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Covid 19

Scuole chiuse, la lettera ironica di una studentessa a De Luca: “Grazie, ci salvi dalla cultura”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Marianna, una studentessa di 18 anni, rivolta al presidente Vincenzo De Luca che ieri aveva ironizzato a sua volta sul desiderio dei giovani di tornare nelle scuole, attualmente chiude per la pandemia da coronavirus. “Grazie, ci salvi dalla cultura: mi liberi anche dalla vergogna di saper leggere e scrivere”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Marianna, giovane studentessa di 18 anni, che dopo la sfuriata di Vincenzo De Luca durante la diretta Facebook di ieri, venerdì 30 ottobre, nella quale ha citato le parole di una mamma che sul tema delle scuole chiuse risponde all'intervistatore "La mia bambina è venuta da me piangendo e mi ha detto: mamma, io voglio andare a scuola". Il Governatore aveva criticato mamma e figlia con toni duri: "Un OGM cresciuta col plutonio".

Gentile Presidente De Luca,

Sono una ragazza di 18 anni e scrivo per ringraziarLa. In questo periodo di enorme incertezza sento proprio di avere bisogno di una guida, di persone serie e mature come Lei, che di fronte a tutti gli adulti in giacca e cravatta con cui potrebbero discutere, decidono di prendersela con una bambina in lacrime. È una mossa astuta, me lo lasci dire, anche se la tecnica mi suona familiare. Può darsi che un giorno -a scuola, probabilmente- abbia letto qualcosa sull’efficacia di attaccare e strumentalizzare le persone che non possono difendersi da sole.

Ma con questo non creda che mi piaccia leggere! Non vorrei di certo perdere la sua stima, quindi mi permetta di precisare che io non voglio avere nulla a che vedere con la cultura. La odio, la cultura. Odio stimolare il mio pensiero critico, odio quei professori che ci dicono di aprire la mente, odio saper argomentare le mie idee ed essere in grado di difendere i miei diritti. Forse Lei potrebbe aiutarmi a curare questa innaturale dipendenza dalla voglia di imparare e addirittura, se non chiedo troppo, liberarmi anche dalla vergogna di saper leggere e scrivere.

Da OGM le assicuro che non c'è niente di più insopportabile di pensare con la mia testa, di incarnare il futuro dell'Italia, di stare seduta al mio banco e avvertire il calore di decine di cuori che battono per un'unica causa. Mi salvi, la prego.

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