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Squalo volpe di 2 metri e mezzo catturato alla foce del Sele, in Cilento

Catturato uno squalo volpe di 2,50 metri nelle acque davanti al fiume Sele, non lontano da Capaccio-Paestum. Si tratta di una specie non pericolosa per l’uomo, in quanto raramente attacca direttamente gli esseri umani che, viceversa, sono il principale “pericolo” per la specie, già da qualche anno considerata “vulnerabile” a rischio estinzione.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Uno squalo volpe di circa 2 metri e mezzo catturato nelle acque antistanti la foce del Sele, in Cilento, non lontano da Capaccio-Paestum. Si tratta di uno squalo molto diffuso nei mari tropicali, ma che è presente anche nelle aree costiere del Mediterraneo. A catturarlo è stato il titolare del Molo Nautico Sele, Bartolomeo Gallo, che ha anche diffuso le immagini sui propri canali social.

Il nome dello squalo volpe deriva da quello che gli diede Aristotele all'interno del suo Historia Animalia: ritenendolo particolarmente astuto per il suo modo di sfuggire alle lenze dei pescatori, Aristotele lo definì ἀλώπηξ (alṓpēx), ovvero "volpe" in greco antico. Tale nome è poi rimasto anche per indicare l'attuale famiglia (Alopiidae) ed il genere (Alopias) di appartenenza. Uno squalo che comunque raramente attacca l'uomo e non rappresenta un vero e proprio pericolo: più frequentemente, se ferito e preso all'amo, tenta di liberarsi con enormi e violenti colpi di coda, e dimenandosi può ferire gravemente soprattutto con i suoi denti estremamente taglienti.

Nonostante sia una specie particolarmente diffusa nei mari tropicali, è ben presente anche lungo le coste del Mar Mediterraneo, ma non è un pericolo per l'uomo: in appena una occasione è stato registrato un suo attacco verso gli esseri umani, senza particolari conseguenze. Viceversa, si tratta di una specie particolarmente ambita dai pescatori sportivi, che lo sfoggiano soprattutto come trofeo di caccia, tanto che in alcuni paesi . Anche per questo motivo, già da diversi anni, è stato inserito tra le specie ritenute "vulnerabili". Senza contare che lo squalo volpe viene anche sfruttato dall'uomo per fini meramente commerciali: particolarmente per la pelle, che viene trasformata in cuoio; per la carne, che diventa cibo (soprattutto affumicata o cucinata in piatti specifici; per il fegato (da cui viene estratto olio per farmaci e cosmetici); ma soprattutto le pinne, il "pezzo più caro" soprattutto sui mercati dell'Asia, dove uno dei piatti più diffusi è proprio una zuppa a base di pinne.

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