombenti che aggettavano su strada, con inserzioni deboli, al fine di ridurne la propensione al cedimento. Gli alberi in via Alvino sono stati potati nel 2022.
"Mancano le attrezzature per le analisi"
"Nessuno dei casi – precisano i tecnici comunali – era prevedibile con la sola analisi visiva di tipo speditivo". Poi il servizio comunale precisa: "L'indagine fitostatica ha inizio con una analisi visiva che consiste ordinariamente in una ispezione svolta a terra. I fattori interni dell'albero, al di sotto del piano campagna, o in quota, nella porzione superiore della chioma, possono essere non visibili o di difficile valutazione e quindi possono rimanere indeterminati".
E aggiunge:
Quando il quadro diagnostico ottenuto con l'analisi visiva non è chiaro, è opportuno sottoporre l'albero ad un approfondimento di indagine di tipo strumentale, di cui lo scrivente Servizio non dispone, sui punti dell'albero che mostrano difetti strettamente correlati con una significativa propensione al cedimento.Inoltre, il verificarsi dei cambiamenti di condizioni per eventi meteorologici estremi, l'insorgenza di patologie o lo svolgimento di attività sull'albero o interno ad esso, possono modificare, successivamente alla valutazione, le condizioni e la propensione al cedimento dell'albero. Nella convivenza degli alberi con le attività umane e con i manufatti è implicito sempre un rischio. Un certo grado di rischio sostenibile deve essere comunque accettato per poter usufruire dei benefici che gli alberi forniscono.
A Napoli ci sono solo 8 agronomi
Uno dei problemi principali dei controlli sugli alberi pericolanti e a rischio crollo è la mancanza di agronomi. Anche perché a fronte di un elevato numero di alberi in città, il numero dei tecnici è veramente esiguo. Peraltro, ogni albero richiederebbe analisi approfondite anche su piccoli dettagli. "I piccoli rami o le ramificazioni di modesta importanza – è scritto nel documento – non sono oggetto di indagine. Il cosiddetto secco fisiologico può dare origine a distacchi e cedimenti che in qualche modo potrebbero anche essere pericolosi ma sono oggetto degli interventi colturali ordinari delle alberate".
E ancora:
Ne consegue che l'attività di valutazione delle alberate, in considerazione dell'elevato numero di alberi comunali e della vastità del territorio, dovrebbe essere gestita da una unità di specialisti ad essa dedicata e non può gravare solo sugli 8 agronomi, 5 dei quali neo-assunti, in forza al Servizio Verde Pubblico, che nonostante le competenze acquisite, hanno già uno specifico e corposo carico di lavoro, sono sprovvisti di idonea strumentazione e non sono coperti da alcuna assicurazione, non prevista dall'Ordine professionale di appartenenza (in quanto dipendenti pubblici) né dal datore di lavoro.
Nonostante le difficoltà quotidiane, comunque, i tecnici comunali fanno sforzi enormi per evitare i crolli:
Il servizio continuerà con le risorse finanziarie, strumentali e umane disponibili a mettere in campo ogni azione possible per la cura e la tutela del patrimonio arboreo della città, in attesa di reperire le necessarie risorse per effettuare un censimento completo e aggiornato delle alberature comunali.
I consiglieri municipali: "Situazione del verde sconcertante"
Sulla vicenda intervengono i consiglieri di centrodestra della Municipalità 5 di Napoli Francesco Flores, Emanuele Papa e Antonio Culiers, che in una nota scrivono:
Quanto emerge dalla nota del servizio verde pubblico di Napoli è sconcertante, soprattutto a seguito dei sempre più frequenti e pericolosi crolli di alberature che hanno investito il territorio della Municipalità 5. Si dichiara candidamente che si possono effettuare esclusivamente analisi visive di tipo speditivo che, per loro natura, non sono sufficienti a garantire assenza di rischio e si aggiunge che non c'è alcuna disponibilità di strumentazioni idonee alla prevenzione e alla valutazione del rischio delle alberature, spesso causate da problematiche radicali non visibili ad occhio nudo.
E concludono:
Emerge quindi che potenzialmente tutti gli arbusti della città di Napoli potrebbero essere un pericolo imminente per i cittadini la cui tutela dunque è affidata al puro caso.
In più, non è secondaria la dichiarata assenza di una mappatura e un censimento del patrimonio arboreo comunale, il ché ci impone di interrogarci su come si possano effettuare le ripiantumazioni tanto necessarie ad un territorio martoriato dalla disseminata e progressiva dearborizzazione visibile ad occhio nudo dalle migliaia di aiuole ormai sprovviste di alberature. Invitiamo il comune di Napoli ad adoperarsi quanto prima per fornire di strumentazioni e mappature adeguate i propri agronomi, magari organizzando con la stessa rapidità una colletta come fatto per reperire i quasi 180.000 euro per un'istallazione artistica temporanea come la Venere di Pistoletto. Questione di priorità.