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Tangenti per gli appalti di una scuola elementare: arrestato sindaco nel Beneventano

Si tratta di Mauro De Ieso, sindaco di Pago Veiano, finito agli arresti domiciliari insieme a un imprenditore e a un tecnico di loro fiducia.
A cura di Valerio Papadia
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Immagine di repertorio
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Bufera a Pago Veiano, piccolo centro in provincia di Benevento, dove questa mattina il sindaco Mauro De Ieso è stato arrestato dai finanzieri della tenenza di Piedimonte Matese. Il primo cittadino è finito agli arresti domiciliari, come disposto dal gip del Tribunale di Benevento su richiesta della locale Procura, insieme a un imprenditore e a un tecnico di loro fiducia: nei loro confronti gravi indizi di colpevolezza in merito alla commissione di più delitti di corruzione e turbata libertà degli incanti, volti ad agevolare il suddetto imprenditore nell'aggiudicazione di un appalto per la costruzione di una scuola elementare e di un appalto per il rifacimento di una strada provinciale per un valore complessivo di 5 milioni di euro.

Mazzetta di 90mila euro per ottenere gli appalti

L'attività di indagine delle Fiamme Gialle ha permesso di acquisire gli indizi di colpevolezza, mediante intercettazioni e servizi di ocp (osservazione, controllo, pedinamento). In particolare, secondo gli elementi acquisiti, il sindaco avrebbe interceduto con i componenti delle commissioni di gara affinché le aziende riconducibili all'imprenditore arrestato si aggiudicassero gli appalti per i lavori pubblici più importanti da svolgersi sul territorio comunale; il tecnico di fiducia predisponeva, invece, la documentazione amministrativa necessaria. L'accordo prevedeva che, in cambio della sua intercessione, al sindaco – e al tecnico – venisse corrisposta una tangente non inferiore ai 90mila euro.

Corrotti anche i commissari di gara: non sono ancora stati identificati

Secondo quanto stabilito dalle indagini, la corruzione non si limitava soltanto al sindaco, ma anche ai commissari di gara con i quali il primo cittadino intercedeva per far ottenere i bandi all'imprenditore, le cui società non avevano nemmeno i requisiti per partecipare: ai commissari – che non sono ancora stati identificati – veniva corrisposta una somma tra i 4mila e i 5mila euro. Dopo l'aggiudicazione del bando, inoltre, l'accordo prevedeva che venisse monitorato anche lo sviluppo di eventuali ricorsi presentati al Tar da parte dei concorrenti dell'imprenditore battuti nella gara d'appalto.

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