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Le notizie sugli stupri al parco verde di Caivano

Stupro al Parco Verde di Caivano, la mamma di Fortuna Loffredo: “Si riapre una ferita”

“Non voglio dire che a Caivano non sia cambiato niente. Ma non basta” racconta Mimma Guardato, nove anni dopo l’omicidio di Fortuna al Parco Verde. “In quel rione c’è un vuoto, va colmato dallo Stato. Oggi soffro come ieri”
A cura di Francesca Del Boca
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Mimma Guardato
Mimma Guardato
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Torna sotto gli occhi di tutta Italia Caivano, dopo la notizia dello stupro delle due cugine tredicenni. Nove anni dopo il caso di Fortuna Loffredo, la bambina di 6 anni abusata e uccisa dopo essere stata scaraventata giù dall'ottavo piano di un palazzo. Nove anni che sembrano non essere passati mai. "Ho sofferto oggi come allora", si apre a Il Giorno Mimma Guardato,  mamma di Fortuna Loffredo.

"Troppi vuoti a Caivano, ci vuole lo Stato"

Oggi la donna vive a Faenza, lontana da Caivano, con i suoi due figli di 13 e 18 anni: è stato don Maurizio Patriciello, il parroco di Parco Verde, ad aiutarla a scappare dall'orrore di quel palazzo. Ma la ferita non smette ancora di sanguinare. "Non voglio dire che là non sia cambiato niente. L'impegno di don Patriciello è instancabile, e nel frattempo sono sorte nuove associazioni in difesa delle donne e dei minori", racconta. "Ma non basta. Dovrebbero essere le istituzioni a colmare quel vuoto".

Altre due ragazzine, come Fortuna. "Ho detto a me stessa che i miei due figli maschi sarebbero stati diversi. Che non avrebbero mai fatto del male al prossimo per ottenere qualcosa, e che una vita senza violenza era ancora possibile. Chi ha volontà sufficiente può riuscire a cambiare le cose".

E ancora racconta Mimma Guardato, che a Caivano torna solo per andare al cimitero: "Spero che le vittime riescano a dimenticare, a trovare una comunità che stia loro accanto. Saranno loro a dover scegliere. Posso solo augurarmi che non vengano abbandonate, che non debbano fronteggiare quel muro di omertà contro cui ho dovuto lottare io".

Nel 2014 il caso di Fortuna Loffredo

Il 24 giugno 2014, una bambina di 6 anni muore precipitando dall’ottavo piano delle palazzine popolari del rione Parco Verde di Caivano, periferia Nord di Napoli. Inizialmente, sembra una caduta accidentale. Ma presto si delinea un quadro ben diverso. Fortuna, detta "Chicca", è stata scagliata nel vuoto, dopo ripetuti abusi sessuali. "La piccola subiva violenze da circa un anno", sarà il verdetto dell'autopsia.

Il colpevole viene individuato in Raimondo Caputo, condannato in via definitiva all'ergastolo. Dieci anni, invece, per l'ex convivente Marianna Fabozzi: secondo i giudici,  sarebbe stata sua complice nelle violenze che lo stesso Caputo avrebbe commesso sulle sue figlie e su Fortuna.

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