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Truffa da 7 milioni all’Asl Napoli 1, 8 indagati: soldi agli amici, risarcimenti e lavori inventati

Indagati 8 dipendenti dell’area tecnica e ragioneria dell’Asl Napoli 1: avrebbero effettuato pagamenti con documentazione falsa per 7 milioni di euro in 5 anni.
A cura di Nico Falco
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Sette milioni di euro spesi in cinque anni, tra interventi di manutenzione, ristrutturazione, anche risarcimenti per contenziosi. Tutte operazioni inserite nel sistema contabile, con conseguente mandato di pagamento che andava a perdersi tra le migliaia di disposizioni dell'Asl Napoli 1. Tutto, però, inventato: giustificativi simulati, che hanno fatto arrivare soldi veri nelle tasche di ditte e anche di persone fisiche. Indagine della Guardia di Finanza, che ha portato nel registro degli indagati 8 dipendenti, assegnati all'area tecnica e della ragioneria, e ad accertamenti su 68 soggetti che hanno ricevuto i bonifici, tra ditte e persone fisiche.

Le indagini coprono il periodo tra il 2018 e il 2022, i pagamenti contestati erano tutti infilati nel calderone della contabilità dell'Asl Napoli 1 e per questo più difficili da scovare; le somme andavano dai 9 ai 140 mila euro, quindi al di sotto dei 150mila euro, limite massimo per l'affidamento diretto e senza gara d'appalto. Per sette degli 8 dipendenti, tutti indagati a piede libero per truffa ai danni dell'Asl, è stato disposto il sequestro delle somme illecitamente movimentate e questa mattina le fiamme gialle hanno inviato la relativa comunicazione agli istituti bancari. In una precedente tranche, nella quale erano stati individuati 4 degli 8 indagati odierni, venne recuperato circa un milione di euro.

Al momento non è chiaro se gli indagati collaborassero tra loro, anche se dall'analisi delle operazioni e della relativa filiera, tra elaborazione della pratica, del mandato e disposizione del pagamento, alcuni dei nominativi sono ricorrenti. Secondo quanto ricostruito i metodi per spostare il denaro erano sostanzialmente due. La prima tecnica consisteva nell'inserimento nel sistema di lavori mai eseguiti o nella duplicazione di interventi effettivamente avvenuti ma ad opera di altre ditte; è il caso della manutenzione di impianti antincendio: le attività venivano già svolte dalla società che si era aggiudicata l'appalto ma le fiamme gialle hanno trovato anche pagamenti a beneficiari diversi. Per giustificare i pagamenti sarebbero stati anche inventati contenziosi risolti con risarcimento.

Il secondo sistema, che sarebbe stato usato dai dipendenti impiegati nell'area ragioneria, era ancora più veloce: pagamenti diretti senza alcuna giustificazione. I finanzieri hanno appurato che alcune delle ditte individuate tra quelle che avevano ricevuto pagamenti per prestazioni mai eseguite avevano incassato anche denaro senza la relativa fattura. E soldi erano arrivati anche a familiari e a conoscenti dei dipendenti indagati.

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