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Sorelle sfregiate con l’acido a Napoli, resta in carcere la zia 19enne: caccia ai complici

Il Tribunale del Riesame ha respinto il ricorso, resta in carcere la 19enne zia delle due giovani aggredite con l’acido alla Sanità lo scorso 30 maggio.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il luogo del ferimento (foto di Gaia Martignetti /Fanpage.it)
Il luogo del ferimento (foto di Gaia Martignetti /Fanpage.it)

Respinto anche il ricorso al Tribunale del Riesame: resta in carcere la 19enne coinvolta nell'agguato con l'acido nei confronti di due sorelle di 17 e 23 anni, colpite nel quartiere Sanità di Napoli la notte tra il 29 ed il 30 maggio scorsi. La donna, difesa dall'avvocato Bernardo Scarfò e che è la zia delle due ragazze (in quanto sorella della loro madre) resta nel carcere femminile di Pozzuoli, accusata di deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso in concorso: è caccia infatti alle altre persone che fecero parte del "commando" che quella notte, in sella a tre scooter, colpirono le due giovani sfregiandole con l'acido.

L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, prosegue in tutte le direzioni: l'aggressione verso le due ragazze era scattata intorno all'1 di lunedì 30 maggio, quando le due sorelle di 17 e 23 anni erano state accerchiate, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, lungo il corso Amedeo di Savoia di Napoli da almeno tre scooter con a bordo sei persone. Durante l'accerchiamento, era poi stato gettato contro di loro dell'acido: le due sorelle erano poi state soccorse e portate d'urgenza al Cardarelli, dove sono visitate per le ustioni e dimesse il giorno successivo; non hanno riportato ferite gravi ma è possibile che gli sfregi, anche al viso, siano permanenti. L'aggressione è stata ripresa da alcune telecamere di videosorveglianza della zona: immagini già al vaglio degli inquirenti. Nelle ore successive era arrivato il fermo per la zia 19enne delle due ragazze, poi convalidato: la donna ha prima negato di aver lanciato loro l'acido, poi ha spiegato di aver avuto intenzione di colpirle con casco, e che il liquido corrosivo sarebbe stato in possesso delle vittime.

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