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Telefonini in carcere e droga calata con le buste della spesa: 4 arresti a Benevento

Cellulari portati ai detenuti durante i colloqui, droga scambiata attraverso le sbarre delle celle, calando buste per la spesa: quattro le persone arrestate, una quinta sottoposta ad obbligo di dimora. La vicenda all’interno del carcere di Benevento. Le schede telefoniche usate nei cellulari erano anche intestate a persone inesistenti.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Telefonini portati ai detenuti, scambi di droga che avvenivano calando buste della spesa tra le sbarre. Quattro gli arresti, più un obbligo di dimora per una quinta persona: la vicenda è accaduta all'interno del carcere di Benevento. Dei quattro per i quali il Tribunale di Benevento ha emesso un mandato d'arresto, uno solo è riuscito a rendersi irreperibile, ma è al momento ricercato dalle forze dell'ordine. Raggiunti invece gli altri tre destinatari, più una donna che invece è stata sottoposta all'obbligo di dimora.

Le indagini sono state condotte dalla polizia penitenziaria di Benevento e coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento: indagini che hanno fatto emergere un vero e proprio "sistema" complesso all'interno della casa circondariale sannita, che vedeva coinvolti anche alcuni detenuti appartenenti alle celle di alta sicurezza. Dagli accertamenti, è emerso infatti che i cellulari venivano introdotti con vari espedienti e consegnati ai detenuti che poi li usavano non soltanto per comunicare con i propri familiari all'esterno del carcere, ma anche per gestire il traffico di droga, la retribuzione dei fornitori ed organizzare anche l'ingresso e la cessione di droga nello stesso carcere sannita.

Le schede sim utilizzate nei cellulari sono poi risultate intestate a persone straniere che, in realtà, neanche esistevano. Non solo i mini-cellulari: all'interno del carcere veniva anche ceduta droga tra i detenuti in maniera particolarmente articolata: ad esempio, calando corde con buste della spesa (al cui interno era stata nascosta la droga) dalle finestre delle celle, oppure ricorrendo ad altri detenuti che svolgevano mansioni all'interno del carcere. Dopo lunghe indagini, il cerchio si è chiuso attorno a cinque persone: per quattro è arrivata la richiesta di custodia cautelare in carcere, per una l'obbligo di dimora.

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