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“Ti sparo in bocca”: minacce alla giornalista Bertone, direttrice di “Cronache”, condanna confermata per killer dei Casalesi

La Corte di Appello ha confermato la condanna a un anno e sei mesi per Giovanni Cellurale, esponente di vertice dei Casalesi, per le minacce alla giornalista Maria Bertone.
A cura di Nico Falco
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Maria Bertone, direttrice di Cronache di Napoli e Cronache di Caserta
Maria Bertone, direttrice di Cronache di Napoli e Cronache di Caserta

È stata confermata la condanna inflitta in primo grado a Giovanni Cellurale, all'ergastolo per omicidio, per le minacce a Maria Bertone, direttrice dei quotidiani Cronache di Napoli e Cronache di Caserta. La sentenza è stata pronunciata dalla Corte di Appello di Napoli (presidente Daniela Critelli). L'uomo, ritenuto dagli inquirenti esponente di vertice del cartello dei Casalesi, è stato condannato per minacce aggravate dal metodo mafioso a un anno e sei mesi di reclusione, la pena massima prevista per quel tipo di reato.

Le minacce dal carcere: "Ti vengo a sparare in bocca"

La vicenda era partita nel 2021, con una lettera che Cellurale, 51enne originario di Aversa (Caserta), aveva inviato alla redazione di Cronache; in quel periodo era detenuto a Palermo. Nella nota, firmata con nome e cognome, aveva scritto: "Sai, ti stavo pensando.  Spero di vero cuore che al più presto uscirò, cosi' ti faccio saltare in aria. Ora lo dico a tutti, che se qualcuno esce prima di me ti deve sparare 10 colpi tutti in bocca, a te e a tutta la tua razza di merda. Ora sono detenuto al Pagliarelli di Palermo. Spero che ora la pubblichi questa sul tuo giornale di m… Ti giuro che il giorno che uscirò ti vengo a sparare in bocca".

Condannato esponente dei Casalesi

Cellurale viene ritenuto ai vertici della fazione Caterino di Cesa (Caserta) che fa capo al boss Francesco Bidognetti, alias "Cicciotto ‘e mezzanotte". In entrambi i gradi di giudizio Maria Bertone è stata assistita dall'avvocato Gennaro Razzino e si sono costituiti parte civile la cooperativa Libra, che edita Cronache, e l'Ordine dei Giornalisti della Campania, presieduto da Ottavio Lucarelli. La sentenza di primo grado era stata emessa dalla Corte di Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (presidente Luciana Crisci), in accoglimento della richiesta di condanna del pubblico ministero Fabrizio Vanorio.

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