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Targhe estere su auto rubate, la comandante Lucia Rea: “A Napoli e provincia fenomeno in crescita”

Lucia Rea, comandante della polizia metropolitana di Napoli spiega a Fanpage.it il fenomeno sempre più diffuso delle auto rubate e poi rivendute con targhe straniere. “I numeri sono alti, per i compratori l’unica garanzia è la tracciabilità dei pagamenti”.
Intervista a Lucia Rea
Comandante della Polizia Metropolitana di Napoli
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Lucia Rea, Dirigente Comandante del Corpo di Polizia Metropolitana di Napoli
Lucia Rea, Dirigente Comandante del Corpo di Polizia Metropolitana di Napoli

Automobili rubate e poi rimesse in circolazione con targhe contraffatte, spesso straniere. E spesso ad essere beffati sono non soltanto le vittime del furto, che magari vivono senza saperlo a pochi chilometri dalle loro automobili rubate, ma anche gli acquirenti, che poi incappano nei controlli di polizia che fanno emergere le irregolarità e fanno scattare multe salate, sequestro della vettura e denuncia penale. Un fenomeno che Fanpage.it ha seguito costantemente nell'ultimo periodo: dalla Smart For Four rubata a Napoli e ritrovata a Volla con targa polacca, alla Fiat Panda sparita da Cava de' Tirreni e riapparsa a Caivano, stavolta con targa tedesca.

Ma i casi sono in realtà in continuo aumento, come ha spiegato Lucia Rea, Dirigente Comandante del Corpo di Polizia Metropolitana di Napoli, a Fanpage.it, aggiungendo: "L'unico modo per tutelarsi, in caso di acquisto di automobili immatricolate all'estero, è la tracciabilità dei pagamenti". Ma le conseguenze rimangono: multe, blocco dell'auto, denunce penali per riciclaggio. Una grosso problema, insomma, molto più diffuso di quanto si pensi in tutta la provincia napoletana, terreno in cui opera la Polizia Metropolitana partenopea.

Comandante, ultimamente si parla molto di auto rubate e poi ritrovate anche a distanza di anni con targhe estere.

Il fenomeno è molto esteso, noi sono anni che con molta difficoltà stiamo cercando di contrastarlo, anche nelle officine oltre che nei venditori di auto. Ci sono attività investigative in corso anche ora, in collaborazione con la Procura di Napoli Nord. Diciamo che il fenomeno, che dura da anni, sta emergendo soltanto da poco, perché non se n'è mai parlato molto prima di questo periodo. E stiamo indagando soprattutto perché, al di là dei singoli ritrovamenti, va colpito proprio il sistema.

Ma come funziona, questo sistema?

Innanzitutto, parliamo di un sistema che si alimenta attraverso persone ed agenzie che nascono solo ed esclusivamente per questo, per consentire la trasformazione delle auto rubate. Dalle indagini che abbiamo fatto, ci appare chiaro che ci sia un'organizzazione alle spalle che gestisce il tutto. Organizzazione che risulta mista, formata da chi è sul posto da cui parte l'auto, spesso anche all'estero, e le organizzazioni locali che poi le "trasformano".

Il fenomeno appare molto diffuso soprattutto in alcune aree della provincia..

Posti come area nord di Napoli, ad esempio Afragola, Casoria, Caivano, e via dicendo, sono quelle zone in cui abbiamo riscontrato di più questo fenomeno. Poi naturalmente ci sono agenzie che magari sorgono in un certo posto ma che poi coprono l'intera zona, un po' come fosse una base vera e propria. Le attività investigative in questo caso sono complesse, perché al di là della singola automobile scoperta, va capito chi davvero ci sia dietro, a livello di organizzazione.

Alla fine però, grazie al numero di telaio, si riesce a risalire alla provenienza illecita..

Sì, il numero di telaio è assolutamente l'unica cosa che ci permette di dire se un'auto è stata rubata o meno. A volte le automobili vengono addirittura bruciate, perché magari usate per attività criminali e dunque vengono fatte definitivamente sparire. Questo per esempio è molto frequente nella provincia vesuviana, dove troviamo molte carcasse di questo tipo.

Quali sono i modelli più "richiesti"?

Parliamo sempre di automobili molto grandi, meno le utilitarie per questo tipo di attività illecita. E principalmente straniere, anche se a volte incappiamo anche in automobili italiane. Le automobili più "gettonate" in questo senso, risultano essere Jeep di vario tipo, come Renegade, Compact, e in generale tutte quelle particolarmente "grandi". Tra le utilitarie, invece, risulta sempre molto attenzionata la Panda Fiat. Diverso il discorso per le automobili di grossa cilindrata, che hanno una serie di problematiche diverse, e sono anche soggette al pagamento del superbollo.

Cosa rischia e come si può difendere un compratore che vuole acquistare un'automobile immatricolata all'estero?

Diciamo che si valuta caso per caso, bisogna capire se c'è il dolo oppure se sia stato vittima di una truffa. Normalmente, scatta il sequestro, una multa e la denuncia per ricettazione. Poi dopo si va a capire se sia a sua volta vittima del sistema oppure no, ma questo va visto in sede giudiziaria. Sicuramente, prima di acquistare un'automobile immatricolata all'estero un passaggio con Motorizzazione Civile o agenzie è importante, però al di là di questo la cosa più importante è tracciare i pagamenti. Pagare in contanti rischia di essere un problema. Quello della tracciabilità vale anche per altri casi ovviamente, ma in questo è davvero essenziale, perché in qualche modo "assicura" anche il compratore.

L'automobile rubata nel 2022 e ritrovata a Volla dopo essere stata reimmatricolata in Polonia.
L'automobile rubata nel 2022 e ritrovata a Volla dopo essere stata reimmatricolata in Polonia.
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