“Scuole chiuse Campania, giuste le ordinanze Covid di De Luca su DaD” sentenza del Consiglio di Stato
"L'ordinanza Covid di De Luca del 2020 sulle scuole chiuse in Campania e le lezioni in DaD era giusta". Lo ha deciso il Consiglio di Stato, supremo organo giudiziario amministrativo, ribaltando la sentenza di primo grado già emessa dal Tar della Campania. “Non è stato, quindi, compromesso il diritto allo studio, ma ne è stata prevista una modalità alternativa, che meglio si conciliasse con la gravissima crisi pandemica mondiale in una ottica di equilibrata ponderazione di contrapposti interessi, a salvaguardia del primario valore della salute dell’intera popolazione regionale”, scrivono i giudici amministrativi.
Ribaltata la sentenza del Tar che aveva dato ragione ai genitori
Il Consiglio di Stato dò quindi ragione a Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, nell'appello contro la decisione del Tar di Napoli che era stata favorevole al ricorso di alcuni genitori contro la didattica a distanza, attuata in Campania contro il Covid dal 28 novembre 2020. La sentenza dei giudici amministrativi di primo grado, però, non aveva avuto conseguenze concrete perché era arrivata a gennaio 2022, quando le lezioni in presenza erano già riprese regolarmente da tempo.
Per il Consiglio di Stato è legittima la decisione di De Luca di prolungare la Dad rispetto alla ripresa della scuola in classe decisa dal governo nazionale. I giudici hanno sottolineato che con le lezioni a distanza "non è stato compromesso – si legge nella sentenza – il diritto allo studio ma è stata prevista una modalità alternativa, che meglio si conciliasse con la gravissima crisi pandemica mondiale in una ottica di equilibrata ponderazione di contrapposti interessi, a salvaguardia del primario valore della salute dell'intera popolazione regionale".
De Luca: "Mi sono assunto responsabilità e avevo ragione"
"Con le nostre ordinanze – ha commentato De Luca – ci siamo assunti la responsabilità, perché su certe situazioni o facciamo le cose comode o facciamo cose che ci pare giusto fare. Poi si può ragionare su opinioni diverse, ma muoviamoci su quello che riteniamo giusto per evitare che la società vada a rotoli. Questa sentenza è una buona notizia, mi avevano chiesto anche un risarcimento".