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L'omicidio di Giovanbattista Cutolo a Napoli

Sicurezza, De Magistris: “C’è bisogno di punti di riferimento, manca un Procuratore da 2 anni”

L’ex Sindaco lancia l’allarme, manca ancora il capo della Procura da 2 anni e per la politica non sembra essere una priorità. Sulla crisi della città: “C’è bisogno di punti di riferimento forti, il Sindaco è troppo poco incisivo”.
Intervista a Luigi de Magistris
Sindaco di Napoli dal 2011 al 2021
A cura di Antonio Musella
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Luigi De Magistris, già Sindaco di Napoli dal 2011 al 2021, è intervenuto in merito al dibattito sulla sicurezza che sta attraversando la città di Napoli dopo il terribile omicidio di Giovanbattista Cutolo. Lo fa con una intervista a Fanpage.it dove tratta i temi più caldi e delicati che stanno scuotendo la città. L'ex Sindaco ora leader di Unione Popolare analizza la fase critica della città guardando all'assenza di punti di riferimento capaci di trascinare e di pesare. Non manca la critica all'attuale Sindaco Manfredi, accusato dal suo predecessore di essere poco presente e troppo poco incisivo nei suoi interventi e nel modo di governare la città.

De Magistris soprattutto solleva un tema: la città è senza un Procuratore capo da 2 anni. Dalla promozione dell'ex capo della Procura Giovanni Melillo a procuratore nazionale antimafia, la più grande procura d'Italia è senza il suo vertice e per la politica e le istituzioni non sembra essere una priorità. Davanti ad un tema come quello della sicurezza, una città che non ha un capo della Procura ha sicuramente meno armi per difendere i suoi cittadini.

L'omicidio di Giovanbattista Cutolo ha scosso la città, a lei cose le ha lasciato?

Molto, per la giovane età, il luogo dove è accaduto, il fatto che era un musicista. Se penso che il mio primo atto quando divenni Sindaco fu la liberalizzazione degli artisti di strada, lo rivedo un po' figlio di quella Napoli. La cosa più terribile è che sia stato ammazzato da un altro giovanissimo di appena 16 anni in maniera così fredda e brutale.

Davanti a questa situazione Napoli di cosa ha bisogno?

Impegnarsi tutti, essere uniti, ma Napoli ha bisogno di punti di riferimento forti e autorevoli che in questo momento mancano. Questa è una città dove manca un Procuratore da quasi 2 anni. Un Sindaco che conosce poco la città e non è incisivo quando interviene, anche dal punto di vista della sicurezza ci sono state troppe falle in questi anni, dalle stese, agli omicidi terribili, ma penso anche alle risse fino alla bruttissima immagine di Napoli assediata dai tifosi tedeschi prima di un incontro di Champions League. Questa non è la Napoli degli ultimi anni della cultura, della partecipazione, della rinascita, dei giovani, e poi bisogna riprende quella filiera con gli enti del terzo settore, con i territori, il mondo delle associazioni.

Quando lei era Sindaco ci sono state diverse morti innocenti, ricordo Genny Cesarano su tutte, eppure è successo di nuovo, a dimostrazione di come chi fa il Sindaco ha non pochi problemi per invertire la tendenza da solo

Ma Napoli è profondamente cambiata. Io ricordo quando inizia a fare il Sindaco i ragazzini mi chiedevano, alla Sanità, me lo chiesero proprio lì durante una passeggiata, di liberare il quartiere dalla camorra e dal fatto che si sparava ogni giorno. Oggi è indubbio che a Forcella, alla Sanità, ai Quartieri Spagnoli è un brulicare di attività turistiche e culturali, è un'altra Napoli. Capiamoci, la camorra c'era, c'è e ci sarà, il tema è quello della percezione dell'insicurezza in città.

Manfredi ci sta provando, ha detto che bisogna puntare sulla cultura, sulla scuola, sugli assistenti sociali, secondo lei è una ricetta ancora valida?

Innanzitutto c'è bisogno di maggiore repressione, ma non di militarizzazione, quindi controllo da parte delle forze di polizia ordinarie, quindi dalla polizia locale alle forze dell'ordine. Poi bisogna investire diversamente da come si è fatto negli ultimi anni, e Manfredi le risorse le ha rispetto agli anni precedenti, per investire in cultura, sulla scuola, sul sociale. Poi c'è un tema, che divide ma che rappresenta sicuramente un tema importante: se i minori che hanno condotte criminali gravi vanno tolti alle famiglie mafiose. E' un tema divisivo ma è un tema su cui bisogna intervenire. Poi c'è la dispersione scolastica che è aumentata paurosamente, dalla pandemia ad oggi abbiamo scuole più vuote, sono numeri allarmanti. E poi c'è il bisogno di riferimenti, io sono convinto che a stare per strada, un Sindaco, un parroco, un poliziotto, se viene riconosciuto come un punto di riferimento, quello sposta. Cioè il lavoro che Manfredi dovrebbe fare è stare in quella linea di confine molto sottile, che assomiglia ad un battito d'ali di farfalla, tra disagio, disadattamento, devianza e crimine. E' lì che si gioca la partita a Napoli e nelle periferie di Roma e Milano.

Dopo l'omicidio di Giovanbattista, molti giovani dicono di voler andare via dalla città, cosa si sente di dirgli?

Io ricordo il "Fujitevenne" di Eduardo, e devo dire che ho il massimo rispetto e comprensione per le parole della famiglia di Giovanbattista. Però lucidamente, da napoletano, da Sindaco più longevo della città, da uno che l'ha presa quando era sommersa di rifiuti e non si vedeva un turista, da uno che ha fatto il pm qui per 6 anni, devo dire che bisogna restare. Napoli ha bisogno di cura e bisogna amarla adesso. E' facile quando si vince lo Scudetto dire che bella Napoli, viva Napoli, voglio stare a Napoli. I giovani in questi anni io li ho visti ritornare ed investire, noi dobbiamo dargli la possibilità di farli rimanere o andare via per scelta, ma non per necessità.

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